La luce che manca è un titolo metaforico: da una parte si riferisce alla mancanza pratica di corrente che affliggeva la Georgia negli anni in cui Haratischwili racconta, dall’altra suona come un invito a scovare una luce nonostante il buio che ci circonda. Una luce che può essere rappresentata da una persona o, come nel caso del romanzo, un’amicizia. Nel libro di Nino Haratischwili, pubblicato da Marsilio, le protagoniste sono quattro ragazze, Qeto, Dina, Nene e Ira, unite da un fortissimo legame; attraverso la loro storia si racconta anche quella di molti georgiani che hanno vissuto la transizione politica e i conseguenti sconvolgimenti della Georgia, negli anni in cui è passata dal controllo dell’Unione Sovietica all’indipendenza.
Sta per arrivare il nuovo secolo e in Georgia, come nelle altre repubbliche sovietiche, si levano rabbiose le voci che invocano l’indipendenza. In un periodo di grandi disordini, che per il piccolo stato culmina nel caos assoluto, quattro ragazze crescono in uno dei tanti cortili del quartiere più vivace di Tbilisi.
Era il 1989, Nino andava ancora alle elementari ma si ricorda vividamente alcuni episodi che l’hanno accompagnata nella crescita: l’alternanza della luce, il razionamento del cibo, soprattutto le rumorose cene organizzate dai genitori e i suoi amici, per passare del tempo insieme, per ridere e non pensare al difficile momento che stavano attraversando.
Tutti i nostri ricordi sono in realtà molto simili. La cosa principale era l’oscurità. Il titolo del libro non ha solo un valore simbolico, ma anche reale. Perché non c'era mai elettricità, eravamo sempre al buio. E anche se la Georgia è un paese del sud con molto sole e molta luminosità, gli anni Novanta sono associati all’oscurità, al buio e al freddo.
Le protagoniste del romanzo sono un po’ più grandi rispetto all’età che l’autrice aveva nel 1989, vivono in uno dei quartieri più vivi di Tbilisi, in un cortile quadrato con tante case a ringhiera che si affiancano l’una all’altra, protette da un balcone di legno. Questo posto è un “melting pot al quadrato”, un cortile che ospita etnie diverse e persone di ogni ceto sociale, in un quartiere di per sé culturalmente vivace. Le piccole amiche crescono tra lenzuola bianche stese e altalene, mentre all’esterno infuriano le lotte, la violenza e la crisi economica e sociale.
La loro amicizia resiste solida, nonostante tutto e nonostante i loro diversi caratteri: Qeto è la narratrice, la più sensibile, Dina è la più selvaggia, Ira è l’intellettuale, poi c’è Nene, la sognatrice stravagante. Tre di loro si ritroveranno solo molti anni dopo a Bruxelles, in occasione della retrospettiva fotografica di Dina; ripenseranno allora a Ira e a quella sua scelta che cambiò tutto. Ma fu davvero un tradimento? Oppure, dietro a quella decisione si celavano una riflessione e un punto di vista all’epoca troppo difficili da comprendere a fondo?
Nino - e noi con lei - non vogliamo anticipare ai lettori uno dei motori narrativi di questo romanzo magnifico. Possiamo però sottolineare come la scrittrice sia rimasta colpita dalla diversa interpretazione che il pubblico georgiano e quello tedesco hanno dato di questo particolare aspetto della storia:
Penso che per la maggior parte delle persone in Germania la decisione di Ira non sia stata affatto un tradimento, quanto l'unica scelta possibile. Lei compie la scelta essendo convinta di farlo per salvare la sua amica e, in ultima analisi, in nome della giustizia, nella quale crede fermamente. […] In Georgia la cosa è stata vista in modo completamente diverso, penso che c’entri con il fatto che Ira elabori il suo piano da sola e non coinvolga le altre
I tanti lettori che hanno amato L’Ottava vita, ritroveranno ne La luce che manca la capacità di tenere assieme le fila di una saga i cui personaggi sembrano brillare sulla carta di quella luce evocata dal titolo, grazie a una lingua precisa e sontuosa allo stesso tempo e - soprattutto – grazie a una profondissima conoscenza delle psicologie dei personaggi, delle ragioni profonde che li muovono a fare quel che fanno quando devono agire entro i confini drammatici della Storia. La luce che manca è una nuova luce nella vicenda artistica di una narratrice di prim’ordine. Lasciatevene inondare.
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