Il terzo album solista di Harry Styles arriva sette anni dopo aver concluso l'avventura One Direction e cinque dall'esordio omonimo.
Ma qui le cose cambiano, siamo ad un livello superiore rispetto alle già buone prove del passato.
“Harry's House” è il titolo del terzo album di inediti di Harry Styles, uno degli artisti inglesi più interessanti e sorprendenti degli ultimi anni, capace di conquistare pubblico e critica grazie al suo straordinario carisma e alla sua sensibilità artistica
Le 13 nuove canzoni di Harry's House restituiscono il ritratto di un artista adulto e consapevole dei propri mezzi, che ha studiato i classici e ne ha appreso la lezione.
Il frizzante incedere synth-pop '80 del singolo “As it Was“ ha inizialmente trascinato un album che include spettacolari momenti che strizzano l’occhio al funky e si avvicinano molto al dancefloor, come “Music for a Sushi Restaurant“ (chi ha detto Prince?!), “Cinema“ e “Daydreaming“, brani che essenzialmente dettano la linea sonora di un disco all'insegna di un easy-listening venato di R&B, caldo e confortante.
Che ammette però delle deviazioni.
C'è infatti spazio anche per ballate sorprendenti, strepitosi ed eleganti numeri da folksinger (“Boyfriends“, “Matilda“ e “Little Freak“) che mettono in luce la parte più sensibile e "fricchettona" di Harry, momenti cantautorali che scaturiscono dal lato più intimista dell'autore.
Harry's House è un album solido ed equilibrato che metabolizza e ridefinisce le coordinate del pop contemporaneo, un'opera con la quale sarà d'ora in poi inevitabile, per chiunque, confrontarsi al momento di entrare in studio.
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