Nessuno ha amore più grande di colui che sa rispettare la libertà dell'altro.
Il rispetto è un valore importante e va insegnato ai bambini fin da piccoli. Prima di tutto il rispetto verso se stessi, per accrescere le loro capacità e fortificarne l’autostima, e poi verso gli altri con l’empatia che è la base fondamentale nei rapporti sociali. Ma se il rispetto per se stessi viene a mancare i bambini si sentono insicuri, fuori posto, deboli e questo basta per attrarre l’attenzione del bullo, così come il modo di parlare, la forma fisica, il colore della pelle o un atteggiamento.
Vincent conosce a memoria il manuale di sopravvivenza e ha un kit per cavarsela in ogni situazione. Sopravvivere è la sua specialità. Non ha molta scelta, perché ogni giorno, a scuola, sopravvivere è la sua missione, da quando Dilan e gli altri l'hanno preso di mira.
Sono Vincent e non ho paura è un romanzo per ragazzi e ragazze che racconta come Vincent, malgrado le vessazioni dei bulli, prenda coraggio e con l’aiuto di un’amica possa dare una svolta positiva ad una situazione ostile. Ai bulli non interessano né lo stato d’animo né le emozioni degli altri perché i bulli non sono empatici; cercano di sopraffare e ridicolizzare l’altro non solo con la violenza fisica ma sempre più spesso con parole e immagini.
Offese, umiliazioni, provocazioni non sono solo dette a voce ma arrivano anche dal mondo virtuale tramite gli strumenti di accesso alla rete come smartphone e PC, attraverso cui tutto è più immediato e senza limiti temporali. Come i social network, ormai grandi protagonisti delle nostre giornate.
Così come le giornate di Bianca, un’adolescente come tante e che, come tante, ha vicino a lei false amicizie ma, anche se gli ostacoli sono tanti, niente è davvero perduto.
Bianca ha una vita semplice: pochi amici veri, la scuola troppo difficile che affronta con determinazione, e la famiglia, imperfetta come tutte. È molto legata al fratello maggiore Carlo con cui è cresciuta nell'assenza sistematica dei suoi genitori impegnati al lavoro.
Questo fenomeno che ha preso sempre più piede è il cyberbullismo. Il cyberbullismo ha inizio già dal 2002, quando i “giovani digitali” si affacciano con curiosità e scaltrezza alla rete. La tecnologia però corre veloce e i ragazzi si sono lasciati trasportare da questa corrente senza però riconoscere il confine tra ciò che è consentito e cosa no, tra l’uso intelligente di internet e dei suoi strumenti e il confine delicato e pericoloso che può essere varcato. Spesso i cyberbulli sono ragazzi conosciuti e a loro si aggiungono i cosiddetti “spettatori” che non aiutano la vittima ma condividono foto, video e parole continuando a fare del male a chi si sente sempre più impotente, controllato e manipolato.
Missione cyber bulli è un piccolo libro che ci viene in aiuto con un racconto per farci capire chi sono i bulli della rete.
Anche Viola è un’adolescente prima vittima e poi carnefice del cyberbullismo e ritroviamo la sua disavventura nel libro Viola nella rete.
Nel cyberbullismo non c’è subito la reazione della vittima come accade di solito nel bullismo compiuto di persona, dove oltretutto c’è un limite temporale come, per esempio, quello dello spazio scolastico; il cyberbullismo non ha limiti di tempo e fa sì che possa essere diffuso a molte più persone e restare visibile in modo quasi indelebile.
A volte il rapporto con il mondo virtuale sostituisce quello con il mondo reale anche nei rapporti sociali. Il bullismo fa sì che le vittime scappino dalla realtà che ogni giorno mette loro a dura prova cercando rifugio on line, pensando che le cose possano essere migliori. Si isolano sempre di più cercando di nascondere il loro stato emotivo anche ai genitori, faticano a parlarne pensando che non possano capire perché spesso li sentono distanti, arrivano anche a ritirarsi dalla scuola perché la situazione non è più sostenibile. Questi ragazzi e ragazze vengono chiamati Hikikomori, che in giapponese vuol dire proprio isolarsi, staccarsi dalla realtà, abbandonarsi.
