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La metà fantasma di Alan Pauls 

Pochi autori contemporanei hanno saputo imprimere alla forma romanzesca il marchio immediatamente riconoscibile del loro stile come Alan Pauls. A sette anni di distanza dalla Storia del denaro, l’autore argentino più amato della sua generazione torna con un attesissimo romanzo sull’amore a distanza, che raccoglie e dà voce alle inquietudini sentimentali più urgenti della nostra epoca. Chi ha già amato Pauls con la Trilogia della perdita, Il passato, o Trance, non potrà non vedere in La metà fantasma uno degli esempi più perfetti e compiuti della sua scrittura, oltre che un commovente tributo all’amore come colloquio con l’assente.

Protagonista della storia è Savoy, un giovane di mezza età che trascorre la sua esistenza di trasloco in trasloco. A differenza di quel che potrebbe apparire agli occhi di uno spettatore esterno, vivere in affitto per lui non è in nessun modo un’imposizione dettata da una condizione finanziaria sfavorevole, quanto una scelta esistenziale, un vero e proprio manifesto identitario: anziché mettere radici, come fanno i suoi coetanei, egli preferisce condurre un’esistenza mutevole e orgogliosamente precaria, dedita con convinzione a quella forma contemporanea di sparizione che sono i traslochi.

A completamento della sua natura di fantasma, Savoy adora osservare le vite degli altri senza la tirannica ambizione, tipica del voyeurista, di voler imporre prepotentemente la sua presenza; come per gli angeli Damiel e Cassiel del Cielo sopra Berlino di Wim Wenders, le vite degli altri sono uno specchio su cui Savoy segna fugacemente una traccia del proprio passaggio, ma solo per ritrarsene un attimo dopo. Questo distacco – questo abbandono – che Savoy pratica con zelo religioso, non ha niente a che fare con la tragedia: nei romanzi di Pauls felicità e infelicità, gioia e sofferenza, godimento e malinconia non sono elementi opposti, ma si avvolgono e penetrano uno dentro l’altro in modo sempre affascinante.

La metà fantasma
La metà fantasma Di Alan Pauls;

Un romanzo ironico e dal finale inatteso. Fra viaggi intorno al mondo, corse, nuotate e deliri su Skype, La metà fantasma racconta una storia in cui non smettiamo di credere: quella secondo cui, da qualche parte, esiste qualcosa – qualcuno – fatto a misura dei nostri desideri.

Savoy fissa colloqui per visitare delle case in vendita, che non acquisterà, oppure partecipa, con un misto comico di commozione e di scherno, a frequenti incursioni su Chatroulette. In ognuno di questi casi, il personaggio di Savoy interpreta un bisogno di sparizione che non è individuale ma generazionale e collettivo: non abbiamo bisogno di esserci per godere fisicamente, in modo immanente, del mondo in cui viviamo, così ricco di distanze, lontananze, schermi; al contrario, e qui sta la forza irresistibile di La metà fantasma, la sua sconvolgente novità: in questa sparizione, esiste una forma di amore e di connessione delle cose non meno profonda, ricca e degna di essere esplorata. Sparendo riusciamo in una delle forme più potenti del desiderio umano: calarci nella vita degli altri, smettere con la nostra finitudine ed essere ovunque.

La solitudine geometricamente perfetta di Savoy è destinata a incrinarsi con l’irruzione di Carla, la metà fantasma mancante del romanzo. Come Savoy, anche Carla è circondata di un’aura di opacità: di lei sappiamo soltanto che è una house sitter in continuo movimento, che occupa per brevi o medi periodi appartamenti in giro per il mondo (Barcellona, Vienna, Berlino, tra le altre città su cui vediamo scorrere la figura esile e intermittente di questo personaggio). Dopo la partenza di Carla, comincia tra i due una relazione a distanza, fatta di lunghe videochiamate Skype, di tormenti, di dubbi, che il personaggio maschile cercherà di dissipare raggiungendo l’oggetto amato a Berlino, nell’ultima e più bella parte del romanzo.

La mancanza non è un ostacolo a questo amore, che vediamo evolversi sotto ai nostri occhi con proustiana esattezza. Nel trauma della separazione, acuita proprio nel momento in cui Savoy manifesta il suo amore nel tentativo di ricucire la distanza con l’oggetto amato, c’è una specie di sospensione incantevole che tocca nel profondo con grazia, eleganza e una deliziosa ironia.  

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Alan Pauls è nato a Buenos Aires nel 1959. È uno dei più importanti autori argentini contemporanei.Ha ottenuto fama internazionale con il suo quarto romanzo, Il passato, che racconta le molestie subite da un uomo da parte della donna innamorata di lui. Vincitore del Premio Herralde 2003, ha conosciuto una trasposizione cinematografica per mano di Hector Babenco nel 2007. Come critico ha scritto di Borges, Puig, Arlt e Mansilla. Ha insegnato teoria letteraria all'Università di Buenos Aires e ha lavorato come giornalista al supplemento culturale «Pagina 12».I suoi romanzi, saggi e racconti sono stati tradotti in molte lingue. Nel 2004 ha ricevuto il Premio Konex - Diploma al merito. Fra i suoi libri tradotti in italiano ricordiamo - oltre al già citato Il passato - Storia del pianto (Fazi 2009), Storia del denaro e Storia dei capelli (2012 e 2014, entrambi pubblicati da Sur) e Il fattore Borges (Sur 2017), saggio per introdursi nella scrittura di Borges.

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