Tre vite una settimana di Michel Bussi

Michel Bussi torna con Tre vite una settimana,un thriller edito da E/O che si carica di tensione già dalle prime pagine, con un cadavere che porta con sé i segreti di tre persone diverse (o forse no).

È una piovosa alba di settembre e la capitana Katel Marelle sta pensando a come è finita la sua storia con Sandra.
Non vorrebbe proprio trovarsi lì, sulle rocce scivolose di un belvedere a dover capire cosa c’è dietro al corpo di un uomo ritrovato venti metri più in basso. L’amiamo fin dalle prime pagine, così schietta e acida di fronte a un cadavere che avrebbe preferito rifilare a qualcun altro, per esempio ai colleghi belgi, se solo il fattaccio fosse accaduto qualche centinaio di metri più in là.

Katel spera che sia stato un banale suicidio, e attende a braccia aperte che i suoi giovani colleghi Will e Mehdi, mandati per una prima ricognizione nel punto esatto del ritrovamento, le forniscano una prova che tolga ogni dubbio.
Tutto però diventa più interessante – e per Katel impegnativo – quando dalla macchina della vittima il suo vice Jérémy ritrova una cartellina di plastica con dei documenti:

Il cuore, il respiro, ogni possibile ragionamento… tutto si ferma in Katel, immobile di fronte all’impensabile, che percorre con brividi bollenti la pelle e prosciuga ogni centimetro della bocca.
Tra le sue mani i tre documenti riportano foto molto simili che ritraggono la stessa persona ma i dati personali sono differenti, tutti accomunati dall’inquietante dettaglio della data di nascita:

Lo sconcerto lascia il posto alla più immediata e semplice delle ipotesi: Renaud Duval si è divertito a costruire tre vite.
La foto di una donna nel portafogli della vittima è il punto di partenza per un’indagine senza precedenti che da un negozio di marionette in un paesino di 851 abitanti quasi al confine con il Belgio, porta Katel a Parigi e Mende, dove altre due donne attendono il ritorno del loro amato.

Sullo sfondo, un sanguinoso episodio avvenuto quarant’anni prima in Boemia e una minaccia in agguato, pronta a colpire alla prima occasione.
Una domanda risuona perennemente e martella la testa: Renaud Duval è Pierre Rousseau ma anche Hans Bernard? O sono tre persone diverse? E se lo sono, come spiegare la folle coincidenza?

La curiosità di districare un rompicapo quasi diabolico e la tensione a ogni nuovo tassello aggiunto all’indagine divorano il lettore, che si sente quasi una marionetta nelle mani di Michel Bussi, in attesa di essere guidato verso la verità.