Cult!

Assalonne, Assalonne! di William Faulkner

David Quammen ci ha conquistati tutti.

Prima con Spillover, poi con Senza respiro (sul quale abbiamo avuto il piacere di intervistarlo e recensirne il libro), abbiamo ormai iniziato a comprendere come il mondo, dietro ai suoi occhi, vada letto attraverso la storia dell'uomo e l'esperienza concreta della realtà.

Probabilmente è proprio per questo che ci consiglia di leggere Assalonne, Assalonne! di William Faulkner.

Assalonne, Assalonne!
Assalonne, Assalonne! Di William Faulkner;

Nel gennaio del 1937, recensendo "Assalonne, Assalonne!" Borges scriveva: "Conosco due tipi di scrittore: l'uomo la cui prima occupazione sono i procedimenti verbali, e l'uomo la cui prima preoccupazione sono le passioni e le fatiche dell'uomo. Di solito si denigra il primo tacciandolo di "bizantinismo" o lo si esalta defininendolo "artista puro". L'altro, più fortunato riceve gli epiteti elogiativi di "profondo", "umano", "profondamente umano" o il lusinghiero vituperio di "barbaro".

Premio nobel per la letteratura nel 1949, Faulkner è stato anche sceneggiatore, poeta e drammaturgo. Non per nulla, è difatti considerato uno dei più importanti romanzieri americani del XX secolo

Le sue opere, dal grande spessore psicologico, lo designano al pari - o addirittura rivale? - di Ernest Hemingway, permettendogli di piazzarsi tra i più grandi modernisti statunitensi degli anni Trenta.

Se sono tutte così ben riconosciute, allora, perché Quammen ci consiglia proprio l'opera che prende il titolo dalla storia biblica di Re Davide e suo figlio Assalonne?

Quel che rende questo libro così speciale è il modo in cui è raccontato. La storia è assemblata da diverse voci, diversi personaggi e ognuno di loro ha un punto di vista differente di questo insano malvagio potente uomo complottista, chiamato Thomas Sutpen

David Quammen

Romanzo definito gotico sudista, poiché ambientato negli Stati Uniti meridionali, venne pubblicato per la prima volta nel 1936.

Siamo negli anni che precedono, attraversano e seguono la guerra di secessione americana. Perno della narrazione è Thomas Sutpen, protagonista di una saga familiare la cui voce - come avrete capito dalle parole di Quammen - non è la sua.

Quentin Compson è la cornice attraverso la quale entriamo nei numerosi flashback dei quali il ragazzo si serve per narrare una vera e propria epopea al suo compagno di stanza universitario, e di conseguenza a noi. Quentin è figlio e nipote di due uomini amici dei Sutpen, e la sua voce - durante il racconto - si mischia a quella di Rosa Coldfield, seconda moglie del protagonista.

La frammentazione del racconto, che non segue un ordine cronologico, dimostra subito la non affidabilità dei narratori, che però danno quella scintilla ancor più interessante alla storia. 

Partendo dal Mississippi, nel quale Thomas Sutpen si è trasferito dalla Virginia Occidentale, seguiamo la sua sete di ricchezza, la fame di guadagno e la lotta a diventare un patriarca di famiglia.

Accecato dal desiderio di creare un impero da lasciare nelle mani di un erede, ottiene con l'inganno un vasto appezzamento di terreno da una tribù di nativi americani e - attraverso lo sfruttamento di un gruppo di schiavi - vi costruisce una piantagione ed una maestosa villa. 

Tutto ruota, da qui, attorno alla ricerca di un figlio maschio. Sposa Ellen Coldfield, figlia di un mercante locale, che partorisce due bambini: Henry e Judith

La sua vita, però, prende una piega inaspettata quando Henry porta a casa un compagno di studi di dieci anni più grande, dal nome Charles Bon, che si innamora di Judith.
Egli è il figlio illegittimo di Sutpen, avuto da una "meticcia" che aveva sposato senza conoscerne le origini, per poi ripudiarla insieme al bambino dopo averlo scoperto. 

