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La musica nelle ossa di Christian Antonini

Avete un lettore di musica a portata di mano? Bene: provate a mettere della musica classica, magari la suite dal Lago dei cigni di Tchaikovsky. Lasciatela sfumare e sostituitela con C'mon Everybody di Eddie Cochran. Vi sfido a stare fermi ascoltandola.

Ooh, c'mon everybody,
Well, when you hear that music, you can't sit still
If your brother won't rock, then your sister will
Ooh, c'mon everybody

Questo è lo spirito che muove La musica delle ossa di Christian Antonini, Mondadori. Ambientato negli anni Sessanta del Novecento, a Mosca, nel posto più lontano possibile dalla rivoluzione culturale e sociale del Sessantotto, che da lì a pochi anni avrebbe coinvolto e stravolto la vita di milioni di giovani in buona parte del mondo: una scuola sovietica. Non una scuola qualsiasi: l’Istituto superiore Stella Rossa è una scuola d’eccellenza, destinata a educare e istruire i futuri dirigenti del Paese. In una scuola così, è facile immaginarlo, vige una severa disciplina sia nello studio sia nel comportamento degli alunni, che devono dimostrare di essere cittadini sovietici modello, pena l’espulsione. Del resto i ragazzi della Stella rossa sono i figli dei personaggi più influenti della società moscovita e non solo: nipoti di ufficiali, figli di politici e direttori di fabbriche, addirittura la figlia di un ministro.

La musica nelle ossa
La musica nelle ossa Di Christian Antonini;

Mosca, 1960. Anna sa bene ciò che ci si aspetta da lei e cosa significa studiare nel prestigioso Istituto Superiore Stella Rossa. E tutto procede come programmato, almeno finché alla Stella Rossa non arriva un nuovo studente diverso da chiunque altro. Marko non ha paura di sfidare quelle regole che sembrano assurde in anni in cui i giovani di tutto il mondo inneggiano alla libertà sulle note sfrenate del rock and roll, severamente vietato in Unione Sovietica, come tutto ciò che viene dall'Ovest. Ed è proprio con lui che Anna scopre quelle canzoni proibite.

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Anna frequenta l’Istituto, anche se non gode di parentele altolocate, figlia di uno degli insegnanti di educazione tecnica della scuola, che, solido come un albero, per mostrare di non fare favoritismi, è molto severo con lei. Anna è determinata a essere eccellente non solo in virtù delle aspettative di suo padre, ma anche per un sincero desiderio di essere brava:  è molto concentrata sullo studio ed evita tutte le distrazioni.
Gli allievi sono sottoposti di frequente ad esami per verificare la loro preparazione. Coloro che dimostrano di essere i migliori si riuniscono nel Circolo del Cosmo, un’associazione studentesca esclusiva incentrata sullo studio dell’astronomia, del resto siamo nel periodo della corsa allo spazio. Farne parte comporta molti oneri, ma anche molti onori, inclusa una relativa libertà rispetto agli altri.

Dopo aver superato in maniera impeccabile i test del primo anno, Anna viene accolta nel Circolo del Cosmo, ma non soltanto lei: anche un ragazzo, Marko, ha fatto un compito magistrale e, come lei, ha il diritto all’ammissione nel gruppo dei migliori. L’arrivo di un ragazzo, e di un bel ragazzo dall’aria scanzonata e ribelle, in un gruppo fino a quel momento tutto femminile, come prevedibile, stravolge gli equilibri nel Circolo del Cosmo. Anche perché Marko, alle riunioni scientifiche del circolo, porta un libro di poesie.

«Ma noi siamo il Circolo del Cosmo» insistette lei. «Studiamo i misteri dell’universo, non ci servono le poesie!»
Marko guardò tutte le presenti. «Ragazze, l’universo ha tanti misteri, certo. Ma non è fatto solo di fisica e tecnica e scienze. Il cosmo è stupore, meraviglia. È vita. E nella vita deve esserci il bello, e la poesia è il respiro del bello»

E introduce le ragazze alla musica occidentale, importata nella Russia sovietica in un modo ingegnoso: attraverso dischi incisi sulle radiografie.
Com’è normale negli esseri umani, chi incontra l’arte e scopre il piacere di fruirla, spesso desidera fare arte… e non vi racconto altro, lasciando al romanzo il compito di accompagnarvi in un’avventura che sa di primo amore, di libertà, di musica, di ribellione e di coraggio.

Sebbene fatti, personaggi e luoghi della Musica delle ossa siano frutto della fantasia, i dischi incisi sulle radiografie, Rëbra in russo, sono stati un sistema di "sopravvivenza musicale" realmente esistito: un metodo per distribuire la musica censurata di artisti emigrati o musica occidentale ritenuta deviante e minacciosa per l’Unione Sovietica. La qualità era pessima, il prezzo basso, e spesso sui dischi si distinguevano i dettagli delle radiografie, scatole craniche, gabbie toraciche, ossa delle mani, delle braccia e delle gambe.

A me piace pensare che la musica "delle ossa" fosse un po’ musica "nelle ossa", in grado di coinvolgere profondamente chi la ascoltava e di offrire un’ora di libertà di pensiero, di idee, come il romanzo di Christian Antonini, La musica delle ossa, mi sembra in grado di poter fare con i giovani lettori.

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