Sotto il vestito niente di Paolo Pietroni

Il glamour, le notti, l’entusiasmo, le luci, i colori, l’internazionalità, le idee, le fotomodelle, gli stilisti esordienti e quelli affermati, i fotografi, i giornalisti, i politici potenti, il lusso, la droga: la Milano da bere.
Sono gli anni del boom della moda italiana, anni in cui molti si affacciavano su quel palcoscenico per esserne protagonisti. Alcuni sono riusciti a emergere, altri sono stati sommersi.
Un giallo, anzi, un thriller, profetico. Proprio nel 1984 la cronaca nera si occupava di un caso legato a quell’ambiente: in un palazzo signorile del centralissimo corso Magenta viene ucciso Francesco D’Alessio, ricco figlio del proprietario di una delle scuderie più importanti d’Italia. A ucciderlo è stata Terry Broome, modella americana. Era prevedibile e ci saranno altri casi simili successivamente.
Se si spinge troppo sull’acceleratore della vita, a volte ci si schianta.

Paolo Pietroni (alias Marco Parma: lo pseudonimo che utilizza per la prima edizione del libro nel settembre 1983) conosce bene questo modo, è quello che lui stesso frequenta come direttore di un settimanale importante di quegli anni, ma ancora nelle edicole italiane oggi: Amica.
Paolo Pietroni è un nome conosciutissimo nell’ambiente, non può pubblicare un libro in cui si fotografa spietatamente il lato oscuro dello scintillante mondo della moda, non gli verrebbe perdonato. Così decide di utilizzare quello pseudonimo. Ma oggi, che il romanzo viene ristampato da Longanesi, non è più necessario. 

Molti conosceranno questo titolo attraverso la sua versione cinematografica – diretta da Carlo Vanzina nel 1985 -, che tuttavia non gli rende giustizia: il romanzo è decisamente più affascinante e coinvolgente.

Al centro la morte di una bellissima fotomodella americana, Anne Sunsine, trovata senza vita in una stanza d’albergo, forse per un’overdose di eroina. Ma prima dell’arrivo della polizia, il cadavere scompare. Il maresciallo Santini, incaricato delle indagini, convoca per interrogarlo Marco Parma, giornalista direttore della rivista patinata Venus, l’ultima persona ad aver parlato con l’indossatrice viva; ma Parma è irreperibile. Scomparso anche lui. Sparizione volontaria o sequestro? E per mano di chi?
Sono gli anni delle Brigate Rosse e dei rapimenti firmati dalla criminalità organizzata, ma può trovarsi in questi ambiti la risposta? Tra messaggi inquietanti e depistaggi, immersa in quell’ambiente ambiguo, sfuggente, superficiale, crudele dove il successo è effimero e la bramosia di danaro e popolarità travolge tutti, l’indagine prosegue. La donna è morta davvero, e che fine ha fatto Marco Parma?

Alcuni luoghi sono quelli della Milano anni Ottanta, ma a distanza di quarant’anni non così diversi dalla città contemporanea: la Torre Velasca, il ristorante Bagutta, le redazioni di via Solferino, gli atelier degli stilisti più prestigiosi, il ristorante di Gualtiero Marchesi, le boutique di via Montenapoleone.
I protagonisti sono a tratti sovrapponibili a quelli del mondo della moda di quei decenni. Inquietante la fotografia che ne esce: non tanto una immagine da prima pagina di Vouge, quanto quella di apertura della cronaca nera di un quotidiano.

Un romanzo per rileggere oggi la storia troppo mitizzata di un glamour perlopiù di facciata. E un ottimo esempio di metaletteratura.