Niki Lauda, pilota leggendario

Nürburgring, Germania, 1976. Il campione del mondo in carica di Formula 1 urta un sasso a lato pista e sbatte sulle barriere della Bergwerk a 280 km/h. La sua Ferrari, che in un processo di mutuale evoluzione gli aveva concesso già un titolo mondiale ed era in dirittura di dargliene un altro, esplode in un inferno di fiamme e lo blocca per 55 infiniti secondi al suo interno. Salvato per miracolo, pesantemente ustionato e contro qualsiasi raccomandazione medica, soli 42 giorni dopo rientra nell’abitacolo della Rossa mettendo negli annali 3 storici GP che culmineranno al Circuito del Fuji, dove, ritirandosi per l’eccessiva pioggia, perde la sfida al Mondiale con James Hunt per un solo punto.

Solamente questi pochi mesi, brillantemente raccontati da Diego Alverà ne Il romanzo del Fuji, basterebbero ad inserire di prepotenza Niki Lauda, che avrebbe compiuto 75 anni proprio oggi, nel Valhalla della Formula 1. Il pilota austriaco però è stato forse la personalità nel paddock che, specialmente dopo quel 1976, più ha raccolto il testimone di Enzo Ferrari come deus ex machina della Formula 1. Vinse altri due Mondiali Piloti, si reinventò come figura manageriale e infine finì per porsi come guida strategica in quella che è diventata la scuderia più dominante degli ultimi 20 anni.

Nato a Vienna da una ricca famiglia di banchieri, Niki intraprende un tortuoso percorso verso il successo, che lo vede rompere i rapporti con la sua famiglia, contraria alla sua vocazione, e scalare le gerarchie dell’automobilismo mondiale fino a giungere al capezzale di Enzo Ferrari nel 1974. Fin da subito il rapporto, non solamente con il Drake (famosi sono gli epiteti con cui Lauda ha definito la Rossa), ma con i Tifosi tutti, fu caratterizzato da alti e bassi. Un austriaco freddo e calcolatore, ma soprattutto senza peli sulla lingua, e una tifoseria calda e umorale non sono proprio una coppia destinata a un amore duraturo. Nonostante le premesse però, dopo il 1976, il pilota iniziò a mostrare il suo lato più umano creando un legame eterno con la Ferrari, grazie anche a due titoli vinti insieme, portandolo anche a tornare come consulente dopo il suo ultimo ritiro.

Nel 2025, 6 anni dopo la sua dipartita, i destini della Ferrari e il suo, saranno destinati ad incrociarsi nuovamente, con l’ingresso in Scuderia del 7 volte campione del mondo Lewis Hamilton. Il pilota di Stevenage infatti fu convinto proprio da Lauda nel 2013 a lasciare la storica scuderia della McLaren per l’allora debuttante Mercedes AMG F1. Sempre lui plasmò la mentalità di Hamilton e di tutta la scuderia portandoli a un costante e reiterato successo, dominando tutti gli anni ‘10.

Sarà proprio quello stesso approccio pratico e ricerca maniacale della velocità, nella figura di un super campione con l’ennesimo record nel mirino, a riportare un titolo a Maranello a 30 anni di distanza dal primo titolo dell’austriaco? Sarà proprio l’eredità di un uomo che ha perso tantissimo, rischiando di perdere tutto, a insegnare al cavallino rampante come tornare a vincere?