Palermo, cantiere abbandonato del Foro Italico: nella notte tra il 6 e il 7 luglio, sette ragazzi tra i 17 e i 22 anni picchiano e violentano in gruppo una diciannovenne.
Caivano, Parco Verde: ancora inizio luglio, questa volta nel Napoletano. Due cugine di tredici anni violentate da un gruppo di sei coetanei (circa) delle vittime.
Piano di Sorrento, provincia di Napoli: Anna Scala, 56 anni, viene trovata morta nel bagagliaio della sua auto il 17 agosto scorso, accoltellata dall’ex compagno che non accettava la fine del loro rapporto.
Campagne tra Ramacca e Paternò, nel Catanese: il 20 agosto Vera Schiopu, 25 anni, è stata trovata impiccata in un casolare semi diroccato, accanto alla sua abitazione. A ucciderla in realtà sarebbero stati il fidanzato e un amico, che avrebbero poi inscenato il suicidio.
A proposito di femminicidi – perché così si chiamano – soltanto quest’anno, da gennaio ad agosto 2023, sono salite a 75 le donne uccise dai propri mariti, ex compagni, fidanzati.
Non abbiamo più le parole perché lo sgomento e la paura prendono il sopravvento assieme al dolore, eppure. Eppure dobbiamo trovare la forza, noi donne per prime, di cambiare le cose, questo gioco al massacro che nei più disparati livelli di violenza soffoca le nostre vite e ci trasforma in vittime di sangue.
Tempo fa mi chiesero di scrivere una prefazione al Grimorio, edito da ABEditore, un testo che raccoglie testimonianze e racconti sulla figura magica della strega, troppo spesso denigrata ingiustamente proprio perché, prima di ogni cosa, donna: «La strega è brutta, la strega è cattiva, la strega è malvagia. Certo, ma chi è La Strega? Un essere soprannaturale? Un’entità extra terrena? No, la strega innanzitutto è una Donna, ed è mostruosa proprio per questo, perché donna».
Credo che il punto di partenza sia sempre lo stesso, dalla notte dei tempi fino al 2023: la paura di quest’essere incomprensibile perché misterioso (lo dice anche Luigi Capuana, che dedica il suo primo testo, Profili di donne, all’inafferrabile psiche femminile, tentando di tracciarne i punti essenziali in sei racconti dettagliatissimi seppur un filo ingenui), il terrore di veder crescere il potere delle cosiddette streghe, benefattrici e assassine, sagge e cannibali, detentrici per motivi naturali di vita e di morte. Proprio come scrive Jude Ellison Sady Doyle nei suoi saggi (Spezzate e Il mostruoso femminile, Edizioni Tlon), «le streghe sono quel che le donne sarebbero se avessero potere». E questo fa paura. Non oggi, non ieri, non qualche decennio fa. Da sempre.
Alcuni racconti avranno come protagoniste le streghe in carne e ossa, in altri la loro presenza sarà solamente un velo impalpabile che cala sui protagonisti inconsapevoli tramite qualche sortilegio o qualche magia. Documenti e testimonianze storiche saranno una parte importante di questo libro, per mostrare cosa accadeva per davvero durante i processi di stregoneria e le condanne inflitte alle accusate.
Allora che si fa? Di piegare la testa non è più il caso, di tacere nemmeno. Denunciare senza che qualcuno ci ascolti o che ci prenda sul serio (sempre esagerate, sempre)? Di sicuro possiamo partire dall’educazione, tanto degli uomini quanto delle donne.
Non devo esser costretta a prendere misure di sicurezza “particolari”, non devo avere una famiglia che si senta obbligata a proteggermi. Piuttosto, bisogna che qualcuno insegni agli uomini la cultura del rispetto, del diverso, la cultura dell’ascolto e dell’empatia. “No” significa “no”, ad esempio, e “io non sono te, e pur avendo stessi diritti e doveri resto comunque altro da te” – quindi ciò che desideri tu non è per forza ciò che voglio io. Banale? Banalissimo, talmente tanto che non dovremmo più trovarci nelle condizioni di ribadirlo, eppure.
