A guardare il sorriso bonario - e sempre affascinante - che Enrico Franceschini ci regala al di sopra del suo abbigliamento elegante, seduto comodamente sulla nostra poltrona per un Pelo e contropelo, potrebbe venire un po' difficile immaginarlo coi piedi nella sabbia di Tel Aviv o con lo sferzante vento siberiano a gelargli le guance.
Eppure, basta addentrarci nell'intervista sul suo nuovo Come girare il mondo gratis. Un giornalista con la valigia, per rivedere le sembianze di un reporter che ha fatto della sua vita il più grande e meraviglioso viaggio che si possa intraprendere.
Raccontando la sua personale storia di reporter, in una galleria di personaggi che includono i grandi della terra, l'autore offre uno sguardo appassionato, ironico e istruttivo sulla grande avventura del giornalismo e sui Paesi in cui ha vissuto.
Dicono che i traslochi tolgano anni di vita, ma a me l’hanno invece regalata perché ogni sede che ho avuto è stata come avere vissuto tante vite
Queste tante vite sono ben 40 anni da corrispondente, riassumibili - se possibile - nella sua citazione preferita: "Tre continenti, cinque capitali, venti traslochi e mai il tempo di annoiarsi".
L'amore profondo per il giornalismo emerge in ogni sua parola: quella matrice, se così possiamo definirla, che ha plasmato lui e ogni giornata vissuta in un posto differente.
Dai primi studi in Italia ai dieci anni negli Stati Uniti per affermarsi e avviare la professione che lo ha reso uno dei più noti giornalisti (sapevate che un giovane Bruce Willis gli serviva il caffè in un bar di Hell's Kitchen?) al salto nel vuoto con il trasferimento in Russia, giusto in tempo per veder cadere l'impero del comunismo e mettere su famiglia.
Fermarsi, però, non è mai stato contemplato, quindi via di nuovo verso Israele, a raccontare di tensioni e terrorismo, per poi concludere il proprio infinito viaggio in Inghilterra (come dimenticare l'invito reale a Buckingham Palace?) in quelli che definisce "gli anni della maturità".
Ma un uomo così - che si paragona giocosamente a Ulisse il quale, secondo lui, ad un certo punto avrà rimpianto di essere tornato a Itaca, bramando peripezie e incontri vissuti - potrà aver davvero concluso la propria epopea?
Noi non ci crediamo, e nemmeno lui, che continua a fermare su carta ogni attimo, ogni sprazzo, ogni storia, da articoli a libri (lo avevamo già intervistato in occasione di Un'estate a Borgomarina), fino ad arrivare a questo: una testimonianza appassionata di cosa voglia dire stare lontano dalle proprie origini e fare della propria casa un luogo sempre diverso, ma anche un decalogo ricco di consigli per chi ancora sogna di fare, come lui, il corrispondente estero.
Dove andare? Nei posti in cui ci sono tante notizie e pochi giornalisti italiani. Tre continenti: l’America Latina, l’Africa e l’Asia
Suggerimenti preziosi da un grande testimone della Storia con la S maiuscola e da un danzatore tra epoche e personaggi del calibro di Fellini, Reagan, Gorbaciov e persino della Regina Elisabetta.
Noi ce li annotiamo con la stessa penna che Enrico Franceschini, probabilmente mai, appenderà davvero al chiodo.
Non perdetevi la nostra recensione del libro!
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