La redazione segnala

25 anni di Google

«Non c’è più Google», dichiara allarmata la mamma di Zerocalcare nella striscia I vecchi che usano il PC, una delle più belle e più lette dei primi anni del suo blog.
Google è talmente indispensabile per chi naviga in internet che spesso i nostri genitori e nonni lo confondono con l’intero web. Oggi Google compie 25 anni, ma è dalla sua nascita che non teme rivali: i motori di ricerca alternativi, semplicemente, non reggono il confronto.

Google arrivò alla fine del 1998, quando le pagine web erano diventate abbastanza numerose da creare agli utenti problemi di consultazione. Nel momento in cui internet ospitava migliaia e migliaia di siti, orientarsi era impossibile: serviva un meccanismo capace di richiamare all’occorrenza gli indirizzi giusti.

All’epoca ce n’erano diversi, come Virgilio, Yahoo e Altavista, ma i creatori di Google seppero azzeccare la ricetta che lo rese immediatamente il più utile di tutti. L’ingrediente segreto era nel criterio in cui le pagine erano ordinate. Cercando “Alfred Hitchcock” su uno dei motori precedenti, l’output della ricerca sarebbe stato un elenco di pagine web ordinato in base a quante volte quelle pagine contenevano le parole “Alfred Hitchcock”. Così le biografie ufficiali del regista, le notizie sui suoi film, le foto che lo ritraggono sarebbero state visualizzate dopo i siti web di suoi fans che lo citavano in continuazione.

Numeri intelligenti. La matematica che fa funzionare l’intelligenza artificiale di Google, Facebook, Apple & Co.

Una rivoluzione che è solo all’inizio: c’è una moltitudine di problemi in attesa di buone soluzioni, e per trovarle è necessaria un’alleanza coraggiosa e consapevole tra la creatività umana e la potenza di calcolo dei supercomputer.

Google cambiò le carte in tavola. I risultati erano ordinati non più in base al numero di ricorrenze nelle pagine dell’espressione cercata, ma in base al numero di siti che linkavano a quelle pagine. Era un modo semplice ma efficacissimo di sfruttare la rilevanza che le singole pagine web avevano già acquisito nella loro vita online.
In un batter d’occhio gli utenti si resero conto che, usando Google, ciò che cercavano era molto più facilmente tra i primi risultati. Col risultato che oggi il 70% delle ricerche online avviene attraverso Google.

L’idea si deve ai fondatori di Google, Larry Page e Sergei Brin, all’epoca studenti di dottorato a Stanford, che la svilupparono nel 1996 insieme a un ricercatore della stessa università, Scott Hassan, che lasciò il trio prima del lancio ufficiale dell’azienda.
Il sistema del PageRank era alla base del progetto che chiamarono BackRub e fu poi ribattezzato Google, giocando su un’ortografia scorretta della parola googol, cioè 10 elevato alla 100.

La prima sede ufficiale di Google fu il garage di Susan Wojcicki, collega dei due fondatori.
Il 27 settembre 1998 è la data della registrazione formale dell’azienda, resa possibile grazie all’investimento di 100.000 dollari dell’imprenditore tedesco Andy Bechtolsheim: da allora, nel giro di pochissimo tempo, Google era destinata a surclassare una dopo l’altra le compagnie concorrenti come Excite e Yahoo e diventare un colosso della Silicon Valley.

Google liquido. Verso una nuova Internet

"Google liquido" è il libro di riferimento per capire cosa sia oggi Google e di conseguenza cosa sia Internet oggi. Google è cambiato - si è fatto liquido - ma sono ancora pochi coloro che lo hanno compreso e che lo approcciano nel modo corretto.

In questi 25 anni i prodotti che Google ha comprato, ideato, testato e lanciato non si contano: Google Maps, Gmail, Youtube, Google Earth, Google Photo, solo per citare quelli attualmente più popolari.
Per non parlare di Android! Moltissimi, meno noti, non hanno avuto successo e sono stati via via rimossi: l’esempio più famoso è forse Google Plus, che si proponeva come il social network di Google ma non è mai decollato. È divertente andare a sbirciare la pagina Killed by Google e scoprirne di sconosciutissimi.

La narrazione di Google su se stessa è da sempre incentrata su valori di pluralità e accessibilità: una grafica da sempre pulita e immediata; i leggendari spazi di lavoro che stimolerebbero creatività e benessere tra i dipendenti; il motto “tecnologie per tutti”: ognuna di queste immagini vuole evocare una linea progressista e inclusiva (per approfondire about.google/our story).
Ma è impossibile non chiedersi, oggi, come sarebbe un mondo in cui non fosse una sola azienda a indirizzare la quasi totalità delle nostre ricerche online: il potere insito in una simile pervasività è talmente grande che tendiamo a dimenticarlo.

Rete padrona. Amazon, Apple, Google & co. Il volto oscuro della rivoluzione digitale

Con questo libro vi porto in viaggio con me nella Rete padrona. È un viaggio nel tempo, per confrontare le speranze e i progetti più generosi di un ventennio fa con le priorità reali che plasmano oggi il mondo delle tecnologie. È un viaggio tra i personaggi che hanno segnato quest'epoca, da Bill Gates a Steve Jobs, a Mark Zuckerberg

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