Sutpen cerca in ogni modo di ribellarsi al matrimonio dei due fratellastri, confessando la verità a Henry, che - come il padre - si fa accecare più dal razzismo che dall'incesto, e finita la guerra civile alla quale ha partecipato con Charles, lo uccide, fuggendo via.

L'obiettivo di Sutpen ritorna quindi allo stadio precedente: proseguire la dinastia, trovare un altro erede. 

In una nuova articolazione di personaggi, storie, eventi e frammenti, le scelte sempre più malvagie che il protagonista compirà e i modi brutali con i quali userà le persone che lo circondano, lo condurranno ad unico inevitabile destino.

A voi scoprirlo.

Fabio Bacà consiglia Don DeLillo

Rumore bianco, romanzo distopico dove realtà e paura della morte permeano la società contemporanea

Luca Crovi consiglia "L'isola del tesoro"

Un invito a leggere il romanzo di Stevenson, tuffandosi in quell'avventura piratesca con rinnovato entusiasmo

Walter Siti consiglia Marcel Proust

Un capolavoro universale per capire il "tempo ritrovato" della letteratura

Filippi consiglia Jules Verne

Il giro del mondo in 80 giorni: il romanzo del 1872 ci fa fare, ancora oggi, un viaggio tra parole e fantasia

Carlo Lucarelli consiglia Scerbanenco

Immergiamoci nella Milano degli anni Sessanta con il detective Duca Lamberti in "I ragazzi del massacro"

La posta della redazione

La posta della redazione

Hai domande, dubbi, proposte? Vuoi uno spiegone?
Scrivi alla redazione!

Conosci l'autore

William Faulkner è stato un autore statunitense, Premio Nobel per la letteratura nel 1949.Tra i suoi romanzi più famosi, ricordiamo L'urlo e il furore (1929), Mentre morivo (1930), Luce d'agosto (1932), Gli invitti (1938) e Assalonne, Assalonne! (1936). Faulkner fu anche uno scrittore prolifico di romanzi brevi: la sua prima raccolta, Queste 13 (1931), comprende alcune delle sue storie più conosciute. Durante gli anni '30, nel tentativo di guadagnare qualche soldo, Faulkner ebbe l'idea di Santuario, un romanzo che oggi verrebbe definito "pulp" (pubblicato per la prima volta nel 1931).Faulkner ricevette il Premio Pulitzer per Una favola, e vinse il National Book Award (postumo) per la sua The collected stories.Faulkner è stato anche un apprezzato autore di romanzi polizieschi.Nei suoi ultimi anni Faulkner si trasferì a Hollywood per lavorare come scenografo (suoi sono i copioni del Grande sonno di Raymond Chandler e di Avere e non avere di Ernest Hemingway, entrambi diretti da Howard Hawks).L'ultima parte della sua vita fu purtroppo segnata da un grave problema di alcolismo. Questo non gli impedì tuttavia di presenziare all'assegnazione del Premio Nobel per la Letteratura e di pronunciare uno dei discorsi più significativi mai ascoltati in tale occasione. Faulkner decise di devolvere il proprio premio per la costituzione di un fondo che avesse come scopo quello di aiutare ed incoraggiare nuovi talenti letterari.Morì a sessantaquattro anni, il 16 luglio 1962, a Byhalia, Mississippi.

Leggi di più Leggi di meno
Chiudi

Per poter aggiungere un prodotto al carrello devi essere loggato con un profilo Feltrinelli.

Chiudi

Per poter aggiungere un prodotto alla lista dei desideri devi essere loggato con un profilo Feltrinelli.

Chiudi

Il Prodotto è stato aggiunto al carrello correttamente

Chiudi

Il Prodotto è stato aggiunto alla WishList correttamente