La redazione segnala

Jean Reno e i tanti volti del suo cinema

Jean Reno interpreta il dott. David Sheinbaum nel film di Rose Bosch Vento di primavera ©Mymovies

Jean Reno interpreta il dott. David Sheinbaum nel film di Rose Bosch Vento di primavera ©Mymovies

Settantacinque anni fa nasceva Jean Reno. Vedere gli attori a noi più cari invecchiare ci dà la misura del tempo che passa e ci riguarda in prima persona.

Può invecchiare il killer sull’orlo della tenerezza di Léon di Luc Besson?

Può invecchiare il Goffredo de Montmirail de I visitatori di Jean-Marie Poiré, che pure aveva sconfitto il tempo, planando ai nostri giorni dai secoli medievali?

Evidentemente sì.

Léon
Léon Di Luc Besson

Un sicario spietato è costretto a rivedere la propria vita grazie all'incontro con una dodicenne.

Jean Reno nasce a Casablanca come Juan Moreno y Herrera-Jiménez, di chiare origini spagnole: un nome decisamente difficile per sfondare (ne sapevano qualcosa Alida Valli e Audrey Hepburn, circa la necessità di sforbiciare il resoconto nobiliare dell’anagrafe…). Andava accorciato e cambiato. Detto fatto.

La sua parabola è inscindibile, per il periodo migliore, da quella di Besson (e potremmo anche dire il contrario, con la sola eccezione, probabilmente, de Il quinto elemento). Nel 1983 tiene proprio a battesimo il suo connazionale con Le Dernier Combat, a cui segue Subway nel 1985 (indimenticabile il suo personaggio che gira con le bacchette da batteria), quindi Le Grand Bleu nel 1988 e soprattutto le due migliori opere di Besson, Nikita nel 1990 e Léon nel 1994.

Esordisce nel 1979 in un film secondario di Raoul Ruiz (L’Hypothèse du tableau volé) e ha modo di girare anche con registi di primo piano come gli italiani Marco Ferreri, Michelangelo Antonioni e Roberto Benigni (parla bene anche la nostra lingua), e si fa apprezzare – principalmente in ruoli da caratterista – oltreoceano, dove viene diretto dal mitico Brian De Palma (Mission: Impossible), Lawrence Kasdan (French Kiss), John Frankenheimer (Ronin), John McTiernan (Rollerball), Ron Howard (Il codice da Vinci), Sean Penn (Il tuo ultimo sguardo) e Spike Lee (Da 5 Bloods – Come fratelli) tra i tanti.

Il codice da Vinci (1 DVD)

Il professore americano Robert Langdon si trova a Parigi per affari quando viene convocato al Louvre, dove ha avuto luogo uno spettacolare omicidio. Le indagini di Langdon, aiutato da una giovane crittologa francese, lo porteranno a cercare il significato di un antico codice per rivelare uno dei più grandi misteri di tutti i tempi.

In generale, Reno ha finito col rappresentare, tolti i film in cui può essere il protagonista principale (e ciò accade fondamentalmente se l’opera è girata in casa), il prototipo del francese in giro per il mondo. Il soggetto con la connotazione transalpina e “quella faccia un po’ così” che si vede sempre con piacere sullo schermo, come se un vecchio amico tornasse a trovarci.

E non importa quanto lungo sia il ruolo, lui si fa comunque apprezzare e notare, spesso per il sarcasmo, per la strana commistione di ironia mescolata a dimensioni fisiche da villain (non a caso all’inizio veniva spesso usato in quel modo) e all’abituale collegamento del suo personaggio con assassini gelidi o soggetti inaffidabili. Ma se c’è un ambasciatore della Francia, sul grande schermo, insieme al capofila Depardieu e al sempre più bravo Dujardin, questo è il settantacinquenne Jean Reno.

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