La redazione segnala

Humanae vitae, l’enciclica conservatrice di Paolo VI

La trilogia della Patria del giornalista e scrittore Enrico Deaglio è una raccolta in presa diretta dei fatti più importanti che hanno segnato la storia del nostro paese dal 1967 al 2020. I volumi:

Patria 1967-1977, Feltrinelli 2018
**
Patria 1978-2010, Il Saggiatore 2010
**
Patria 2010-2020, Feltrinelli 2020 
Estratto da

Patria 1967-1977 di Enrico Deaglio

pp. 110-112

Patria 1967-1977
Patria 1967-1977 Di Enrico Deaglio;Valentina Redaelli;

Nel 1967 Gianni Morandi canta "C'era un ragazzo che come me", De André "Via del Campo2 e Luigi Tenco si spara un colpo di pistola al Festival di Sanremo: si sente nell'aria che qualcosa sta per succedere, e infatti comincia un decennio di rivoluzioni, conquiste, speranze, disamori e misteri. Ma che cosa è successo davvero in quel decennio?

25 luglio 1968, Roma

Lo stesso papa che aveva mandato segnali lungimiranti sulla dottrina sociale della Chiesa appena un anno prima, con la nuova enciclica Humanae vitae detta una linea di intransigenza totale sul piano della morale e del controllo delle nascite.

Pur riconoscendo che la società sta cambiando (il rapido sviluppo demografico a fronte di risorse limitate; il difficile sostentamento conveniente di un numero elevato di figli; il cambiamento del posto della donna nella società; il mutamento nel valore attribuito al matrimonio e agli atti coniugali), Paolo VI impone ai cattolici il divieto dell'uso della pillola come anticoncezionale (negli Stati Uniti, per esempio, è autorizzata a livello federale dal 1960) e di qualsiasi altro metodo contraccettivo e condanna l'aborto, in ogni caso.

La prosa con cui il papa "promulga la legge divina" appare più tortuosa rispetto alla sua precedente enciclica, come se la fermezza del messaggio nascondesse un disagio, una costrizione:

«Qualsiasi atto matrimoniale deve rimanere aperto alla trasmissione della vita. [...] È assolutamente da escludere, come via lecita per la regolazione delle nascite, l'interruzione diretta del processo generativo già iniziato, e sopra tutto l'aborto diretto, anche se procurato per ragioni terapeutiche.
E parimenti da condannare la sterilizzazione diretta, sia perpetua che temporanea, tanto dell'uomo che della donna. È altresì esclusa ogni azione che, o in previsione dell'atto coniugale, o nel suo compimento, o nello sviluppo delle sue conseguenze naturali, si proponga, come scopo o come mezzo, di impedire la procreazione.»

La "paternità responsabile" (papa Montini non parla mai di maternità responsabile) in rapporto alle condizioni fisiche, economiche, psicologiche e sociali, va esercitata attraverso "una perfetta padronanza di sé", "il dominio dell'istinto", "un clima favorevole all'educazione della castità, cioè al trionfo della sana libertà sulla licenza, mediante il rispetto dell'ordine morale".

Sono soltanto due le concessioni: il ricorso a metodi di controllo naturale delle nascite ("La Chiesa insegna essere allora lecito tenere conto dei ritmi naturali immanenti alle funzioni generative per l'uso del matrimonio nei soli periodi infecondi") e l'assunzione della pillola come consentito dalla legge italiana ("l'uso dei mezzi terapeutici necessari per curare malattie dell'organismo, anche se ne risultasse un impedimento, pur previsto, alla procreazione, purché tale impedimento non sia, per qualsiasi motivo, direttamente voluto").

Papa Montini chiude così le porte in faccia alla modernità, eppure c'era grande attesa per una svolta.
La commissione pontificia istituita da Giovanni XXIII nel marzo del 1963, nel clima di rinnovamento del Concilio vaticano II, si era pronunciata a maggioranza a favore di "un uso responsabile" dei contraccettivi.
Perché allora Paolo VI ha deciso di ignorare le indicazioni provenienti dall'interno della sua stessa Chiesa?

Una lettura plausibile viene dal vaticanista de "L’Espresso", Carlo Falconi, nell'articolo intitolato S'apre il controconcilio:

«I motivi che hanno spinto il papa al suo duro editto sono sostanzialmente due: anzitutto la preoccupazione per la perdita di prestigio che sarebbe derivata alla Chiesa, e in particolare al papato, dal mutamento di una dottrina in cui i suoi predecessori si erano spericolatamente addentrati con l'ascia degli anatemi, e poi il timore che, rompendo la maglia anche in un solo punto della dottrina dogmatica e morale, sarebbero entrati in discussione anche gli altri punti cardinali dell'insegnamento cattolico.»

Per approfondire

Humanae vitae. Lettera enciclica

Di Paolo VI | Paoline Editoriale Libri, 2016

Il Vangelo di Paolo VI

Di Paolo VI | San Paolo Edizioni, 2012

Trilogia della patria

Patria 1967-1977

Di Enrico DeaglioValentina Redaelli | Feltrinelli, 2018

Patria 1978-2010

Di Enrico Deaglio | Il Saggiatore, 2010

Patria 2010-2020

Di Enrico Deaglio | Feltrinelli, 2020

Potrebbero interessarti anche

Illustrazione tratta da "Il Vangelo di Paolo VI" di Paolo VI, San Paolo Edizioni 2012

Populorum progressio, l'enciclica di Paolo VI

Enrico Deaglio racconta le reazioni all'enciclica "Populorum progressio" di Paolo VI. Da "Patria 1967-1977"

Illustrazione tratta da "Il papa doveva morire. La storia dell'attentato a Giovanni Paolo II" di  Antonio Preziosi, San Paolo Edizioni 2021

L'attentato a papa Giovanni Paolo II

Enrico Deaglio racconta l'attentato a Karol Wojtyla del 13 maggio 1981. Da "Patria 1978-2010"

Giovanni Paolo II incontra il rabbino Elio Toaff

Enrico Deaglio racconta un momento passato alla storia nella sinagoga di Roma. Da "Patria 1978-2010"

La posta della redazione

La posta della redazione

Hai domande, dubbi, proposte? Vuoi uno spiegone?
Scrivi alla redazione!

Chiudi

Per poter aggiungere un prodotto al carrello devi essere loggato con un profilo Feltrinelli.

Chiudi

Per poter aggiungere un prodotto alla lista dei desideri devi essere loggato con un profilo Feltrinelli.

Chiudi

Il Prodotto è stato aggiunto al carrello correttamente

Chiudi

Il Prodotto è stato aggiunto alla WishList correttamente