La redazione segnala

Illegalità per decreto

Illustrazione digitale di Asia Cipolloni, 2023

Illustrazione digitale di Asia Cipolloni, 2023

Il dibattito pubblico sull’immigrazione degli ultimi anni, di rado è andato oltre alla semplicistica contrapposizione tra accogliere o non accogliere. In questa partita, in cui le forze in campo si sono spesso scontrate, pare sfuggire il contesto di riferimento, con le sue dinamiche e la sua innegabile realtà.

Le persone straniere nel nostro paese arrivano e continueranno a farlo, indipendentemente dalla brutalità delle leggi approvate nel tentativo di impedirlo. Il decreto Cutro – e non è già crudele intitolare un provvedimento legislativo in cui si comprimono i diritti e si aumentano le sanzioni, al luogo di un naufragio in cui hanno perso la vita decine di persone? – introduce delle modifiche al permesso di soggiorno per protezione speciale, che sarà più complicato da ottenere e non potrà essere convertito per motivi di lavoro. Non solo: taglia ulteriormente i servizi previsti nei centri di accoglienza eliminando l’insegnamento dell’italiano e il supporto legale e psicologico e crea un nuovo reato per «morte o lesioni come conseguenza di delitti in materia di immigrazione clandestina», con pene dai 20 ai 30 anni di carcere.

Gli istituti penitenziari, in effetti, sono tra i luoghi di eccellenza a cui guardare se vogliamo comprendere fino in fondo le conseguenze della deliberata scelta di obbligare le persone a vivere nell’irregolarità. In Italia, le persone straniere detenute sono circa il 35%, in molti casi condannate per reati legati alla micro criminalità come spaccio o furti, e con rilevanti problemi di salute sia fisica sia mentale. Le conseguenze del ridurre le persone all’invisibilità si manifestano anche nelle nostre città, nei numerosi giacigli improvvisati agli angoli delle strade, cui si risponde progettando panchine su cui non ci si può sdraiare e sgomberando le persone in modo che non siano più sotto i nostri occhi.

Noi italiani neri. Storia di ordinario razzismo

"Rappresentiamo il Mediterraneo... Rimuginai a lungo su quella frase. Duemila anni di storia e di mescolanze, migrazioni e integrazioni, di conquiste violente e dominazioni secolari, quanto avevano imbastardito i ceppi etnici?"

La spirale dell’irregolarità ti cattura e ti trascina a fondo, e sono migliaia le storie in cui l’assenza del permesso di soggiorno ha determinato percorsi di vita disperati e dolorosi. Senza un titolo valido di permanenza sul territorio non è possibile avere un contratto di lavoro, affittare una casa, accedere al servizio sanitario nazionale, e questa condizione apre le porte allo sfruttamento lavorativo nelle campagne, ma anche nei servizi di consegna a domicilio, all’interno delle famiglie che necessitano di assistenza domiciliare per anziani non autosufficienti, fino ad arrivare allo spaccio di stupefacenti e alle reti della criminalità organizzata. I provvedimenti restrittivi in materia di immigrazione vengono spesso giustificati argomentando che si vogliono bloccare solo gli arrivi irregolari.

Ma quali sono davvero le possibilità di regolarizzarsi nel nostro territorio per chi proviene da un altro paese? Per poter lavorare in Italia, l’unica procedura attivabile è quella del decreto flussi: quote annuali, suddivise per nazionalità e tipologia di lavoro, in cui l’offerta di un contratto deve incrociarsi con la disponibilità di un lavoratore che si trovi ancora nel paese di origine.
Nessuna possibilità di regolarizzare la propria posizione invece per chi, anche con la promessa di un lavoro, si trovi già in Italia ma senza avere i documenti. Nell’ultimo decreto flussi le quote disponibili erano 82.700, dopo poche ore dall’apertura delle prenotazioni sul sito del ministero dell’Interno erano arrivate 240.000 domande.

Ho viaggiato fin qui. Storie di giovani migranti

Il libro raccoglie le storie di alcuni ragazzi immigrati da diversi Paesi: Est Europa, America Latina, Filippine, Cina, Egitto, Nigeria. Storie di dolore, speranza, integrazione e disintegrazione. Racconti autentici, potenti, scritti in prima persona dai ragazzi, e che narrano il trauma del distacco dalla patria e dagli affetti, dai villaggi e dalle campagne; il viaggio, talvolta rocambolesco, che li ha portati fin qui.

Ecco perché i permessi di soggiorno per protezione internazionale e protezione speciale sono praticamente l’unico strumento grazie al quale le persone che sono già sul territorio possono immaginare di costruire il loro futuro qui in Italia. D’altra parte, il provvedimento di sanatoria approvato nel 2020 per i lavoratori dei settori agricolo e di cura sconta numerosi ritardi per assenza di personale, e gli ultimi dati disponibili indicano che, dopo quasi tre anni, devono ancora essere concluse il 60% delle pratiche. È importante ricordare i dati relativi a decreti flussi e sanatorie proprio per cercare di contrastare le false informazioni utilizzate per legittimare l’introduzione di leggi regressive, criminogene e pericolose. Pericolose perché restringendo le maglie della regolarizzazione, rendendo sempre più difficile ottenere un permesso di soggiorno e quindi accedere a tutte le possibilità che questo comporta, non stiamo di fatto contrastando l’immigrazione “clandestina”, stiamo semplicemente promuovendo e incentivando quelle sacche di marginalità che, prima o poi, porteranno alla commissione di reati legati alla sussistenza.

Nato sul confine
Nato sul confine Di Fabrizio Gatti;

Un Paese distrutto dalla guerra. Centinaia di persone da mettere in salvo. Fabrizio Gatti attraversa di nuovo il mare, dalla Libia al largo di Lampedusa, per raccontarci il viaggio di una famiglia siriana, e di tante altre famiglie dal destino simile, verso la salvezza. Lo fa affidandosi a una voce impossibile, ma più vera e più forte di qualunque altra.

Pretendere canali legali e sicuri di ingresso e la possibilità di ottenere più facilmente un titolo di soggiorno riguarda in prima istanza la nostra sicurezza sociale e collettiva, ed è un’evidenza talmente incontrovertibile da essere sicuramente nota a chi ci governa. Viene da chiedersi, quindi, se il vero obiettivo di questi provvedimenti non sia proprio creare e accrescere il disordine e l’allarme sociale, con effetti dannosi e incontrollabili sulla vita di tutti noi.

Accogliamoli tutti. Una ragionevole proposta per salvare l'Italia, gli italiani e gli immigrati

Accogliere tutti. È questa l'unica politica efficace in materia di immigrazione. È la soluzione più utile e produttiva per gli immigrati, ma soprattutto per gli italiani. In questo pamphlet Luigi Manconi e Valentina Brinis dimostrano, con argomenti sempre basati sulla realtà dei dati e dei fatti, che l'arrivo di donne e uomini stranieri è un'opportunità di salvezza per una società invecchiata e immobile come la nostra.

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