Venezia! Esiste un nome nelle lingue umane che abbia fatto sognare più di questo?
Innamorati, artisti, scrittori, turisti da tutto il mondo: Venezia è una delle città più amate e visitate di sempre. È anche tra le città più rappresentate, nei libri, nei quadri e nelle fotografie. Dal 29 aprile al 4 giugno 2023, la mostra di Alessandra Chemollo, Venezia alter mundus, metterà in scena tutta la bellezza dei suoi canali, dei suoi monumenti e della sua cultura, con 65 foto già raccolte nel libro edito da Marsilio Arte dal titolo omonimo.
I lavori di Alessandra Chemollo, raccolti in questo prezioso libro fotografico, sono in grado di far parlare le “pietre”, aprendoci gli occhi sul gioco di riflessi dell’acqua e sul mutare del cielo, in un luogo dove i confini sembrano non esistere più.
Venezia è una città che fa parte da secoli dell’immaginario comune, e chiunque può parlarvi – per sentito dire o per esperienza diretta – della sua unicità, delle strade fatte d’acqua, di piazza San Marco, dell’isola della Giudecca. Tanto se ne parla e se ne racconta che, inevitabilmente, Venezia diventa, come scrive Petrarca e riprende Chemollo, alter mundus, un mondo altro. Altro nel senso di diverso, distante – da cosa? è l’oggetto di indagine della mostra –, fino a diventare nessuno.
Una città perfettamente in linea con Vitangelo Moscarda, verrebbe da dire, e che pure mantiene una propria identità che non si può raccontare, ma che, anzi, soltanto la città stessa è in grado di narrare. Per questo la mostra fotografica cerca di mettere in scena la narrazione pura di un luogo che è diventato tanti altri luoghi e nessuno, ma che ha una voce forte al di là della bellezza che si perde e si consuma sotto gli occhi dei turisti.
Una voce fatta, paradosso dei paradossi, di pietra e di acqua, di strade e trame da seguire. Come osserva Franco Rella nel libro da cui deriva la mostra, «le immagini che Alessandra Chemollo ha tracciato e ha messo in una trama, in una storia nascono dal tentativo davvero di andare alla ricerca di un mondo altro, alter mundus. Per fare questo non ha soltanto seguito i profili delle stupende costruzioni, dei monumenti e delle case che ci presenta; non ha solo inseguito l’acqua in cui affondano o si riflettono le colonne, ma ha cercato di svuotare Venezia da tutto ciò che oggi la costituisce ma che soprattutto la maschera. La sua Venezia non ha piccioni, non ha gabbiani, non ha turisti. Non possiamo considerare tali le figure che si muovono minuscole, quasi un arredo ornamentale, in una fotografia della piazza di fronte alle Procuratie Nuove».
Un’occasione per guardare a Venezia con occhi diversi, se non altro diversi dai propri, sempre troppo abbagliati dalla bellezza.
Di
| Neri Pozza, 2022Di
| Jonglez, 2022Di
| Hoepli, 2022Di
| 40due Edizioni, 2022Di
| Marsilio, 2021Di
| Supernova, 2021Di
| Postcart Edizioni, 2021Ti potrebbero interessare
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