In occasione della settimana del Festival di Sanremo, riproponiamo la nostra selezione dei migliori libri dedicati ai più grandi cantautori italiani, quelli che sono riusciti a scavare a fondo nell'umano e ne hanno tratto meraviglie.
Giardini Margherita, Bologna. È giugno e, mentre lo sguardo si posa sui colli per "scoprire dove il sole va a dormire", si balla a piedi scalzi sull'erba provata da un'intera giornata di caldo.
Questo è ciò che penso quando su Spotify suona Voglio vederti danzare di Franco Battiato. Penso a giorni di vita vissuta, a una quotidianità nella quale mi sono ritrovata per tanto tempo. Forse perché lì, in musica e parole, ho sempre ritrovato tutte le sfaccettature dell'animo umano, o almeno, quelle che io sapevo.
Per conoscere le canzoni d'autore, puoi seguire due strade: o le incontri da grande o hai la fortuna di crescere con loro. Io le ho percorse entrambe.
Prima ancora che nascessi mia mamma suonava con la chitarra, su un pavimento di marmo freddo, Rimmel, di De Gregori. I suoi capelli neri e ricci a coprirle il volto e gli accordi a raccontare tutto, di tante anime.
Durante le prime lezioni di chitarra avevo imparato Il mio canto libero, di Lucio Battisti, e la provavo sempre con mio padre, in uno studio fatto di scaffali e spartiti.
Poi sono venuti gli anni di Bologna, delle parole di Dalla tra le strade, la sua musica che riecheggia nei vicoli, le corse disperate alla ricerca di Piazza Grande, l'impresa eccezionale di essere normale, sempre a modo mio.
E in quelle storie liete e nei tempi andati, ritrovavo un po' me stessa e mi conoscevo un po' di più. Forse grazie alle canzoni che ascoltavo, forse grazie alle persone che incontravo ascoltando quelle canzoni.
Dai viaggi in macchina tra Ravenna e Bagnacavallo cantando a squarciagola Amore disperato di Nada, al testo stonato di Nessuno vuole essere Robin in via Rialto o via Orfeo, a tarda notte.
Amare e ridere, della vita e di tutto ciò che autori, artisti, poeti e umani ci hanno saputo raccontare con la propria penna, con i suoni che sapevano creare.
Questo, forse, è l'insegnamento migliore che ho imparato crescendo con le canzoni d'autore, da quei viaggi in macchina verso Trieste, quando avevo quasi paura della pulce d'acqua, a quella cucina, in via Massarenti 204/C, quando si fioriva e sfiorivano le viole.
Gli anni dell'infanzia con Fabrizio, "Bicio", sfollato in una cascina di Revignano d'Asti; lo zio Francesco reduce dal campo di concentramento, prototipo di tante figure dolenti che popoleranno le sue canzoni. L'adolescenza e la giovinezza a Genova, tra i primi tentativi musicali, la ribellione e la scoperta del sesso, l'alcol, la bohème cittadina. E poi l'amicizia con Luigi Tenco, i primi timidi successi, il processo per oscenità a "Carlo Martello", il primo matrimonio, il figlio Cristiano, Dori Ghezzi e la Sardegna, il sequestro, la malattia. Una biografia con fotografie inedite.
La facoltà dello stupore: è questo il nucleo attorno al quale orbita l'intera esperienza artistica di Franco Battiato, la matrice che accomuna tutti i brani della sua vastissima produzione. La sua musica è un dono, un invito a smarrirsi per poi ritrovarsi; è un'esortazione a sperimentare continue incursioni in un altrove sconosciuto, negli infiniti «mondi lontanissimi» che possono aprirsi lungo il cammino delle nostre vite. Ed è proprio questo «senso di stupore inaudito» il sentimento dal quale prende le mosse Aldo Nove per ripercorrere la parabola umana e creativa del musicista siciliano e illuminare le incessanti peregrinazioni dello spirito che la alimentano.
