Arrivi e partenze

Tullio Pericoli. Ritratti di una vita d'artista

Ritratti di ritratti. Ediz. illustrata.

di Tullio Pericoli | Adelphi, 2023

COPIA AUTOGRAFATA - Come nasce un ritratto e cosa c’era prima? Come si forma l’immagine mentale di un volto – non meno geroglifica della sua controparte fisica – e quali sentieri deve percorrere la mano di un disegnatore per tentare di raggiungere quella verità nascosta e inafferrabile?

1961.
Una linea si dipana dai colli marchigiani, passa brevemente per Roma, arriva fino a Milano.
È la linea seguita da una corriera di linea - che essendo corriera, opportunamente, si muove su ruote - e forse il giovane ragazzo che a bordo porta con sé una cartella piena di altre linee, fatte d'inchiostro e grafite, riflette sul fatto che la ruota e la linea condividono almeno tre cose

1) Nessuna delle due esisterebbe in natura.

2) Di nessuna delle due, una volta inventata, si può più fare a meno.

3) Quando una ruota o una linea si mettono in moto, è segno che una storia sta nascendo

La linea è servita all'uomo per tantissime cose: non solo per disegnare, ma anche per inventare la scrittura, la pittura e tutte le cose di cui oggi ci serviamo per esprimerci, comunicando tra di noi semplicemente oppure comunicando attraverso quella cosa che noi chiamiamo arte.

Tullio Pericoli

Tullio Pericoli studiava giurisprudenza ad Urbino quando, agli inizi degli anni Sessanta, decise di salire su una corriera che l'avrebbe portato a Roma. 
Nella Capitale, il giovane Tullio avrebbe incontrato Cesare Zavattini, al quale aveva spedito per posta alcuni suoi disegni e dal quale - a stretto giro - aveva ricevuto un invito a raggiungerlo.
La lettera è conservata da Pericoli, ma a noi piace immaginare che Zavattini, con la sua abituale informalità, avrebbe potuto rispondere a mezzo di un telegramma. Così:

"Caro Pericoli/ visti i suoi disegni - STOP - c'è stoffa/ in abbondanza - STOP - affronti i pericoli/ della Capitale - STOP - e mi raggiunga/ con un cartoncino sei per sei - STOP"

Già. Zavattini collezionava disegni esclusivamente in quel formato, e Pericoli accontentò volentieri lo scrittore regalandogli un disegno.
"Zà" apprezzò e lo ricambiò con un consiglio: sei bravo, lascia tutto e vai a Milano! A Milano ci sono i giornali, e lì potrai lavorare.

Detto fatto: con sommo sprezzo dei pericoli cui il suo cognome alludeva, il giovane Tullio mollò Urbino, la facoltà di Giurisprudenza e si diresse verso la Milano dei rotocalchi e delle riviste, dove avrebbe incontrato penne eccellenti (sul suo sodalizio con il grande Giancarlo Fusco, ad esempio, sarebbe bello scrivere un libro, un giorno) e direttori illuminati… illuminati quanto bastava loro a cogliere i lampi di genio che il ragazzo già sprigionava. Da quei primi anni Sessanta, la carriera di Pericoli non si è più fermata, né guardata indietro. Proprio come quella corriera che ci piace immaginare mentre segue la linea ondulata dei colli del Tronto e punta decisa verso la città. 

Oggi Adelphi raccoglie in prezioso volume la ricchissima produzione di ritratti che Pericoli ha dedicato a scrittori e protagonisti del mondo della cultura a partire dagli anni Sessanta e fino a quando - pochi anni fa - ha deciso di volgere verso la natura e il paesaggio la sua attività di disegnatore. Ma per Pericoli anche i volti umani sono paesaggi, o scritture: ascoltate quel che il nostro ha da dire, ad esempio, a proposito di Samuel Beckett, o di Umberto Eco, o di Italo Calvino
L'arte di Pericoli - come quella del suo nume tutelare Saul Steinberg - ha trovato il suo sweet spot in una zona nella quale non esiste distinzione fra le parole che raccontano un'autobiografia e le linee che disegnano la storia di una faccia. 

Così, quello che oggi abbiamo fra le mani è un vero e proprio scrigno ricolmo di meraviglie di ogni tipo, soprattutto per il modo in cui riesce a restituire al lettore il processo creativo seguito dall'artista. 

Dopo aver mostrato il ritratto "finito", nelle tavole immediatamente successive si passa a raccontare attraverso la scomposizione in linee sempre più essenziali qual è l'indagine compiuta da Pericoli sui volti dei suoi soggetti. 
E il risultato è un viaggio al termine della linea, che a volte coincide con l'inizio. 

La linea: inizio e fine di ogni ricognizione artistica, di ogni indagine su caratteri e vicende umane che sia compiuta attraverso inchiostro e pennino, di ogni viaggio dal posto in cui si è nati a quello in cui s'intende dar forma alla propria vocazione e al proprio destino. 

Un po' come quella linea che Tullio Pericoli ha cominciato a mettere nero su bianco tanti anni fa, e che non smette di emozionarci e farci capire meglio il mondo e gli uomini mentre ne racconta le forme, disegnandole. 

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