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Ugo Mulas. L’operazione fotografica in mostra a Venezia

© Eredi Ugo Mulas Tutti i diritti riservati Courtesy Archivio Ugo Mulas Milano Galleria Lia Rumma Milano Nap

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Il lavoro fotografico di Ugo Mulas offre un punto di vista imprescindibile sullo statuto dell’opera d’arte stessa

Alberto Salvadori, direttore dell’Archivio Ugo Mulas
Ugo Mulas. L'operazione fotografica. Ediz. a colori

Amico dei più grandi artisti italiani del dopoguerra, fotografo e artista egli stesso, capace come nessun altro di interpretare con acutezza e profondità i lavori dei maestri prediletti (da Lucio Fontana a Michelangelo Pistoletto), Ugo Mulas (1928-1973) non è mai stato presentato da una monografia di questo livello.

Una produzione, quella di Ugo Mulas, difficile da comprendere in una sola definizione. La mostra che si terrà dal 29 marzo al 6 agosto 2023 a Venezia, Ugo Mulas. L’operazione fotografica, non cerca, infatti di racchiudere un artista nelle maglie di un genere o di un tipo: casomai, l’obiettivo è di restituire la complessità del gusto, dei temi e delle riflessioni di uno dei protagonisti della fotografia italiana e internazionale della nostra contemporaneità. Oltre 300 fotografie, di cui 30 mai esposte prima, insieme a documenti, video e testimonianze che ricostruiscono un’esperienza unica e sfaccettata.

Un’operazione che deve la sua riuscita alla collaborazione tra Marsilio Arte – che cura il catalogo della mostra omonima – e l’Archivio Ugo Mulas, che raccoglie la produzione trasversale sul e del fotografo. Un artista, Mulas, che ha compreso da autodidatta come la fotografia fosse innanzitutto testimonianza, presa diretta e tentativo di oggettività per un reale mutevole e difficile da fermare. Perciò comincia dalla città dove vive, Milano, dalle sue periferie, per poi approdare presto agli ambienti più influenti della moda e della pubblicità, da Vogue al Settimo Giorno. Arriverà a collaborare finanche con Giorgio Strehler, grazie al quale pubblicherà le fotocronache L’opera da tre soldi (1961) e Schweyck nella seconda guerra mondiale (1962).

Dopo un primo periodo, quindi, di resa della realtà con la macchina fotografica, Mulas giunge alla maturità per riflettere sul medium che utilizza, e sull’opera che crea. Perciò, attraverso la fotografia analizza la fotografia stessa, interrogandosi e teorizzando l’immagine e il mezzo per produrla.

Il lavoro fotografico di Ugo Mulas […] ci spinge a riflettere sulla relazione, ogni volta nuova e peculiare, tra l’artista e il suo spazio di lavoro, l’ispirazione e il contesto che la esprime. L’ampia retrospettiva che inaugura Le Stanze della Fotografia dà conto di questa sempre presente «attualità» dello sguardo di Mulas, mostrandone anche aspetti meno noti attraverso scatti, documenti d’archivio, video mai esposti prima d’ora e restituendoci il ritratto di un artista a tutto tondo, della sua visione dell’arte e della cultura del Novecento.

Allo stesso tempo, la profonda riflessione di Mulas arriva a toccare l’arte in genere, il suo statuto di opera in grado di rappresentare – o incapace di farlo – la realtà. Grazie alle collaborazioni e ai contatti che stabilisce in Italia, nel viaggio negli Stati Uniti incontra e lavora al fianco di artisti del calibro di Andy Warhol, fino a instaurare un rapporto solido e proficuo con Marcel Duchamp. Sarà con lui che cambierà ancora la propria riflessione, tentando di cogliere con la sua fotografia non tanto l’artista, ma la profondità psicologica dell’uomo.

Il percorso espositivo si snoda lungo 14 sezioni che ripercorrono tutti i campi d’interesse di Mulas. Dal teatro alla moda, con i ritratti di amici e personaggi della letteratura, del cinema e dell’architettura fotografati come modelli in posa, dai paesaggi e dalle città alla sua esperienza con la Biennale di Venezia e con gli artisti della Pop Art. Una sezione è dedicata a Milano e al celebre bar Jamaica, che il grande Luciano Bianciardi descrive nel suo libro La vita agra.

© APML Architetti Pedron - La Tegola

Le Stanze della Fotografia, che ospitano la mostra, è l’iniziativa congiunta di Marsilio Arte e Fondazione Giorgio Cini, destinata a proseguire il percorso iniziato nel 2012 alla Casa dei Tre Oci di Venezia – storico palazzo neogotico situato sull’isola della Giudecca e di recente acquistato dal Berggruen Institute – nella convinzione che la fotografia, tra i linguaggi artistici più interessanti del moderno e del contemporaneo, debba continuare ad avere una sua specifica “casa” a Venezia. Ad affiancare le attività espositive, una Fondazione dedicata sosterrà i progetti di ricerca grazie al contributo dei partner strategici Fondazione di Venezia e San Marco Group.

Orari e giorni della mostra

Le Stanze della Fotografia, Isola di San Giorgio Maggiore, Venezia

Tutti i giorni dalle ore 11 alle 19. Chiuso il mercoledì. Aperture straordinarie: mercoledì 26 aprile, mercoledì 3 e 31 maggio

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