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Ritratte, donne di arte e scienza al museo Carlo Bilotti di Roma

Da sinistra: Alessandra Celletti, Matematica, già Direttrice del Dipartimento di Matematica dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”, Flaminia Gennari Santori, Direttrice delle Gallerie Nazionali Barberini Corsini, Roma, Francesca Cappelletti, Direttrice della Galleria Borghese, Roma. Mostra “Ritratte. Donne di arte e di scienza” Foto di Gerald Bruneau ©Fondazione Bracco

Da sinistra: Alessandra Celletti, Matematica, già Direttrice del Dipartimento di Matematica dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”, Flaminia Gennari Santori, Direttrice delle Gallerie Nazionali Barberini Corsini, Roma, Francesca Cappelletti, Direttrice della Galleria Borghese, Roma. Mostra “Ritratte. Donne di arte e di scienza” Foto di Gerald Bruneau ©Fondazione Bracco

Il potere delle donne è quello di creare, nutrire e trasformare

Diane Mariechild

Dal 13 luglio al 10 settembre, al museo Carlo Bilotti di Roma, c’è una mostra che parla di donne. Donne che sono riuscite, con una costanza eccezionale e con la dedizione che si riserva alla passione e al lavoro che si ama, a raggiungere le posizioni più alte e di rilievo nel loro ambito. Saranno i loro ritratti a parlare, non per nulla la mostra titola così: Ritratte, donne di arte e scienza. Racconteranno le proprie storie attraverso i loro volti ma, soprattutto, attraverso lo sguardo di Gerald Bruneau, il fotografo francese di fama internazionale che è riuscito a cogliere il culmine delle carriere di queste donne.

Maria Cristina De Sanctis, Planetologa, ricercatrice all’INAF di Roma Mostra “Ritratte. Donne di arte e di scienza” Foto di Gerald Bruneau ©Fondazione Bracco

Un itinerario eclettico di immagini e parole, che si snoda in luoghi spesso nascosti, tra vaste sale rivestite di marmi di palazzi d’epoca e laboratori di ricerca inaccessibili, per raccontare la guida sapiente di queste professioniste che non di rado propongono – attraverso la loro stessa biografia – un modello di governo inclusivo e ispirante.

La mostra propone due percorsi espositivi distinti ma complementari, oggi riuniti per la prima volta in un’unica esposizione, fortemente voluta da Fondazione Bracco nell’ambito del proprio intervento di contrasto agli stereotipi di genere e di promozione delle competenze, concepiti rispettivamente come asse prioritario di intervento per raggiungere la parità e unico discrimine per qualsiasi sviluppo personale e collettivo.

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