Quello che i librai non dicono

Mens sana in corpore sano

Illustrazione di Gaetano Di Riso, 2021

Illustrazione di Gaetano Di Riso, 2021

- Ma lei lo sa che quando mia moglie mi chiede dove sono stato, io cosa le rispondo?

 -Non lo so, me lo dica...- chiedo incuriosita mentre infilo i libri che ha appena acquistato nella busta di carta Feltrinelli.

L'elegante signore, con occhi vispi di chi vuol essere simpatico e gentile mi risponde sorridendo:

- Dove vuoi che vada, non lo sai che io son tutto casa, chiesa e Feltrinelli? -

 Io sorrido felice mentre penso che per la città di Padova negli anni siamo diventati più di una libreria, siamo un luogo di rifugio, ritrovo, ristoro.

Molto spesso mi capita di sentire qualcuno rispondere al cellulare dicendo:

- Sì, sono da Feltrinelli... arrivo fra un po'... - oppure - Sono da Feltrinelli, troviamoci qui fra dieci minuti -  e ogni volta ovviamente, mi scappa di sorridere.

Non posso dire che la vita del libraio sia sempre facile, che sia fatta solo di belle letture e libri da consigliare, a volte la schiena grida, le cervicali si infiammano, i polsi chiedono aiuto. Il nostro è comunque sempre un lavoro fisico, fatto di continui spostamenti, libri nuovi da esporre, catalogo da riposizionare, vetrine da allestire.

Ai ragazzi, quando vengono a trovarci con gli insegnanti tramite le visite scolastiche, dico sempre che la libreria è simile ad un organismo vivente, è in continuo movimento, sia per la vendita e il riordino dei libri, sia per gli spostamenti che ci divertiamo a fare per trovare la quadra: non sempre quel che si vende oggi si venderà pure domani e ci sarà sempre qualcosa di nuovo da voler offrire e mettere in risalto.

Proprio ieri un ragazzo universitario mi è arrivato vicino visibilmente scosso e mi ha chiesto con fare apprensivo:

 - Ma i classici greci latini che erano qui ieri, non ci sono più? -

Lo guardo in modo rassicurante, perché son certa che vuol studiare Sofocle o Euripide già in giornata e gli spiego che noi ci divertiamo ogni tanto a fare di questi scherzetti ma che per niente al mondo potremmo mai rinunciare alle fondamenta del nostro sapere. Così dicendo lo accompagno nella bella piccola saletta dove classici, classici greci latini, teatro antico e moderno hanno finalmente insieme trovato la loro giusta dimensione.

Scriveva Ippocrate: “Descrivere il passato, comprendere il presente e prevedere il futuro: questo è il compito del medico” e se i libri sono la nostra medicina per l'anima, così noi librai speriamo di essere per voi gli infermieri che vi aiutano nella via della salute e della felicità.

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