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Leggermente fuori fuoco di Robert Capa

La vera posta in gioco per un corrispondente di guerra non è tanto la ricerca della verità ma la sua stessa vita

Nello Scavo

Ad un anno dalla scellerata invasione dell’Ucraina da parte della Russia, abbiamo intervistato Nello Scavo, autore di Kiev (Garzanti), saggio e diario personale del conflitto che sta insanguinando il cuore dell’Europa. Potete leggere e ascoltare la sua intervista qui.

Non stupisce, quindi, che il libro cult che ci ha suggerito sia il noto testo di Robert Capa Leggermente fuori fuoco (Contrasto), capace di ispirarlo nel suo lavoro di giornalista e scrittore.

Leggermente fuori fuoco
Leggermente fuori fuoco Di Robert Capa;

"Leggermente fuori fuoco" è il leggendario volume di Robert Capa che racconta le vicende del suo autore nell'Europa della Seconda guerra mondiale.

In questo libro autobiografico pubblicato per la prima volta nel 1947, il fotografo di origine ungherese Robert Capa (all’anagrafe Endre Ernő Friedmann) si mette a nudo, svelando sé stesso e il suo lavoro in un diario di guerra “con foto dell’autore” che conduce i lettori nel suo quotidiano in prima linea come corrispondente e fotografo di guerra sul fronte europeo durante la Seconda Guerra mondiale. Il titolo del libro rimanda alle sue famose foto dello sbarco in Normandia, parzialmente danneggiate in fase di sviluppo da un tecnico di laboratorio tanto da risultare “leggermente fuori fuoco”. Meravigliosamente autentiche, nonostante tutto.

Attraverso le sue parole ci caliamo perfettamente nel suo vissuto diventando testimoni della storia che ci racconta. Ci ritroviamo immersi nella vita dei soldati da lui condivisa, a bere e giocare a carte nei momenti di riposo, pronti a lanciarci con il paracadute o a strisciare appiattiti nel fango di una trincea, a rischiare costantemente di saltare in aria su una granata nemica o a farci travolgere dai festeggiamenti durante la liberazione della Sicilia.

Scopriamo così che il più noto fotoreporter di guerra di tutti i tempi è capace di coinvolgerci con le parole quanto ha saputo fare con i suoi leggendari scatti. Ed è davvero una bella sorpresa.

Leggendo questo racconto così autentico e appassionato, a metà tra un romanzo d’avventura e un diario personale, comprendiamo appieno il senso di una delle più note affermazioni di Capa: “Se le vostre foto non sono sufficientemente buone, vuol dire che non siete andati abbastanza vicino”. Lui si è avvicinato alla vita e alla morte forse più di chiunque altro ed ha saputo creare una connessione profonda con quanto vedeva. Perché la sua non è stata solo vicinanza fisica ma anche, e soprattutto, emotiva. Quel tipo di vicinanza che ha reso la sua fotografia così unica e che, con questo libro, avvicina anche noi alla profondità di significato che ha riempito la sua esistenza.

Avvicinarsi lì dove le cose accadono serve per sentire di più il dolore, le speranze, la tragedia della guerra negli occhi di chi la guerra la subisce.

Nello Scavo

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