Rupi Kaur è una poetessa e artista originaria del Punjab e cresciuta in Canada. La prima raccolta di poesie con cui si è fatta conoscere in tutto il mondo è Milk and Honey, splendido libretto nero a forma di taccuino dove l'autrice intervalla i suoi versi a illustrazioni fatte di suo pugno che rendono speciale la lettura e l'interazione con le pagine. L' intimità dei versi e dei disegni è tale che, leggendolo, sembra di sfogliare un diario privato, che Rupi ha definito "un viaggio di sopravvivenza attraverso la poesia" scritto per dare voce alle esperienze e disegnarle, così da poterle quasi toccare.
Healing Through Words is a guided tour on the journey back to the self, a cathartic and mindful exploration through writing. This carefully curated collection of exercises asks only that you be vulnerable and honest, both with yourself and the page. You don't need to be a writer to take this walk; you just need to write - that's all.
Con la sua seconda raccolta, dal bellissimo titolo The The Sun and Her Flowers, Rupi Kaur prende atto che anche le persone devono appassire, cadere, radicare, crescere, per poter fiorire, così come le diceva sua madre. Qui scava nel profondo dei legami, delle proprie radici, come, ad esempio, nella poesia "accento" in cui si sente fortemente il suo percorso di accettazione di essere un unico di due mondi, una consapevolezza guadagnata, vissuta, interiorizzata.
In Home body, il suo terzo volume di poesie, Rupi Kaur si lascia nuovamente andare all'osservazione più intima. Il primo verso che ci accoglie aprendo il libro lascia subito spiazzati, ma anche riconoscenti per il modo in cui l'autrice sia riuscita ad esprimere al meglio la sensazione che vuole trasmettere: "sono la camera più oscura della mia vita". Una particolarità di questa opera è che non vengono mai usati caratteri maiuscoli, in omaggio all’alfabeto Gurmukhi della lingua del Punjab.
Infine, arriviamo al suo ultimo, attesissimo libro, che risulta differente da tutti i suoi precedenti: Healing through words.
Ruipi Kaur ci invita a compiere un salto dal punto dove siamo a un dove non conosciuto, senza sapere cosa ci aspetta. Un po' come la giovane protagonista di Alice nel Paese delle Meraviglie, che segue il Bianconiglio nella buio della sua tana.
L'intenzione del libro è dichiarata già nel titolo: curare attraverso le parole, parole scritte, libere, che con semplicità e forza provano a dare voce all'intimo, al profondo di ognuno di noi, a una sensazione, a un umore che trova spazio e forma grazie all'essere stato scritto e poi letto ad alta voce.
Questo ci propone Rupi Kaur, ci stimola a scrivere parole e disegnare per conoscerci in modo sincero. Ci guida attraverso semplici indicazioni a fare della penna il tramite che si connette al cuore e alla mente, scavando e liberandoci grazie ad una connessione con il nostro "io" profondo.
"It's not a journal but a journey" scrive Rupi, ponendo l'attenzione sul tempo da dedicare a noi stessi, da restituire ai momenti privati nel tentativo salvifico di provare ad aprirsi con noi stessi e dare voce a quella parte che teniamo più riservata.
Un po' come fare un bel respiro prima di un salto.
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