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Oliva Denaro di Viola Ardone

C'è una storia vera, quella di Franca Viola. Negli anni '60 la legge italiana, in particolare l'articolo 544 del codice penale, prevedeva che l'autore di un reato di violenza sessuale se avesse contratto matrimonio con la parte offesa, avrebbe visto estinto la propria condanna, anche ai danni di una minorenne. In altre parole, si trattava di una "matrimonio riparatore", visto che lo stupro era considerato oltraggio alla morale e non reato contro la persona. Con il rifiuto a questa formula disumana Franca Viola, vittima di una situazione simile, fu la prima a rompere il muro di questa infamia nei confronti delle donne. Dopo il processo che la coinvolse, la norma venne cambiata nel 1981, bloccando così una pratica purtroppo molto spesso messa in atto contro giovani ragazze.
Poi c'è un romanzo, Oliva Denaro di Viola Ardone, l'autrice del bellissimo Treno dei bambini, che fa chiaramente riferimento alla storia vera ma va oltre regalandoci una storia di rapporti familiari intensa e coinvolgente.
Ce lo ha spiegato lei stessa, quando è venuta a trovarci per parlarci del suo libro. Potete ascoltare e leggere la sua intervista qui.

 

Oliva Denaro
Oliva Denaro Di Viola Ardone;

La colpa e il desiderio di essere liberi in un romanzo di struggente bellezza. L'intensa storia di formazione di una ragazza che vuole essere libera in un'epoca in cui nascere donna è una condanna.

Siamo nella Sicilia degli anni '60 anche in questo caso, Oliva è una quindicenne che vive con la propria famiglia e come tante altre ragazzine della sua età ama studiare e andare a scuola. In modo particolare è affascinata dalle parole difficili, tanto da trascriverle con assiduità. Poi ama le ore trascorse con suo padre tra una corsa dietro alle rane o alla ricerca di lumache, sempre spensierata. E poi sua madre, che le ripete in maniera quasi ossessiva «la femmina è una brocca: chi la rompe se la piglia», frase esemplare e quasi di presagio per quelle situazioni che in quel periodo coinvolgevano ragazzine che si presentavano alla soglia dello sviluppo biologico e sociale.
Proprio per questa oppressione Oliva si fa domande sul matrimonio e si immagina una vita futura nel solco delle regole che le vengono insegnate e che vorrebbe rispettare.
Dietro l'angolo del proprio destino purtroppo si nasconde una realtà diversa: è la figura di Paternò, rampollo di una famiglia influente e proprietaria di una pasticceria, ma anche coinvolta in poco chiare faccende di prestiti di denaro.
Infatti, Oliva non si rende neanche conto che il suo sviluppo è evidente in un corpo che cresce anche dal lato di un certo fascino, mentre lei pensa allo studio. L'interesse di questo ragazzo la pone di fronte al doppio binario delle sensazioni, cioè da una parte una particolare emozione mai provata prima, ma dall'altra l'istinto di tenere lontano da lei quelle attenzioni che le ricordano il monito della madre.
In questo imbarazzo di intenti si insinua la violenza del prepotente, del più forte sul debole. Ma di fronte al sopruso fisico e morale, Oliva, proprio come Franca Viola, deciderà di essere solo lei protagonista delle sue scelte. E qui emerge una parte del romanzo che evidenzia i rapporti della nostra protagonista con la madre e il padre. Mentre la madre rappresenta un po’ la tradizione dell'epoca per quello che riguarda l'universo femminile e quindi vorrebbe salvaguardare il chiacchiericcio su sua figlia, quasi valesse più quello che pensa la gente piuttosto che il sentire di Oliva, il padre invece risulta superare questi stereotipi.


Una figura fatta più di silenzi che di parole, più di dubbi che di certezze, un uomo lontano dal classico pater familias, accentratore, che cerca di assecondare il senso di libertà di Oliva e che vuole per lei solo il suo bene e la sua determinazione di poter essere semplicemente sé stessa con le proprie convinzioni. E qui mi ritornano in mente le parole della storia vera, quella di Franca Viola, quelle pronunciate da suo padre di fronte alla scelta della figlia di rifiutare un matrimonio riparatore e sfidare le leggi del codice e di un certo pensiero di quei tempi: "se tu ci metti una mano io ce ne metto cento". E così il padre di Oliva "se tu inciampi io ti sorreggo".

Un romanzo forte con una scrittura diretta, pura, come la protagonista, spesso crudo, sicuramente molto coinvolgente nel sentire il travaglio che prova la protagonista nella ricerca della propria dimensione. Una storia che ci ricorda come il mondo femminile abbia subito delle intollerabili ingiustizie fino a pochi anni fa (è solo del 1996 il riconoscimento legale dello stupro come reato contro la persona e non semplicemente contro la morale!), angherie che comportavano una vita fatte di soprusi fisici e morali, ma che la straordinaria forza di alcune donne come Oliva Denaro hanno saputo spezzare, esaltando quel principio di libertà di scelta che non dovrebbe mai essere messo nemmeno in discussione.

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Viola Ardone (Napoli 1974) è laureata in Lettere e ha lavorato per alcuni anni nell'editoria. Autrice di varie pubblicazioni, insegna latino e italiano nei licei. Fra i suoi romanzi ricordiamo: La ricetta del cuore in subbuglio (Salani, 2013), Una rivoluzione sentimentale (Salani, 2016), Il treno dei bambini (Einaudi, 2019), Oliva Denaro (Einaudi, 2021) e Grande meraviglia (Einaudi, 2023).

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