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Teatro d'amore di Joseph O'Connor

P.S. Come tante storie strepitose, comincia su un treno

Questo si legge nelle prime righe del recente romanzo Teatro d’amore dello scrittore irlandese Joseph O’Connor e io, ormai da più di dieci anni alla Feltrinelli di Milano Stazione Centrale, non posso che essere d’accordo! Tante storie sono cominciate su un treno, tante avventure, scoperte, viaggi, amicizie e amori; forse proprio per questo molti libri, che la vita la raccontano e la interpretano, sono ambientati su un treno, o in una stazione, luogo anche simbolico di partenze e ritorni, di addii, di promesse e baci lanciati attraverso un finestrino.

Teatro d'amore
Teatro d'amore Di Joseph O'Connor;

Nella Londra del 1878, le vite di tanti e grandi artisti si intrecciano. Il lettore segue le vicende, in particolare, di Bram Stoker e dei suoi due amici, Henry Irving e Ellen Terry, nel periodo in cui il creatore del vampiro più famoso del mondo è direttore del Lyceum Theatre. Uno spaccato storico imperdibile e documentato, ma, soprattutto, umano.

La vicenda narrata ci riporta a fine Ottocento, a Londra, facendoci rivivere le atmosfere di una città piena di possibilità, luogo caotico e vivace che accoglie chi cerca fortuna, lavoro, successo e consacrazione, o almeno vuole provarci. Ci fa conoscere soprattutto l’ambiente del teatro, respirare il clima del dietro le quinte, ci fa assistere alla preparazione delle scenografie, all’allestimento del palcoscenico, alla tensione che regna tra gli attori durante le prove, ai festeggiamenti dopo che è calato il sipario e gli spettatori, in gran numero, hanno applaudito la compagnia.

Un mondo fatto di polvere, di trucchi, di timori e di improvvisazioni, di rapporti sempre burrascosi, di costumi di scena sgargianti e di bicchieri della staffa a tarda notte. Straordinari sono i tre protagonisti, che hanno dato vita ad anni intensi e indimenticabili, esistenze spese nella dedizione allo spettacolo e alle scene, sacrificando matrimoni e famiglie, per raggiungere una gloria artistica, vivendo per lo più di notte, lontani da casa, trovando nell’ambiente raccolto del teatro stesso, tra di loro, un’intimità quasi domestica, fatta di amicizia, di amore forse non dichiarato, di gelosia e di passione per la letteratura.

Si tratta di Bram Stoker, appena giunto da Dublino, cui viene affidata la direzione del teatro, il famoso Lyceum Theatre, divorato dalla brama di scrivere e di conoscere, di emergere grazie ai propri scritti, e attraversare i segreti e i vizi celati nell’oscurità della notte, che lo attraggono e lo fanno sentire in colpa, dal momento che non troverà – in vita – approvazione e riconoscimento alle sue opere, influenzate da quei sentimenti morbosi, sfociati infine nell’immortale Dracula, capolavoro che esplora gli abissi più reconditi dell’animo umano.

Ad affidargli il ruolo di direttore è Henry Irving, idolatrato attore, temuto e odiato, il più grande a recitare Shakespeare con un’interpretazione manieristica e personale, considerato un genio o un furfante (probabilmente entrambe le cose).

Tra loro la bellissima e bravissima attrice Ellen Terry, ammirata e celebrata lungo tutta la sua carriera, al centro delle loro ambigue attenzioni, amica, confidente, e di volta in volta punto d’equilibrio o di scontro nel loro rapporto.

Londra tra i vicoli, gente d’ogni estrazione tra un pettegolezzo sempre più malevolo su uno scrittore dallo straordinario successo iniziale, Oscar Wilde (amico di gioventù di Stoker), e la paura strisciante che giunge al calar delle tenebre, per la presenza inquietante di un terribile assassino, cui è stato dato il nome di Jack lo Squartatore.

Joseph O’Connor si era già cimentato con storie ambientate nel mondo del teatro, ma secondo me erano state le sue opere meno riuscite; nella sua vasta produzione, trovo senz’altro siano migliori altri romanzi: quello che apprezzo di più è indubbiamente Il rappresentante, che giudico meraviglioso, ma anche Stella del mare, Il gruppo, e così via. Lo apprezzo e lo considero uno dei miei scrittori preferiti già dal suo primo libro, Cowboys and Indians, regalatomi da una coppia di amici circa venticinque anni fa; e questo ricordo mi permette di considerare quanto sia importante il suggerimento di un bravo libraio, perché allora i due si rivolsero per un consiglio a un addetto in libreria, il quale, dopo una breve descrizione dei miei gusti, mostrò loro il libro di O’Connor, perfetto per me.

Anzi, forse quei due amici hanno fatto anche di meglio, hanno scoperto un tratto di me che aspettava solo di uscire allo scoperto.

In ogni essere che vive c’è una seconda natura praticamente sconosciuta a tutti. Tu, lettore, hai una persona reale nascosta sotto la tua personalità più nota e quasi nessuno la conosce. È la parte migliore di te, la più interessante, la più curiosa, la più eroica, e spiega ciò che, in te, ci confonde. È il tuo io segreto

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Conosci l'autore

Scrittore e giornalista irlandese. È uno dei principali protagonisti dell'eccezionale fioritura letteraria irlandese iniziata a cavallo degli anni Novanta e i suoi libri sono pubblicati in 29 lingue.Ha esordito nel 1991 con Cowboys & Indians, seguito da Desperados (1994), affermandosi definitivamente come voce di spicco della nuova letteratura irlandese con i tragicomici romanzi Il rappresentante (1998), La fine della strada (2000) e Quell’incredibile inverno del ’75 (2000). Si è fatto promotore di una letteratura che si confronta, senza esserne soffocata, con le proprie radici storiche e i propri miti, come testimoniano il romanzo a sfondo storico Stella del mare. Addio alla vecchia Irlanda (2003) e la curatela di Yeats è morto (2001), singolare mistery i cui capitoli sono scritti da quindici autori diversi. Ricordiamo altri romanzi come La moglie del generale (2007) e Una canzone che ti strappa il cuore (2010). O'Connor ha scritto anche racconti (Veri credenti, 1991), un esilarante reportage sul maschio irlandese (Il maschio irlandese in patria e all’estero, 1996) e testi per il teatro.Ha ottenuto inoltre numerosi riconoscimenti, tra cui: l'Irish Post Award per la letteratura, il premio dell'American Library Association, il Prix Millepages in Francia e il Prix Madeleine Zepter come Romanzo europeo dell'anno.

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