Il caffè è il balsamo del cuore e dello spirito
Questa affermazione di Giuseppe Verdi rispecchia esattamente quello che pensiamo anche noi librai nelle intense giornate lavorative.
Dolce o amaro che sia, il caffè è una coccola a cui è difficile sottrarsi, soprattutto quando arriva nel momento in cui se ne sente veramente il bisogno.
Il nostro collega Maurizio, ad esempio, ne è fortemente dipendente: lo prende sempre senza zucchero e non lo disdegna anche se è freddo, l'importante è che ci sia. Per Massimo, invece, l'essenziale è che sia zuccherato, anche se non sempre il suo colesterolo ringrazia. Carlo rimane sempre piacevolmente sorpreso quando gli chiedo se vuole un caffè e Juli non vorrebbe mai farselo pagare, ma non sa dirmi di no.
Parliamo spesso tra noi del nostro lavoro: dati di vendita, analisi, esposizioni, proposte alternative ma a volte mi diverto a fare un'espressione accigliata e con tono serio chiedo: - Passiamo ora alle cose importanti...caffè? -
Noi librai non siamo macchine da guerra, o forse lo siamo, soprattutto sotto stress nei periodi più duri, come quando l'ansia da Natale ci fa alzare l'asticella della pressione e un buon caffè non si rifiuterebbe neanche in endovena... Ecco perché l'offerta del bicchierino di plastica con liquido nero, caldo, amaro o zuccherato, è sempre benvenuta.
Il caffè più dolce e più buono, però, è quello di Modou, perché arriva inaspettato, con il sorriso di un amico, con la felicità di chi sa fare un gesto gradito.
Modou è un ragazzo senegalese della mia stessa età (lo so, lavorando tra i libri a 45 anni ci sentiamo ancora tutti ragazzi), che conosciamo tutti da una vita alla Feltrinelli di Padova. Appena fuori della nostra libreria sa vendere con il suo sorriso dei libretti della cooperativa per cui lavora, che parlano dell'Africa in tutti i suoi aspetti. Alle cene della libreria che organizziamo viene invitato e ci sentiamo sempre tutti tristi quando per alcuni mesi l'anno torna al suo Paese. Il suo sorriso e le sue battute riescono sempre ad alzare il morale e il caffè che si diverte ad offrirci è molto spesso la carezza più dolce della giornata, quella carezza che ci aiuta a riprendere il lavoro dove lo si aveva lasciato, a sorridere di più e vivere meglio.
Capirete quindi perché, quando i carichi di lavoro in vista del Natale cominciano a farsi sentire, vi sentirete consigliare libri come: Finché il caffè è caldo o Basta un caffè per essere felici di Toshikazu Kawaguchi o Il caffè dei gatti di Anna Solyom o Caffè amaro di Simonetta Agnello Hornby.
Tutto ha una spiegazione, la nostra è una inaspettata richiesta subliminale: abbiamo bisogno di un caffè!
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