Il verso giusto

I libri di poesia di Decima, Del Moro e Del Sarto

Come Maremosso, media partner del Premio Strega Poesia, non potevamo non dedicare uno spazio ai libri di poesia candidati a questa prima edizione!

Ogni giorno, trovate le biografie degli autori e le opere con le quali gareggeranno in vista del 19 maggio, data in cui verrà proclamata la cinquina finalista.

Stefano Decima partecipa con Le ombre di Periandro (Porto Seguro)

Classe 1990, di Roma, adora il cinema e la letteratura dall'adolescenza, e da qui parte il suo bisogno di scrivere. Cresciuto in una famiglia di borgata, lavora da dodici anni in un bar, ma il richiamo della scrittura si è fatto sempre più forte: ha iniziato a studiare sceneggiatura cinematografica.

Periandro era considerato il secondo tiranno di Corinto ed è protagonista di una storia, diventata mito. Ha un rapporto sessuale con la madre, nel buio, del tutto ignaro del peccato che sta per compiere. Ma fuori dall'ombra, la luce gli mostra l'imbroglio al quale è stato piegato: la pazzia è la conseguenza inevitabile. Ma perché Periandro? La madre decise di punirlo perché colpevole di qualcosa di inevitabile e spontaneo: lui evolveva, cresceva e si allontanava da lei ogni giorno di più. Questo è il punto di partenza di Stefano Decima, che attraverso liriche e canzoni, riattraversa i cardini malati del rapporto con sua madre, alla ricerca di una via di fuga e di quella luce in grado di scacciare ogni imbroglio.

Le ombre di Periandro
Le ombre di Periandro Di Stefano Decima;

Periandro era considerato il secondo tiranno di Corinto ed è protagonista di una storia, diventata mito, che parla di manipolazione, inganno e incesto. Ha un rapporto sessuale con la madre, nel buio, del tutto ignaro del peccato che sta per compiere. Ma fuori dall'ombra, la luce gli mostra l'imbroglio al quale è stato piegato: la pazzia è la conseguenza inevitabile.

Francesca Del Moro partecipa con Ex madre (Arcipelago Itaca)

Classe 1971, vive a Bologna e ha pubblicato diversi libri di poesia tra cui Fuori Tempo (Giraldi, 2005), Non a sua immagine (Giraldi, 2007), Una piccolissima morte (edizioni folli, 2017, ripubblicato nel 2018 come ebook nella collana Versante Ripido / La Recherche) e La statura della palma. Ha curato e tradotto numerosi volumi di saggistica e narrativa ed è autrice di una traduzione isometrica delle Fleurs du Mal di Charles Baudelaire, pubblicata da Le Cáriti nel 2010. Dal 2007 organizza eventi in collaborazione con varie realtà bolognesi e fa parte del comitato organizzativo del festival multidisciplinare Bologna in Lettere.

Il corpo diventa un guscio svuotato che si confonde con la polvere della terra e aspira al pulviscolo divino. Non dal distacco che si fa stile sublime ma da un'identificazione totale, l'orfanità della madre, col figlio morto, che si fa stile umile, classicamente opposto allo stile sublime. Humilis, della terra, dalla terra, humus. Spesso in questi versi si parla di "occhi rotti", di uno sguardo fisso a terra. Il corpo di chi scrive vi giace, un corpo rotto che cade nella scrittura. La poesia è un corpo sostitutivo, di parole, un corpo ricucito dalla scrittura di una mano estranea, alienata a sé, il corpo in balìa del dolore infinito. (dalla prefazione di Rosaria Lo Russo)

Ex madre
Ex madre Di Francesca Del Moro;

"Ex madre, una definizione di sé ferocemente stigmatizzata da un'ufficialità burocratica spersonalizzante. Con valore privativo. Indica che la condizione o funzione espressa dal sostantivo stesso è ormai decaduta o cessata. Il titolo è il luogo del piccolo, immane, orrore privativo. Il complemento latino di moto da luogo si esprime con ex + ablativo; ex matre, con piccola lenizione della dentale che da sorda si fa sonora, diventa ex madre.

Eugenio De Signoribus partecipa con Nel villaggio oscuro (Manni)

Ha pubblicato le raccolte I viali (2003, Atelier), Sul vuoto (2011, Transeuropa) e Il grande innocente (2017, Nino Aragno) rivisitate nel recente Tenere insieme (2021, Samuele Editore). Ha pubblicato saggi a carattere pedagogico come Raccontare storie (con F. Batini, 2007, Carocci) e In un inizio di mattina (2012, Transeuropa).

La sua poesia si sposta sempre più verso una volontà, un’urgenza di rinascita avvertibile anche su un piano storico-generazionale. Se è vero che, come in molte zone della sua opera emerge, Del Sarto parte sempre da dati concretamente biografici, è allo stesso tempo evidente quanto questa stessa biografia si concentri in maniera nevralgica sui dati salienti della storia da essa attraversata. A tal proposito, si noterà facilmente il filo che lega Il grande innocente (ultima raccolta prima di Sonetti bianchi), a partire dalla figura quasi archetipica del nonno del poeta, a questa raccolta e al suo protagonista, Giona, il più piccolo dei figli di Del Sarto. Il sentiero “familiare” inaugura una vera e propria “vita nuova”, portatrice di un messaggio cosmico che solo l’accoglienza immediata di chi “appare” può sperare di realizzare. (Gianluca D’Andrea)

Sonetti bianchi
Sonetti bianchi Di Gabriel Del Sarto;

L’itinerario poetico di Eugenio De Signoribus trasmuta nella vita della lingua le lacerazioni e le opacità e i bagliori dell’esistenza. Accoglie il visibile – con le sue ferite, con il suo chiuso orizzonte – in un movimento del verso la cui musica non vela l’asperità, e nella forma dolorosa lascia trasparire quella dolcezza che per i primi poeti della nostra lingua era il proprio della poesia.

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