“Quando avrò 80 anni sarò seduto sulla mia sedia a dondolo e leggerò 'Harry Potter'. La mia famiglia mi chiederà 'dopo tutto questo tempo? ' e io risponderò 'sempre'"
Questa celebre frase, che alcuni attribuiscono all’attore Alan Rickman, alias Professor Piton, esprime in poche parole il sentire di molti fan di Harry Potter e mi sembra perfetta per aprire una riflessione sul magico mondo creato da J. K. Rowling. Tutto sta in quell’ultima parola, “sempre”, in cui molti di noi si riconosceranno perché le sensazioni, le emozioni, le lacrime e le risate che abbiamo provato tra quelle pagine saranno con noi sempre. Sempre perché, pur avendo letto e riletto la saga, prima o poi ci ritroveremo, quasi senza accorgercene, con uno dei romanzi in mano e inizieremo a leggere senza poter mollare il libro fino alla fine.
Si comincia a leggere Harry Potter da bambini o da adulti, ma non per questo con meno meraviglia e piacere. Sono capitati casi di lettori che hanno iniziato Harry Potter da bambini e, nei dieci anni trascorsi tra la pubblicazione dell’inizio e quella dell’epilogo della saga, sono diventati adulti. Harry Potter lo si rilegge con piacere e trepidazione anche più volte: a ogni lettura si scopre qualcosa di nuovo, quel particolare che era sfuggito, quella frase o passaggio che a seconda della nostra età ci fanno improvvisamente un effetto diverso. Si ritorna indietro ricominciando la saga per stupirsi di come un nome o un fatto presenti nel primo volume servano a dipanare un mistero che ci troviamo davanti nel quinto. Per alcuni la rilettura dei romanzi o una bella maratona dei film sono come indossare un maglione vecchio ma comodo, che ci fa sentire al caldo e al sicuro, coccolati e a casa.
Tanti si sono chiesti quale sia la ragione del successo di Harry Potter, un successo che coinvolge lettori di tutte le età e di tutti i paesi del mondo. Evidentemente non è solo una moda, altrimenti si sarebbe già esaurita, visto che il primo romanzo è uscito ormai nel 1997 e la saga si è conclusa con l’ultimo dieci anni dopo. Certo, i film e il sequel e poi le storie di Newt Scamander hanno dato agli appassionati l’opportunità di restare ancora un po’ nel mondo della magia, rinnovando l’interesse, eppure resto convinta che ci sia molto altro.
Quel che voglio dire è che chi ama Harry Potter non è ammaliato solo dagli eventi narrati, che sicuramente sono incredibili e coinvolgenti, ma ritrova in quelle pagine ambientate in un mondo altro qualcosa di sé, del proprio vissuto, o le risposte alle proprie domande. In fondo, Harry Potter è una grande unico romanzo di formazione, in cui seguiamo le vicissitudini di un bambino che, suo malgrado, si trova catapultato in una storia più grande di lui, e lo vediamo crescere e maturare fino all’epilogo. Non c’è solo lui che, diciamo la verità, a tratti è pure un po’ insopportabile, ma tutti gli altri protagonisti della storia, amici e nemici, buoni o cattivi che siano, che creano un affresco sorprendente dell’animo umano: amore, amicizia, invidie e gelosie, stupidità e intelligenza, altruismo ed egoismi grandi e piccoli, c’è tutto in queste pagine.
Sono le scelte che facciamo che dimostrano quel che siamo veramente, molto più delle nostre capacità
Ci sono, in questa storia, tutte le emozioni dei ragazzi che crescono. Il loro innato senso dell’assoluto, per cui esistono solo bianco e nero, viene messo in discussione e scopriamo una scala di grigi che lascia senza fiato. Si parla di argomenti seri, di giustizia, del coraggio che serve per opporsi alle ingiustizie, della capacità di contrastare quel che è sbagliato anche se sarebbe l’ordine costituito, della capacità di mettere il bene comune prima del proprio. Tutto ciò mentre comunque ci viene raccontata una storia fantasy, e non ce lo possiamo certo dimenticare visto che il mondo che fa da sfondo alla storia è costruito e dipinto nei minimi particolari e con estrema coerenza. Alla faccia del libro per bambini!
