Il mio consiglio di lettura è "Il pane perduto" di Edith Bruck, che è una di quelle persone che non ha girato la faccia dall'altra parte e che non ha paura di dire che in Italia siamo stati (e siamo) troppo tolleranti col fascismo. Guarda in faccia la realtà - che è quello che nel mio piccolo cerco di fare da tanti anni - e ci mette in guardia. Il suo è un monito: dalle sue parole emerge con forza la necessità di guardare un fenomeno e di affrontarlo con degli strumenti utili
Finalista al premio Strega 2021, Il pane perduto (La nave di Teseo) racconta dell’infanzia di Edith Bruck, che ripercorre i propri passi di bambina sul suolo di Auschwitz e nei campi di concentramento tedeschi, dirigendoli in seguito verso la terra promessa di Israele e infine nelle città d'Europa. Dopo tanto orrore, la voce narrante si imbarca in una disperata odissea, mossa dal desiderio di poter finalmente trovare pace. Anche quando intorno a sé vede solo desolazione.
Impossibile infatti ignorare le macerie – reali ed emotive – che i regimi totalitari e le devastazioni legate alla Seconda guerra mondiale hanno lasciato dietro di sé. Il mondo è cambiato, forse per sempre, e la voce narrante de Il pane perduto non riesce più a riconoscerlo.
È la vita dell’esule, perennemente alla ricerca di uno spazio nel mondo da poter chiamare "casa".
“Un libro importante”, così Paolo Berizzi definisce Il pane perduto, utilizzando un aggettivo a volte abusato ma che, in questo caso, non appare esagerato. Perché si tratta di una riprova della potenza della penna di Edith Bruck, capace di scandagliare l’animo umano e di raccontare il retaggio della Shoah senza indulgere in facili pietismi, certo: ma anche perché il lavoro di Bruck ha giocato un ruolo importante per Paolo Berizzi, a livello personale e professionale.
Edith Bruck è uno dei miei punti di riferimento anche per il mio lavoro di denuncia, di scavo e di ingrandimento su questo mondo che oggi è diventato ingombrante… un mondo che non si può più far finta di non vedere
Il lavoro di denuncia di cui parla Paolo Berizzi emerge chiaramente dal suo ultimo libro, È gradita la camicia nera, nel quale il giornalista conduce un’inchiesta sulla città di Verona, insospettabile laboratorio dell’estrema destra. Animatori di festival nazi-rock, capi ultrà che allo stadio inneggiano a Hitler e avvocati dal saluto romano "fin troppo facile": un’analisi approfondita di tutte le contraddizioni e gli anacronismi del Nord-est, per aprire gli occhi sulle ombre lunghe che ancora oggi il fascismo getta sulla società.
Altri consigli d'autore
Hai domande, dubbi, proposte? Vuoi uno spiegone? Scrivi alla redazione!
I libri di Paolo Berizzi
Di
| Rizzoli, 2021Di
| Feltrinelli, 2020Di
| Baldini + Castoldi, 2018Di
| Dalai Editore, 2012Di
| Dalai Editore, 2008Conosci l'autore
Per poter aggiungere un prodotto al carrello devi essere loggato con un profilo Feltrinelli.
Per poter aggiungere un prodotto alla lista dei desideri devi essere loggato con un profilo Feltrinelli.
Il Prodotto è stato aggiunto al carrello correttamente
Il Prodotto è stato aggiunto alla WishList correttamente