Vorrei consigliarvi l'ultimo libro di Ibrahimović, “Adrenalina”, perché nel leggerlo mi sono divertito da morire. Io vengo dalla letteratura sportiva e so per esperienza che l’importante è trovare dei grandi personaggi di cui scrivere. Io ho scritto libri su Roberto Baggio, Gilles Villeneuve, ovvero figure che avevano delle cose da raccontare, figure che avevano vissuto delle grandi vittorie ma anche delle grandi sconfitte: in questo senso io trovo che Ibrahimović sia uno degli ultimi personaggi contemporanei dello sport che ha delle storie da raccontare, uno degli ultimi sportivi che è in grado addirittura di raggiungere una dimensione epica
Se c’è una cosa che non manca, ad Andrea Scanzi, è l’autoironia. Il suo ultimo libro, Sfascistoni. Manuale di resistenza a tutte le destre, è un impietoso catalogo di soggetti politicamente e moralmente improponibili che vivono di populismo e retorica spicciola. Da uno come lui ci si aspetterebbe un consiglio di lettura impegnato, eppure quando gli chiediamo l’ultimo libro che lo ha colpito ci presenta la biografia di un calciatore.
“Uno potrebbe dire, accidenti, Scanzi un libro più alto non lo potevi trovare?” commenta ridendo il giornalista.
Zlatan Ibrahimović non ha più bisogno di dimostrare la sua forza o ricordarci i grandi successi sportivi che lo hanno reso un campione unico al mondo, così decide di mettersi a nudo, in maniera sincera e onesta, per raccontarci come un dio del pallone cambia e affronta gli anni a venire senza ipocrisie, con la maturità e i dubbi da imparare ad accettare.
In un racconto pieno di confidenze e aneddoti, Ibrahimović si mette a nudo con franchezza, senza tacere dei dubbi e degli ostacoli che si sono frapposti alla sua corsa verso la grandezza. In Adrenalina, il calciatore racconta di come il boato di tifosi acclamanti non gli dia la stessa carica dei fischi dei suoi detrattori e spiega come ha imparato a trasformare in motivazione anche i sentimenti negativi, così che nel memoir il lettore abbia modo di assistere dal primo anello alla perfetta parabola ascendente di un dio del pallone che è passato dalla cittadina di Rosengård alla vetta del mondo.
Andrea Scanzi non fa mistero della propria ammirazione verso il calciatore – “se avessi una sola fiche e mi chiedessero chi mi piacerebbe intervistare nel mondo dello sport oggi al primo posto sicuramente direi Ibrahimović” – eppure la sua fascinazione non è incondizionata:
Vuol dire che è tutto bello quello che fa Ibrahimović? Per carità! Ha fatto delle dichiarazioni allucinanti e ha fatto cose insopportabili, però resta divertente e provocatorio. Ed è anche un esempio, perché uno che a quarant’anni ancora così forte non lo si è praticamente mai visto nella storia del calcio
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| Rizzoli, 2020Di
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