Arrivi e partenze

Chiara Valerio: "Vi presento il mio Dracula"

Illustrazione di Laura Bornea, 2021 - la sigla delle interviste "Il profumo delle pagine" è cantata da Laura Salvi - compositore Marco Zoppi

Illustrazione di Laura Bornea, 2021 - la sigla delle interviste "Il profumo delle pagine" è cantata da Laura Salvi - compositore Marco Zoppi

Dal Dracula di Bram Stoker, film cult diretto da Francis Ford Coppola, all’idolo delle ragazzine Edward Cullen di Twilight, è innegabile che da secoli la figura del vampiro eserciti un forte fascino sul nostro immaginario.
Non si tratta soltanto della sua immortalità, condivisa da tanti altri personaggi del nostro folklore: l’idea di trovarci faccia a faccia con un vampiro ci intriga perché è spesso celato dal mantello della notte, è dotato di poteri sovrannaturali e sopravvive nutrendosi della vita altrui, finendo per incarnare l’ideale di un attraente angelo della morte dai canini ben affilati.

“Quella del vampiro è una figura travalica l'orizzonte temporale e spaziale” spiega la scrittrice Chiara Valerio, che in Così per sempre firma “il romanzo d’avventura sui vampiri che avrebbe sempre voluto scrivere da bambina”.

Così per sempre
Così per sempre Di Chiara Valerio;

L'uomo sulla terrazza è antico quasi come la città che sta guardando. Il suo gatto Zibetto, piú nero di tutti i gatti neri, come lui conosce troppe storie. L'uomo è il conte Dracula. Ama la scienza, la fragilità degli esseri umani, e una donna dal viso sempre uguale. Nel 1897 la storia d'amore con Mina Harker non è finita: per chi non è piú legato allo scorrere del tempo, nulla può mai finire.

Il Dracula di Chiara Valerio vive a Roma, lavora come anatomopatologo all’ospedale Fatebenefratelli e gira accompagnato dal fidato gatto Zibetto, eppure nulla riesce a colmare il vuoto che sente nel suo petto.
Dal punto di vista strettamente letterale il suo cuore avrà anche smesso di battere, ma i sentimenti romantici che nutre per l’amata Mina Harker sono più vivi che mai.

L’esperimento di Chiara Valerio di recuperare una figura come quella di Dracula appare doppiamente - interessante, perché da una parte si tratta di un personaggio sul quale si è scritto, ma dall’altra si presenta come una vera e propria scommessa, dal momento che nella tradizione letteraria italiana mancano dei veri e propri racconti gotici. Nel corso della nostra intervista, l’autrice prova ad andare a fondo su questo apparente paradosso e cerca di spiegare come mai nel nostro Paese non si sia mai scritto un equivalente del Castello di Otranto o del Fantasma di Canterville.

Non manca però manca l’occasione di chiedere alla scrittrice di spiegarci in che senso uno dei temi centrali del libro sia la differenza fra eternità e immortalità.

Io credo che il tempo sia l’argomento centrale di tutta la narrativa. Lo stesso conte Dracula nel romanzo parla del fatto che sia lui che la sua amata abbiano a disposizione tutto il tempo del mondo e quindi non procedono per cronologia, ma per analogia. Per questo motivo, il mio è un romanzo che va avanti per immagini che si riverberano da un'epoca a un'altra. È qualcosa che ho imparato traducendo alcuni libri di Virginia Woolf… anche se questo espediente narrativo Virginia Woolf lo usava senza neanche dover utilizzare i vampiri

In Così per sempre Chiara Valerio i vampiri invece li utilizza, ma il risultato è un romanzo realistico, in cui il recupero della figura del vampiro riesce a svicolarsi dal canone letterario per proporre una lettura nuova e stimolante. “I vampiri in fondo non sono né maschio né femmina, ma sono queer, perché la loro sessualità non si trasmette attraverso una sessualità genitale, ma attraverso i morsi.  buchi sulla pelle lasciati dal loro bacio sono indifferenti al genere di chi li porta”.

Una prospettiva inedita, la stessa a cui la scrittrice ammette di essersi aperta mente scriveva Così per sempre.
“Questo conte Dracula mi abbia fatto capire ancora meglio che la realtà è diversa da come ce la possiamo immaginare”, spiega Chiara Valerio “da ex matematico quale sono, per me me significa sempre che nessun linguaggio e nessuna grammatica riescono a coprirla del tutto”.

Potete leggere anche la recensione del libro qui

 

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