Lo sappiamo bene che Babbo Natale non è l’unico che aspettiamo con trepidazione, la magia delle feste con le luci, i profumi e i suoni vivaci prosegue anche dopo Natale aspettando un’ultima notte di sorprese. Ma chi altro arriva nelle nostre case avvolte dal silenzio? Un’amica speciale di Babbo Natale che tra il 5 e il 6 gennaio riempie le nostre calze con doni ma soprattutto dolciumi e, a volte, un po’ di carbone. Per lei lasciamo un bicchiere di vino o di latte e qualche biscotto per fare una pausa tra una corsa e l’altra sulla scopa.
Il suo nome? Befana! La Befana è l’unica e sola che a cavallo della sua rustico e magico mezzo di trasporto rende la fine delle feste natalizie più dolci e spensierate. Questo albo illustrato a cura di Sandra Nelson dal titolo La Befana mostra in copertina una Befana tra le più iconiche e ci racconta quanto la magia possa far cambiare idea anche a chi la pensa diversamente.
Nicola non crede alla Befana! Pensa che la mamma abbia inventato questa strega a cavallo di una scopa solo per fargli paura. Ma un bel giorno, come per magia, in una casetta nel bosco Nicola fa un incontro inaspettato... Età di lettura: da 4 anni.
Anch’io da bambina, assieme a mio fratello, aspettavo impaziente la notte dell’Epifania; giorni prima cercavamo di scegliere la calza più grande e capiente in modo che potessero starci più dolci possibile, la mia idea era di appendere ai piedi del letto una bella calzamaglia di lana così ce ne sarebbero stati molti di più rispetto ad una sola calza! Ovviamente le cose non andavano in questo modo, i nostri genitori ci concedevano una calza ciascuno premettendo che sicuramente avremmo avuto del carbone perché tanto buoni non eravamo stati. A proposito di carbone, poi vi racconterò perché secondo una leggenda non era affatto una punizione.
Quando la Befana viene rapita sei bambini fanno di tutto per cercare di salvarla.
Comunque, l’importante era che le caramelle e i cioccolatini fossero tanti, e i mandarini non mancavano mai; ma diciamo la verità, facevano un po’ di colore e hanno un profumo così intenso, il profumo del Natale. Anche da adulta la tradizione della calza mi ha accompagnata, la Befana ha pensato a me anche se ormai ero cresciuta per continuare a farmi vivere questa dolce magia. Ma qual è la storia della Befana? La conosciamo come La Befana vien di notte con le scarpe tutte rotte il vestito da romana viva viva la Befana!
Le varianti di questa filastrocca sono molte ma la Befana è per tutti una vecchina curva, con un naso pronunciato, una risatina sonora davvero particolare ed è l’unica che rende tutti più dolci! Ma il suo nome da dove arriva? Studiosi di storia e tradizioni popolari hanno fatto molte ipotesi sul nome Befana, ma tutto porta a collegarlo alla parola Epifania che deriva dal greco epifàneia che significa manifestazione, apparizione. Nella tradizione cristiana il 6 gennaio l’Epifania commemora la visita dei Re Magi a Gesù e la manifestazione di Gesù ai non cristiani.
Ma oltre alla tradizione c’è la leggenda che narra la storia dei Re Magi, Melchiorre, Baldassarre e Gaspare in viaggio verso Betlemme per arrivare da Gesù Bambino portando tre doni preziosi come oro, incenso e mirra. I tre sacerdoti si fermarono a chiedere informazioni sulla strada da seguire ad una vecchina, invitandola a seguirli per rendere omaggio al Salvatore ma lei rifiutò. Se ne andarono proseguendo il loro cammino, e la vecchina poi si pentì cercando di raggiungerli; ma non riuscendo a trovarli bussò ad ogni porta cercando Gesù e lasciando ad ogni bambino un dono per farsi perdonare per la scelta sbagliata che aveva fatto.
Una notte di duemila anni fa, apparve in cielo una luce. Tre distinti signori riconobbero il segnale che tanto avevano atteso: il più grande re di tutti i tempi stava per venire al mondo.
Avete capito chi era la vecchina diffidente?
Proprio lei, la nostra Befana, che entra nelle nostre case cercando ancora Gesù Bambino, lasciando dolciumi ai più piccoli ma a volte anche ai grandi. Ma non solo dolciumi possiamo trovare nelle nostre calze, ogni tanto c’è anche qualche dono che forse Babbo Natale dalla fretta non è riuscito a consegnare chiedendo così aiuto alla Befana, e i libri sono tra questi.
Secondo un’altra leggenda il carbone che oggi è così temuto dai bambini e poco desiderato non è da considerare una cosa spiacevole; infatti, nei periodi di dicembre e gennaio molto difficili per l’agricoltura, l’imperatore romano Aureliano proclamò il 25 dicembre festa del sole e per 12 giorni veniva fatto bruciare di continuo un tronco di quercia, e dal carbone si sarebbe avuta tanta fortuna per l’anno nuovo, il tutto infatti si concludeva proprio il 6 gennaio, giorno dell’Epifania. Quindi non rattristiamoci se troviamo un pezzetto di carbone nelle nostre calze ma dobbiamo essere felici perché è un porta fortuna!
Se siete tra quelli che pensano che la befana sia solo una vecchia invidiosa di Babbo Natale, che sa portare solo carbone, vi sbagliate di grosso. Le tradizioni legate alla befana sono diverse, piene di segreti e metamorfosi.
Ma sulla nostra amica Befana possiamo leggere tante storie e filastrocche per conoscerla meglio, come Voglio fare un regalo alla Befana di Gianni Rodari:
La Befana, cara vecchietta,
va all’antica, senza fretta
Non prende mica l’aeroplano
per volare dal monte al piano,
si fida soltanto, la cara vecchina,
della sua scopa di saggina:
è così che poi succede
che la Befana… non si vede!
Ha fatto tardi fra i nuvoloni,
e molti restano senza doni!
Io quasi, nel mio buon cuore,
vorrei regalarle un micromotore,
perché arrivi dappertutto
col tempo bello o col tempo brutto…
Oppure Accadde alla Befana di Maria Loretta Giraldo:
Mentre andava la befana
nella casa di un bambino,
s’impigliò con la sottana
sopra il bordo del camino.
Per lo strappo il grosso sacco
le sfuggì, cadde di sotto,
non restò nemmeno un pacco
che non fosse tutto rotto.
“Che disastro, che disdetta”
sotto il cielo cupo e bigio,
mormorava la vecchietta.
“Ci vorrebbe un bel prodigio”.
Poi, facendo un gran sorriso,
verso il cielo volse gli occhi
ed il sacco, all’improvviso,
fu ancor pieno di balocchi.
“Che un bambino attenda invano
non sia mai, parola mia”
disse la befana, piano.
Poi riprese la sua via
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