La trilogia della Patria del giornalista e scrittore Enrico Deaglio è una raccolta in presa diretta dei fatti più importanti che hanno segnato la storia del nostro paese dal 1967 al 2020. I volumi:
Ma davvero è successo tutto questo? In un libro di novecento pagine, una cavalcata in quel vero romanzo che è stata l'Italia degli ultimi trent'anni. È come guardare un film sulla nostra vita, in cui gli avvenimenti sono raccontati mentre succedono.
Reggio Calabria, 9 agosto 1991
Pochi lo conoscono, ma è il magistrato che - a conclusione di una brillante e onesta carriera - sostiene l'accusa nei processi di mafia, camorra e 'ndrangheta in Cassazione.
Antonino Scopelliti, reggino, 56 anni, preparatissimo, riservato, con un grande charme che coltiva nelle amicizie e nelle cene all'aristocratico Circolo della caccia di Roma, sta preparando la richiesta di rigetto dei ricorsi in Cassazione del maxiprocesso a Cosa Nostra.
Ha rifiutato cinque miliardi di lire per essere morbido.
Le parole, indimenticabili, con cui Giovanni Falcone ha messo a nudo il sistema della criminalità organizzata, illustrandone i meccanismi e le articolazioni di potere, il perverso sistema di valori, le modalità di reclutamento dei nuovi affiliati, le attività illecite e molto altro
È in vacanza nelle sue terre natali, guida la macchina sulla strada provinciale tra Villa San Giovanni e Campo Calabro, quando nella località di Campo Piale, viene affiancato da un commando che gli spara con la lupara.
Scopelliti perde il controllo della macchina e finisce sotto un ponte. Il commando lo cerca e sparano sul ferito il colpo di grazia con una pistola P38.
È il primo magistrato ucciso in Calabria, ma la notizia non sembra fare molta impressione.
Una settimana dopo, Giovanni Falcone commenta amaramente sul quotidiano La Stampa:
«L'ultimo delitto eccellente è stato realizzato, coma da copione, nella torrida estate meridionale cosicché, distratti dalle incombenti ferie di Ferragosto e dalla concomitanza di altri gravi eventi, quasi non vi abbiamo fatto caso».
Per il magistrato, invece, molte cose sono chiare purtroppo.
Che 'ndrangheta e Cosa Nostra sono più unite di quanto si pensi, che la criminalità non ha paura di colpire (ed è la prima volta) un magistrato di Cassazione, sapendo che non ci sarà reazione da parte dello Stato, che la mafia conosceva il ruolo, che Scopelliti, riservatissimo a riguardo, avrebbe assunto di lì a poco nell'atto finale del processo contro Cosa Nostra.
Uccidere e farla franca. È l'attività che la mafia siciliana ha elevato a forma d'arte nella sua corsa al potere e al denaro. Una corsa che l'ha resa la più ramificata, famigerata e copiata organizzazione malavitosa del pianeta, al punto che il termine italiano 'mafia' si è trasformato ormai in una generica etichetta,
Giovanni Falcone conclude:
«Non ci vuole molto per capire [...] Si spera che l'ultimo infame assassinio faccia comprendere quanto grande sia la pericolosità criminale delle organizzazioni mafiose e che se ne traggano le conseguenze [...] ci si permette di suggerire che è giunto il tempo di verificare sul campo l'effettivo impegno antimafia del governo».
Di
| Rizzoli, 2017Di
| Laterza, 2007Di
| Solferino, 2022Di
| Chiarelettere, 2019Di
| Feltrinelli, 2018Di
| Il Saggiatore, 2010Di
| Feltrinelli, 2020Potrebbero interessarti anche
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