E le donne? Qual è l’educazione che spetta a loro? Quella della cultura di Sé.
Lo storico femminile si porta dietro secoli di patriarcato e un concetto da cui tutto prende forma: la carne (tanto per prendere in prestito un termine usato da Anna G. Dato nell’hashtag Instagram “io non sono carne”), la convinzione che la donna sia un oggetto strano, sicuramente pericoloso, e che come tale vada arginato, declassato, qualora possibile addirittura annientato. Ridotto a un brandello di carne che sia bello e buono, appetibile e accondiscendente, accomodante e possibilmente abbondante. Caldo. Belle perché all’uomo piace che sia così (e quante donne, di decennio in decennio, hanno assecondato anche inconsciamente questa specie di dogma?).
Private non solo dei diritti ma anche di alcuni doveri (ad esempio, quello di lavorare) e più di ogni altro del diritto naturale all’identità, quindi alla libertà.
Ma di tutto questo, non è soltanto l’uomo a doversene convincere. Sono soprattutto le donne, che ancor prima di riuscire a riacquistare i diritti di natura che vengono loro negati, stentano a riconoscersi e a riconoscere le altre donne (nelle scelte, nei desideri, negli stili di vita e di approccio – fisico, etico ed emotivo). Faticano a muoversi compatte verso l’obiettivo e pagano lo scotto di questa ancor fragile collaborazione le une con le altre. Donne che, in molti casi, sono anche le madri degli uomini che verranno, e alle quali spetta il dovere, fin dai primi anni di vita, di educarli a tutto ciò che hanno assorbito, assimilato e infine, si spera, fatto proprio. Un concetto di libertà che parte da un unico assunto: “Io sono”.
Il mostruoso femminile è un saggio sulla natura selvaggia della femminilità, che viaggia tra mito e letteratura, cronaca nera e cinema horror, mostrando la primordiale paura che il patriarcato nutre da sempre nei confronti delle donne. Da "L'esorcista" alla dea babilonese Tiamat, dalla biblica Lilith a "Giovani streghe", attraversano leggende e vite dimenticate, Jude Ellison S. Doyle compie un viaggio alla scoperta dell'oscura potenza delle donne, rivendicando l'orrore come forza creatrice, capace di rompere le catene millenarie del patriarcato.
Noi siamo, quindi, e siamo tante cose.
Facile, direte voi, scrollarsi di dosso secoli di patriarcato? No.
Facile combattere ancora oggi contro quello stesso patriarcato, identico nei contenuti e di poco differente nella forma (che si espande ovunque, sui social, su certi quotidiani, su alcuni talk televisivi)? No.
Necessario? Assolutamente sì. O iniziamo a credere – noi donne, noi, quelle che sono e possono essere milioni di cose diverse – che un cambiamento radicale è possibile (e che può partire proprio dalla nostra identità), oppure l’obiettivo comune si allontanerà ogni giorno di più.
Di
| Alessandro Polidoro Editore, 2021Di
| Tlon, 2022Di
| Tlon, 2021Se vuoi approfondire il tema con gli articoli di Maremosso
Una selezione di libri pensati per la Giornata contro la violenza sulle donne, per approfondire tante sfumature attorno a questo tema e sensibilizzare sulla violenza di genere.
Il coraggio di Franca Viola raccontato in un articolo di Fondazione Feltrinelli in cui si ricostruisce il suo rifiuto a sposare l'uomo che l'aveva stuprata. Mentre le ragazze delle scuole medie scrivono la recensione al libro Franca Viola. La ragazza che disse no, pensato per loro proprio per conoscere la storia che scosse il Paese e fece aprire gli occhi sull'importanza di non subire e scegliere.
Il ricordo di Franca Rame nelle parole di Benedetta Tobagi, un'artista incredibile che visse sulla sua pelle la terribile esperienza dello stupro.
Le parole di Megan Nolan in occasione dell'intervista del suo libro Atti di sottomissione, in cui mette al centro come spezzare le catene dolorosissime delle relazioni tossiche. Dello stesso libro si può leggere anche la recensione di Concetta Sorvillo e ascoltare Federica Bosco che ne consiglia la lettura.
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