Ma da questo silenzio e torpore si può uscire! E questo romanzo per ragazzi, a tratti duro e struggente, ci dimostra come l’amore arrivi ovunque e possa potare ad un nuovo inizio e farci rialzare dopo tante cadute.
Per quanto tu possa nasconderti l’amore può scovarti ovunque. Un sentimento fatto di sorrisi e attese, che parla nei silenzi e si cela dietro uno schermo sottile come carta di riso.
È un fenomeno molto più diffuso di quello che si pensa, i ragazzi che ne sono vittima diventano silenziosi, senza stimoli, senza forza di reagire a qualcosa che tutti sul loro schermo possono vedere e rivedere. Ma non dimentichiamo che anche i bulli vanno aiutati: spesso sono bambini, ragazzi che non riescono a comunicare nel modo giusto le loro emozioni o che hanno delle difficoltà nell’affrontare gli ostacoli di tutti i giorni.
Parlare della rabbia che li spinge a non rispettare gli altri è un buon punto di partenza, come capire se il bullo stesso si stia difendendo a sua volta e il motivo per cui vuole una posizione di potere sugli altri. Le ferite emotive possono dare origine a reazioni diverse, anche far diventare un bambino un bullo che, chiudendosi in se stesso, non dà la possibilità ai sentimenti positivi di fare breccia nel suo cuore, attorno al quale ha costruito un muro perché ha paura che gli altri possano vedere le sue debolezze e giudicarlo.
Quello che possiamo fare è educare i giovani al rispetto e soprattutto all’ascolto dell’altro. Oltre a stabilire delle regole per l’accesso ad internet e all’uso degli strumenti informatici, è importante costruire un ponte fatto di comunicazione tra adulti e ragazzi per capire in modo consapevole l’effetto delle azioni compiute. Combattiamo il bullismo denunciando i comportamenti lesivi, discriminatori e irrispettosi, educando ragazzi e ragazze ad una cultura di solidarietà, condivisione, dialogo, rispetto e soprattutto inclusione.
Un libro di narrativa per ragazzi e ragazze dai 13 anni. Una storia per gli amanti dei videogiochi in cui è possibile, seguendo una pista dopo l’altra, varcare il confine tra il mondo reale e quello virtuale.
Vengo io da te è un romanzo per ragazzi che ho amato davvero molto: Giada cerca di includere Nico, ragazzo introverso, misterioso e sensibile, nel suo progetto e subito nasce tra loro un’affinità speciale ma non facile da coltivare perché Nico ha paura dei sentimenti e ha paura di se stesso.
Noi adulti possiamo impegnarci di più per parlare con i ragazzi, cercando di ricordarci come eravamo alla loro età, senza far sembrare che prima era tutto più bello o ora è tutto più brutto e fluido. Anche noi abbiamo avuto momenti in cui non siamo stati ascoltati, in cui avremmo voluto che qualcuno ci chiedesse come stai? Qualcosa non va? In cui i nostri silenzi o il troppo rumore meritava forse qualche domanda in più per avere una risposta sincera. La distinzione dei ruoli è fondamentale ma tendere la mano lo è di più.
Il bullismo e il cyberbullismo procedono in simbiosi, di certo dedicargli una giornata non vuol dire risolvere il problema, ma creare un momento di maggior attenzione è un dovere. Di bullismo se ne parla sempre, potremmo dire purtroppo, ma anche per fortuna. Chi è vittima di bullismo non deve sentirsi in colpa per qualcosa che ha fatto o per la persona che è, perché non è così. Non deve rimanere in silenzio ma deve fare rumore!
Nel tentativo di non farmi fregare da nessuno, sono cresciuto diffidente nei confronti del prossimo. Con il grugno sempre sulla faccia e il pugno sollevato, pronto ad attaccar briga anche per un’insignificante calunnia. In questo modo, mi sono guadagnato il rispetto dei ragazzi del quartiere che, se non sono miei amici, mi temono.
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