Arrivi e partenze

La bambina sputafuoco: come vincere la paura, usando l’immaginazione

Illustrazione di Laura Bornea, 2021 - la sigla delle interviste "Il profumo delle pagine" è cantata da Laura Salvi - compositore Marco Zoppi

Illustrazione di Laura Bornea, 2021 - la sigla delle interviste "Il profumo delle pagine" è cantata da Laura Salvi - compositore Marco Zoppi

La bambina sputafuoco, come libro, Giulia Binando Melis non lo voleva scrivere.
Nasce tutto come semplice esercizio di scrittura, commissionato da un professore che assegna ai suoi studenti una traccia tanto complessa quanto apparentemente elementare: “Racconta della parte peggiore della tua vita”.

Così Giulia scrive una storia. La sua storia. Il risultato è oggi La bambina sputafuoco, un romanzo d’esordio tenero e coraggioso sul potere generativo dell'immaginazione come arma bianca contro la paura e il dolore.

La bambina sputafuoco
La bambina sputafuoco Di Giulia Binando Melis;

Ci sono esordi che risuonano nel cuore di chi li legge per molto tempo. È così per La bambina sputa fuoco. Noi siamo Mina quando ascoltiamo il bambino che abbiamo dentro. Quando lasciamo che la fantasia ci faccia da guida. Quando ci fidiamo di un'amicizia vera, che non ci fa sentire soli. Tratto dall'esperienza dell'autrice, è un romanzo che insegna come il potere dell'immaginazione possa tirarci sempre fuori dai guai.

Chi l’ha detto che un libro che affronta il tema della malattia debba essere per forza triste?
Con grazia e delicatezza, Giulia Binando Melis intreccia un racconto che scorre con la sospesa facilità di una fiaba, per insegnarci come si possano vincere anche i nemici più spaventosi, se solo si ha la fortuna di combatterli insieme a qualcun altro.

“I protagonisti de La bambina sputafuoco, Mina e Lorenzo, sono segnati da un’esperienza di condivisione. Perché la felicità dei bambini si basa su questo: a loro non importa niente… giocano con tutti e vogliono bene a tutti”

E può sembrare buffo che sia proprio Giulia Binando Melis a parlare di felicità, lei che nel risvolto di copertina ammette “di essersi laureata con una tesi sulla morte in Heidegger”. L’autrice ci assicura di essere un tipo allegro, e di fronte al nostro comprensibile scetticismo replica così. “L’allegria per me deriva da quella capacità di spaziare anche verso temi che fanno un po’ più paura, spazzando via i tabù e provando a trattarli con leggerezza. Anche se forse non è proprio una questione di leggerezza… è questione di capire che la realtà è complessa e in ogni cosa c'è una parte di dolore, una parte di felicità e una parte di allegria”.

Una ricetta che finora non l’ha mai tradita, nei suoi viaggi in giro per il mondo – da Lisbona a Milano, da Lanzarote a Torino, Giulia Binando Melis vive da vera e propria globetrotter, ma nel suo caso non si tratta tanto di wanderlust, quanto più del semplice desiderio di “scoprire le storie degli altri”.

Chissà che le non siano d’ispirazione per il prossimo libro…
Noi, intanto, vi consigliamo questo. E, per ascoltarne un estratto letto ad alta voce, cliccate qui

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