La copertina con il titolo ci danno già indicazioni: Kiran, un bambino, deve affrontare un viaggio, ma che tipo di viaggio?
Quando ho preso in mano questo meraviglioso albo, Il viaggio di Kiran, scritto da Nicola Cinquetti, illustrato da Maria Girón ed edito da Camelozampa, ho deciso di non leggerlo tutto insieme, volevo infatti, provare a vivere con Kiran le sue stesse emozioni; così, visto che nella prima pagina è chiaramente espresso che è notte e che il cuore di Kiran batte forte per quello che deve affrontare il giorno dopo, ho atteso anche io qualche ora per continuare a leggere la storia.
È una notte di attesa, quella di Kiran. Domani è il grande giorno, e il suo cuore è come una barca che salta sulle onde del mare. Una notte da trascorrere alla finestra, mentre nel buio si affacciano un cane che cammina e annusa, un gatto sul tetto, un gigantesco elefante… Domani, tutto cambierà per Kiran.
Ho provato a pensare quale emozione provoca l’attesa di un evento importante e come deve essere per Kiran. Il suo stare seduto sul letto, perso nei suoi pensieri, forse nei ricordi, forse nell’immaginarsi quello che accadrà, è profondo, espressivo, raccoglie tutte le paure e gli interrogativi del momento. Il viaggio da affrontare è sicuramente importante dal momento che non riesce ad addormentarsi e che il pensiero lo fa alzare dal suo letto per andare alla finestra ad ascoltare il silenzio della notte e a guardare cosa succede.
Ma cosa si può vedere da una finestra quando è buio? La luna che illumina la strada e tiene compagnia a un cane randagio che saluta Kiran con un abbaio, alle case che sembrano dormire con le luci spente, a un gatto che prova a prendere una civetta sull’albero di fronte e infine a un elefante, un grandissimo elefante. Ma è possibile che un elefante passeggi di notte in città?
All’improvviso cambia tutto. Fino adesso ho pensato che Kiran dormisse in una cameretta tutta sua, da solo e lì si perdesse nei suoi pensieri e nelle sue attese ma, repentinamente, Kiran smette di stare alla finestra perché vorrebbe condividere con gli altri compagni di stanza il passaggio dell’elefante… non ci crederanno mai.
Così, Kiran trascorre l’ultima notte, alla finestra, forse per fissare bene nella sua testa immagini, panorami, situazioni che non vedrà mai più, o semplicemente perché emozionato per il viaggio che lo porterà lontano.
Così, Kiran trascorre l’ultima notte, alla finestra, forse per fissare bene nella sua testa immagini, panorami, situazioni che non vedrà mai più, o semplicemente perché emozionato per il viaggio che lo porterà lontano.
È finalmente arrivato il giorno della partenza, Kiran è seduto su un aereo che si innalza nel cielo e, mano a mano che sale, vede che tutto diventa più piccolo, tutto prende le dimensioni di un disegno; l’aereo passa fra le nuvole ma, sopraffatto dal sonno, si addormenta e nel suo dormire rivede quella luna che ha illuminato la strada, quel cane che lo ha salutato abbaiando e il gatto che vuole prendere la civetta. Così, sognando, finalmente il viaggio è finito e Kiran arriva a destinazione.
La scena si ripete e Kiran è alla finestra di una camera, la sua camera, che non divide con nessuno: la luna è uguale a quella vista la scorsa notte – bianca, tonda, luminosa; c’è anche un cane che abbaia nella stessa maniera dell’altro cane; anche il miagolio del gatto non è diverso. È bello per lui scoprire che nei vari posti del mondo la luna, l’abbaiare, il miagolare sono uguali.
È tutto diverso ma è tutto uguale, e con queste belle scoperte e nuove emozioni sprofonda in un lunghissimo sonno.
La mattina è arrivata e Kiran viene svegliato da quello che per ora è l’unico suono diverso che ha sentito: la dolce voce della mamma che non ha mai avuto.
Un delicatissimo albo che racconta, descrivendo appieno le emozioni, i sentimenti, le aspettative di un bambino che viene adottato.
Le illustrazioni, così delicate, trasmettono serenità, tranquillità. Si percepisce tutta l’attesa di Kiran, la sua emozione, sembra sentire il suo cuore battere, pieno di domande, di paure, di sentimenti contrastanti: è meglio che questa ultima notte guardi dalla finestra perché chissà cosa vedrò quando arriverò nella mia nuova casa, eppure quando si accorge che in tutto il mondo, cane, gatto, civetta, luna sono uguali si tranquillizza e finalmente dorme, sicuro, nella sua nuova camera, sapendo che il giorno dopo la voce della mamma lo sveglierà, e sicuro anche che tutto quello che ha visto la notte prima di partire lo accompagnerà per sempre e sarà un rassicurante rifugio nei momenti di nostalgia.
Affrontare il tema dell’adozione non è mai semplice, scavare nei sentimenti di attesa, fra le novità, non sapere cosa si trova e cosa succede è sempre un punto interrogativo.
In questo albo così delicato la storia e le immagini sono un tutt’uno: l’azzurro dominante sia prima di partire sia quando arriva nella nuova casa è spezzato solo dalla luce che penetra dalla finestra quando Kiran è stretto dall’abbraccio della mamma e quando scopre che i suoni, i rumori e i colori che lo circondano sono uguali, ovunque.
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