Voldemort stesso ha creato il suo peggior nemico, come fanno ovunque i tiranni! Hai idea di quanto i tiranni temano coloro che opprimono? Sanno benissimo che un giorno tra quelle molte vittime ce ne sarà certamente una che si leverà contro di loro e reagirà!
Aprendo le pagine di questi romanzi ci si ritrova risucchiati in un vortice e non è un caso se tra gli ammiratori si scatenano vere e proprie lotte: ci si identifica in una casa, ci si immagina nel mondo magico chiedendosi cosa faremmo noi se ci fosse realmente la magia, ci si innamora di un personaggio, buono o cattivo che sia, e qui sta la grandezza dei romanzi con la R maiuscola. In nessun momento la Rowling ci lascia nel dubbio su quale sia il confine tra bene e male, eppure è innegabile che alcuni sui personaggi “cattivi” siano avvolti da un fascino tale da conquistare se non il nostro cuore, quantomeno il nostro rispetto. Anche quando li detestiamo, lo facciamo con l’intensità che normalmente dedichiamo alle persone reali.
Se vuoi sapere com’è un uomo, guarda bene come tratta i suoi inferiori, non i suoi pari
Nonostante l’ambientazione fantastica, Rowling ha creato un mondo così vero da essere credibile. I grigi e le ombre di cui dicevo prima sono quelli che conferiscono profondità agli eventi, per cui possiamo davvero riconoscerci come essere umani nei personaggi: anche i grandi eroi possono essere a tratti egoisti o sciocchi, imperfetti, così come gli antagonisti possono mostrare sprazzi di luce quando meno ce lo aspettiamo e due dei personaggi più amati, Neville e Luna, che alla maggior parte degli altri studenti appaiono come due tipi quantomeno strani, daranno, con il loro coraggio e la loro determinazione, grande appoggio e sostegno al trio magico.
Tutti i più grandi maghi della storia hanno iniziato essendo niente di più di quello che siamo noi: studenti. Se loro ce l'hanno fatta, perché noi no?
Ecco un altro ingrediente di cui i detrattori del genere fantasy si dimenticano: non importa quali siano le difficoltà lungo il cammino, draghi, basilischi, lupi mannari o le proprie umane debolezze e imperfezioni, alla fine i ragazzi ce la fanno. Armati di coraggio, determinazione e una buona dose di “pura fortuna” - come dice la professoressa McGonagall – Harry e i suoi amici riescono dove forse nemmeno gli adulti sarebbero riusciti. Non è un messaggio da poco per i lettori che possono avere più o meno l’età dei protagonisti delle storie che li appassionano. In una fase della vita particolarissima, in cui un giorno ci si sente padroni del mondo e quello dopo ci si sente peggio di un verme attaccato all’amo, vedere che, anche se a fatica e pagando a volte un prezzo altissimo, alla fine si può prevalere credo sia un dono grande che le storie ci fanno: ci consentono di provare rabbia, gioia, paura e amore, empatia e di immaginare soluzioni a situazioni che, seppur in altro modo, si possono dover affrontare anche nella vita reale.
Le parole sono, per la mia opinione non tanto umile, la nostra fonte di magia più inesauribile, capace sia di ferire che di curare
Come suggerisce Silente, nel nostro mondo forse sono davvero le parole la forma di magia più incredibile e potente e certo la fantasia e la penna di J. K. Rowling hanno creato qualcosa di unico! Ricordiamoci sempre che molte case editrici rifiutarono il primo romanzo di Harry Potter, secondo loro troppo lungo per essere per bambini, troppo strano…per fortuna qualcuno ha creduto in questo progetto, che è diventato un fenomeno mondiale: ancora oggi ci sono tanti piccoli lettori che acquistano il loro primo Harry Potter con gli occhi lucidi ed escono dalla libreria accarezzando la copertina! Come ogni tanto, del resto, ci ritroviamo a fare tutti noi appassionati.
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