Qualunque cosa sia il destino, abita nelle montagne che abbiamo sopra la testa
Le otto montagne, romanzo di Paolo Cognetti vincitore nel 2017 del Premio Strega, è diventato un film diretto da Felix Van Groeningen, già regista di Alabama Monroe e Beautiful boy, con Alessandro Borghi e Luca Marinelli. Una storia di formazione, amicizia, ma, soprattutto, di identità, in cui i luoghi diventano, alla stregua dei personaggi, protagonisti.
Il successo che il lungometraggio sta avendo nelle sale italiane si deve senz’altro a una trama emozionante e costruita fin nel più piccolo dettaglio, ma questo lo sapevamo già: Cognetti è un grande narratore, e ciò che conosce meglio – le sue montagne – rende benissimo sulla pagina. Ma a farla da padrone sono le immagini, le riprese di una Valle d’Aosta che stupisce e riporta a una dimensione naturale, selvaggia e, allo stesso tempo, profondamente umana.
Alla domanda, perciò, su dov’è stato girato Le otto montagne, la risposta è facile, perché la geografia di Cognetti è precisa: non siamo solo in Valle d’Aosta, siamo a Graines, ai piedi del Monte Rosa, tra i sentieri che l’autore, e poi gli attori, conoscono a menadito. Sembra che sia stato proprio lo scrittore a insegnare alla troupe come muoversi tra le montagne, in Val d’Ayas e a Estoul, nella frazione di Brusson, con vere e proprie sessioni di camminate e di topografia. E grazie al film e alla sua fotografia si riscoprono luoghi che ai più – ai meno esperti, forse – sembrano inaccessibili o troppo lontani, come i laghi di Frudiere, a 2400 metri di altezza, o la casa di Pietro a Graines, che in realtà ne è la scuola, o ancora l’alpeggio di Bruno, a Merendioux.
Una passeggiata con gli occhi nella regione più piccola e incantata d’Italia. Ma se la storia è un racconto di formazione, il cammino – metaforico e al contempo molto fisico – dei due protagonisti, Pietro e Bruno, si accompagna a una colonna sonora d’autore che sottolinea la magia e la sincerità della montagna.
In un continuo saliscendi di silenzi e suoni, le musiche di Daniel Norgren sono potenti al punto da emozionarci quanto e più delle immagini, costruendo a loro volta quella natura che vediamo sullo schermo. Norgren è un cantautore svedese di Borås, città della Svezia meridionale, che per il film ha scelto un singolo del 2015 As long as we last. Ascoltandolo, sembra di sentire il passo ritmato di chi cammina in montagna, di chi canta sui sentieri ed è accompagnata dalla sua stessa eco.
Poteva, un film così, non essere un successo? Vincitore del Premio della giuria a Cannes, Le otto montagne ripercorre la storia che Cognetti ha dedicato all’amicizia tra Pietro e Bruno, ma fa molto di più: costruisce qualcosa di nuovo e completo. Uno di quei rari casi in cui non si può dire che «era meglio il libro», perché qui l’uno non esiste senza l’altro, e i due si completano alla perfezione. Da vedere, da leggere e da ascoltare, quindi: che c’è di meglio?
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Non lasciatevi ingannare dal nome: a noi di Maremosso la montagna piace da impazzire!
Qui trovate i nostri articoli dedicati alle camminate e ai libri che ci portano in vetta. Elisa Nicoli ci racconta, in questa sua videorecensione, come Le otto montagne l'ha riportata nella natura pur restando nel suo salotto di casa, mentre in questi 10 libri sul comò trovate i titoli che più ci hanno appassionato sulla montagna e le sue storie.
Ma non dimentichiamoci dei più piccoli! Anche a loro, e forse più che agli adulti, piace camminare, esplorare e vedere posti nuovi e magici, perciò non perdetevi i libri fatti su misura per i giovani lettori che devono ancora arrivare... in quota.
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