Francesco De Gregori aveva ventun anni nel 1972 quando con l’amico Antonello Venditti pubblicò il primo LP, Theorius Campus. L’anno seguente debuttò come solista (Alice non lo sa) e da allora sono venuti più di venti album in studio e pochi meno dal vivo, che hanno cambiato la scena della musica italiana grazie a una capacità di fascinazione forte e rara: canzoni uncinanti che amano attingere dal folk anglosassone, dal rock, dalla musica popolare, brani elusivi e sfuggenti, enigmatici, capaci però di aprirsi a tutti, come dev’essere per la grande canzone. In quasi cinquant’anni di attività De Gregori ha scritto più di duecento testi, che mai prima d’ora erano stati oggetto di una raccolta integrale
Un prima e un dopo. Come tutti i grandi artisti, Lucio Battisti ha lasciato un'impronta indelebile nella musica italiana: le sue indimenticabili e rare apparizioni televisive, la sua voce asciutta e fragile, i testi semplici eppure così radicalmente diversi e innovativi, una composizione musicale complessa, accurata, dall'effetto struggente. Lucio Battisti è un autore che ancora oggi ascoltiamo senza esserne mai sazi. In tanti hanno scritto di Lucio Battisti, ma in pochi lo conoscevano davvero.
Cesare Cremonini è stato, fino a questo libro, uno dei misteri meglio custoditi della musica italiana. Di lui conoscevamo soprattutto le canzoni, l'ironia e la riservatezza. Perciò Let them talk. Ogni canzone è una storia, è un piccolo miracolo, almeno per il suo (enorme) pubblico. In queste pagine finalmente "si espone", ma lo fa svelandosi con estro inafferrabile, come nel suo stile. Disseminando la scrittura di indizi, di tessere che a poco a poco compongono il mosaico della sua personalità. Sì, perché il fascino di Cremonini sta anche nelle sue contraddizioni, un bambino introverso fino alle lacrime ma allo stesso tempo accentratore, esibizionista, già votato allo spettacolo.
L'indimenticabile storia di una famiglia molto particolare e della nascita inaspettata di una bambina speciale nella Toscana degli anni Cinquanta: a più di dieci anni dalla prima pubblicazione, torna il sorprendente romanzo di esordio di Nada Malanima.
La buffa storia della tartaruga del poeta Marino Moretti, i lampi della Resistenza e il buio del dopoguerra, cronache di morti annunciate e pennellate di realismo magico. In questo libro, Francesco Guccini ha raccolto alcuni dei suoi migliori racconti, testi difficili da recuperare o, in alcuni casi, del tutto introvabili. Una raccolta di rarità che trasporta i lettori in un viaggio che va dai familiari scenari dell'Appennino tosco-emiliano a quelli, più inattesi, di un antico regno di fiaba.
Nonostante moltissimi vedano in lui solo il menestrello di Alla fiera dell'est, Angelo Branduardi è un caso unico nella storia della musica italiana. Un musicista che nella sua carriera ha esplorato in lungo e in largo i vasti territori del suono, navigando tra le culture, tra sacro e profano, e che - prediligendo per sé la definizione di trovatore - ha fatto sì che ogni suo brano fosse un piccolo giro del mondo, per la quantità di spunti e strumenti messi in campo.
Il libro, che esce in occasione del quarantesimo anniversario della scomparsa di Rino Gaetano, racconta la storia del musicista partendo dal "suo sud" fino all'incredibile culto sviluppatosi negli ultimi decenni. Dall'infanzia vissuta a Crotone agli anni scolastici di Narni, passando per il Folkstudio di Roma e il Festival di Sanremo fino all'incidente mortale di via Nomentana: Salvatore Antonio Gaetano, per tutti Rino, è il protagonista di un lungo racconto biografico in cui si fondono la Magna Grecia, la scuola cantautorale romana, gli anni Settanta, lo sberleffo, il reggae e le donne di tante canzoni, da Berta a Gianna che "difendeva il suo salario dall'inflazione".
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