Lo si trovava immerso tra i libri per bambini, sorridente ed estremamente curioso. Un ragazzino cinese che, saltuariamente, veniva da solo in libreria.
Spesso sedeva a disegnare e passava un paio d’ore tranquillo e sereno chino sui tavolini dedicati ai lettori più giovani. In poco tempo conquistò la nostra simpatia, poiché, anche se parlava poco l’italiano, si faceva facilmente capire e la sua vivacità era contagiosa.
Incuriositi, ma anche un poco preoccupati, abbiamo cominciato a chiedergli come mai venisse da solo; ci rispondeva che la mamma sarebbe ritornata a prenderlo più tardi.
Ci siamo poi resi conto che veniva in libreria soltanto nelle giornate di pioggia. E un giorno, quando era in procinto di andarsene, lo abbiamo seguito all’uscita e abbiamo finalmente capito: la sua giovane mamma vendeva ombrelli ai turisti sotto i portici di piazza Duomo e, esaurite le piccole scorte che portava con sé, scendeva i primi gradini dell’ingresso della libreria e lo chiamava.
É bello pensare che negli occhi di qualcuno la libreria sia anche un nido colorato e sicuro dove un ragazzino possa sentirsi felice, e trascorrere un poco di tempo prezioso.
Non ricordo più il suo nome, sono passati anni, ma per molti di noi è ancora il felice e simpatico “bambino della pioggia” che ci ha omaggiato dei suoi disegni e dei suoi sorrisi.
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