Arrivi e partenze

Camminando su Il bordo del mondo assieme a Giovanni Gusai

Cos'è, esattamente, una periferia?
"Zona marginale di un'area geografica", potremmo definirla senza stare a pensarci troppo. 
Ma questa è una definizione cui - è evidente - sfugge qualcosa.
Romanzi, canzoni, film… spesso in Italia l'arte, colta o popolare, si è interrogata (con risultati, invero, assai difformi) su quella condizione che solo chi è nato "eccentrico" rispetto alle grandi città può sperimentare fino in fondo. 
Eppure, Giovanni Gusai ha trovato una voce matura e convincente per vestire di un significato più ricco la parola "periferia": un significato forse più profondo, di certo più vicino all'idea che tanti possono coltivare di quello stesso concetto.

Già, perché la periferia, oltre al dato politico e geografico che implicitamente riveste, può essere anche uno smarrimento esistenziale e relazionale, com'è quella in cui si dibattono i personaggi del suo nuovo romanzo Il bordo del mondo, ambientato a Nuoro. Una città che pur essendo posta esattamente al centro dell'isola sarda, ne viene considerata "periferia" per antonomasia. 

Il bordo del mondo
Il bordo del mondo Di Giovanni Gusai;

Nuoro, quartiere di Predistràda. Mancano nove giorni alla festa di San Giovanni Battista e poi quella periferia bruciata dal sole si trasformerà in un piccolo mondo esultante. Così dovrebbe essere. Se i destini di troppi ragazzi non si intrecciassero proprio alla vigilia di quell’evento. Elène Berria e la madre si sono trasferite lì dopo la fine della scuola. Sono fuggite da un uomo violento.

Seguiamo per un po' la storia. È la notte di San Giovanni il momento verso il quale convergono le storie dei protagonisti. Sono storie che non si incrociano quasi mai, almeno fino al punto in cui entreranno in collisione fra loro. 

Elène, Andrea, Battista, Elia, Mattia, Giacomo e Filippo vivono la loro gioventù tra amori non corrisposti, amicizie interrotte, padri violenti, rapporti che avrebbero potuto diventare amori e non ce l'hanno fatta.

Ognuno per motivi diversi, si sentono tutti sul "bordo del mondo": frammenti di un disegno cui manca un centro.
Ma se quel centro non fosse un altrove, destinato a restare fatalmente fuori portata per chi è cresciuto nel quartiere di Predistrada, periferia della periferia? E se imparassero a definirsi a sé stessi attraverso l'autodeterminazione e la relazione col prossimo? 

Un modo di dire alle persone che vivono in periferia, che non sono periferia di niente. Potrebbero essere centro come qualunque altro luogo del mondo

Giovanni Gusai

D'altronde - com'è lo stesso Gusai a farci notare nel corso dell'intervista che abbiamo raccolto in occasione del Salone del libro di Torino allo stand dell'editore SEM - il mondo, di bordi, non ne ha.

Dopo Come in cielo così in mare, romanzo d'esordio che Gusai riconosce come "molto simile" a lui, in questa nuova storia l'autore si mette a nudo raccontando una ferita originaria che non è solo sua, e ad essa trova un riscatto nel potere delle storie e della relazione.

Ecco lo strumento per avvicinarsi al centro, quale che sia la periferia da cui si muove. Ecco che camminando assieme sul bordo del mondo, ci sentiremo esattamente al centro. Uniti.

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