Quanti di noi hanno conosciuto il ricco zio d’America, che dall’altra parte del mondo ci fa sapere di essere diventati milionari? E quanti di noi hanno avuto a che fare con un notaio, un’eredità da accettare o rifiutare, e le lotte intestine tra parenti serpenti? Ecco, il romanzo di Alessia Gazzola (pubblicato da Longanesi) sembra sfiorare solamente alcuni di questi cliché, la realtà appare fin da subito meno florida e più incerta per la sua protagonista Rachele (anche se un po’ di dramma familiare e la scoperta improvvisa di una nuova cugina arricchiscono al punto giusto il romanzo).
Rachele Braganza è una giovane ragazza, poco più che trentenne, e fa la giornalista. Vive a Milano dove lavora per una rivista che si occupa di life style, moda, gossip e ogni altro tipo di curiosità; ha un fidanzato, Alessio, lo stesso del liceo con cui convive da molti, molti anni, e due amorevoli genitori a distanza, dislocati a San Brendano di Clonfert, nell’est veronese.
Rachele sa bene che cosa va di moda e che cosa no, ed è da sempre una grande esperta dei trend del momento al punto che l’ha reso il proprio lavoro: nella Milano più divertente, tra un aperitivo con gli amici nell’ultimo locale aperto e un evento privato, lei scrive di lifestyle sulla notissima rivista Chic&Glam. Quindi se di eredità, atti notarili e faccende giuridiche connesse non ne sa nulla è ampiamente giustificata.
Non è a conoscenza dei drammi familiari del passato, a malapena conosce lo zio Massimo, il fratello di suo padre, che le sconvolgerà la vita con un’assurda richiesta e la possibilità di dire sì a un’eredità segreta, non ben quantificata. La piccola formalità in questione, infatti, si trasforma, complice l’istinto investigativo della giornalista, in un’inaspettata storia che intreccia l’adolescenza dei suoi genitori e di suo zio, con il presente di Rachele, il suo lavoro e la sua vita amorosa.
Nessuno zio d’America molto ricco quindi, una vecchia Cabriolet e un po’ di debiti al massimo. Neanche troppo serpenti i parenti intorno al bottino, anzi. Il notaio invece, Manfredi Malacarne, ex compagno di classe e di banco della nostra Rachele, si rivelerà molto più necessario nella vita della protagonista, non solo per risolvere noiose pratiche burocratiche, ma per ricordarci che la nostra versione di diciassette anni non è certamente quella più completa.
Manfredi abbassa per un momento lo sguardo e si gratta per un attimo la nuca. «In fondo, è solo un giro in macchina.» «Infatti» lo assecondo io. [...] «E dove vuoi andare?» «Hai presente quando si dice “non importa la meta ma il viaggio”?»
Se all’inizio ho parlato di cliché è solo per discostarne ogni associazione con il finale del romanzo, la scrittura della Gazzola, infatti, è leggera, ironica e non si lascia mancare qualche colpo di scena che piace sempre al lettore; l’alternanza di piani temporali del passato con il presente, poi, movimenta la narrazione.
Con Una piccola formalità, dopo Alice Allevi e Costanza Macallè (potete trovare i libri delle due serie rispettivamente qui e qui), la scrittrice sembra consegnarci una nuova protagonista destinata a entrare nelle nostre librerie e nei nostri cuori. Nonostante la Gazzola sia stata cauta nel confermare il ritorno di Rachele e il suo fidato notaio Manfredi, sembra infatti evidente (o forse ci vogliamo sperare) che si apra un nuovo filone narrativo incentrato su una giovane e imprevedibile giornalista.
Consiglio questo romanzo a chi ha ancora nostalgia degli anni delle scuole superiori, a chi ha voglia di addentrarsi negli scheletri dell’armadio che ogni storia familiare porta con sé, a chi ha appena scoperto di essere ereditiere di un lontano zio e non sa da che parte cominciare con le pratiche notarili.
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