Anniversari e Ricorrenze

Pietro Mennea: il signore del tempo

Illustrazione di Giorgia Borella, 2023, studente al Liceo artistico Volta di Pavia

Illustrazione di Giorgia Borella, 2023, studente al Liceo artistico Volta di Pavia

Sono passati dieci anni dalla scomparsa di Pietro Mennea, morto a Roma - appena sessantenne - il 21 marzo del 2013.
Sembra ieri e invece questa decade è passata veloce quasi quanto veloce sapeva essere lui nelle distanze brevi. Nei cento e soprattutto nei duecento metri piani.
Figlio di una modesta e numerosa famiglia di Barletta, Mennea capì sin da ragazzino che con lo sport poteva farcela. Poteva diventare qualcuno regalandosi un futuro, vincendo e facendo sognare un intero Paese in quasi venti anni di carriera.

Una (non) storia su Pietro Mennea

Circa un anno prima della sua morte, la vita di Mennea si incrocia per qualche istante con quella di Assunta Legnante, un’olimpionica italiana di getto del peso, medaglia d’oro ai giochi del mediterraneo.
Nel 2010, all’apice della carriera, Assunta si ammala e nel giro di poco, pochissimo tempo perde la vista e di conseguenza la possibilità di fare sport e di vivere quella che fino ad allora per lei era una vita normale.

Passa del tempo. Passano anni. Nel 2012 la Legnante - ormai totalmente cieca - decide che non serve a niente piangere e recriminare. Si rimbocca le maniche e si pone un obiettivo: vuole diventare la miglior gettatrice del peso e partecipare alle Paralimpiadi di Londra 2012.
Ricomincia da zero e deve reimparare tutto, una nuova grammatica dell’agonismo come contare i passi o sentire il momento, prima ancora di viverlo.

L’11 maggio del 2012 debutta nella sua prima gara paralimpica. Sono i campionati italiani di Torino e l’esito della gara decreterà anche i nomi che andranno a Londra. Mentre è in viaggio per lo stadio il suo telefono squilla e la voce dell’assistente vocale nella sua freddezza standard dice soltanto “Numero sconosciuto”. Assunta, un po’ piccata per non aver spento quella fonte di distrazione, decide di rispondere:

Pronto Assunta, ciao. Sono Pietro. Pietro Mennea

Pietro Mennea

Lei quasi sviene. Si contiene. Ma piange. Quello non può evitarlo.

Mennea aveva letto del suo ritorno alle gare e ne era rimasto colpito. Così colpito da mettersi a cercare il numero di telefono di un’atleta fino ad allora sconosciuta soltanto per dirle che ammirava quella voglia di non arrendersi e di rimettersi in gioco.
Per Mennea fu un gesto naturale e nessuno - se Assunta non ne avesse parlato con me qualche anno fa nel corso di un’intervista - lo avrebbe mai saputo.
Quel pomeriggio Assunta diventò campionessa italiana e migliorò di ben due metri il record del mondo. Qualche mese dopo vinse le Paralimpiadi, poi le rivinse a Rio 2016 e a Tokyo 2020 si dovette accontentare – si fa per dire – di un argento. Ancora oggi – se glielo chiedete - Assunta vi dirà che quella telefonata le ha cambiato la vita.  

Illustrazione di Gayuth Madurapperuma, 2023, studente del Liceo Artistico Volta di Pavia

Pietro Mennea: il signore del tempo

Potevo scegliere centinaia di aneddoti per ricordare uno dei più grandi atleti del nostro Paese.
Questa storia (che sanno in pochi) però credo che possa raccontare qualcosa di più e aggiungere un tassello al grande puzzle della vita di Mennea.
L’uomo che ha saputo fermare il tempo fondendo la velocità e lo spazio.
Quel 19:72 registrato nel 1979 a Città del Messico ha resistito 17 anni come record del mondo ed è ancora oggi il record europeo. Sempre nel '79 ha corso i cento metri in 10 secondi e un centesimo e quel tempo è stato il record italiano per 39 anni.

Mio figlio si chiama Pietro, non è un omaggio ma se un giorno mi chiederà di raccontargli la storia di qualche personaggio famoso che porta il suo nome io sono certo che partirò da Mennea. Gli racconterò che certe volte il tempo è relativo.
Che dieci secondi e un soffio possono durare un’eternità e che il tempo di una telefonata a una collega che non si arrende e decide di combattere può valere il tempo di una vita intera.

La Freccia del Sud

Mennea era soprannominato la Freccia del sud, come il primo treno espresso che da metà Novecento, per oltre mezzo secolo, in quasi 24 ore collegava Palermo e Milano. Un treno che – attraversandolo – abbracciava e salutava un intero paese.
Un treno che conteneva nei suoi scompartimenti amori, speranze, gioie e delusioni. Un treno che prendeva le emozioni per frullarle e restituirle.
Un po’ come ha fatto Mennea con Assunta Legnante alzando il telefono in una giornata di maggio, dando a un’atleta che ricercava sé stessa un motivo in più per farcela.

Illustrazione di Benedetta Filetti, 2023, studentessa del Liceo artistico Volta di Pavia

Libri su Pietro Mennea

Pietro Mennea. L'uomo che ha battuto il tempo

Di Tommy Dibari | Cairo, 2018

Soffri ma sogni. Le disfide di Pietro Mennea da Barletta

Di Stefano Savella | Stilo Editrice, 2017

Gli altri approfondimenti

La posta della redazione

La posta della redazione

Hai domande, dubbi, proposte? Vuoi uno spiegone?
Scrivi alla redazione!

Chiudi

Per poter aggiungere un prodotto al carrello devi essere loggato con un profilo Feltrinelli.

Chiudi

Per poter aggiungere un prodotto alla lista dei desideri devi essere loggato con un profilo Feltrinelli.

Chiudi

Il Prodotto è stato aggiunto al carrello correttamente

Chiudi

Il Prodotto è stato aggiunto alla WishList correttamente