La redazione segnala

Alfredino Rampi, la tv scopre il tempo

Illustrazione tratta da "Il caso Alfredino Rampi attraverso i media" di Romina Capone,  Il Papavero 2015

Illustrazione tratta da "Il caso Alfredino Rampi attraverso i media" di Romina Capone, Il Papavero 2015

La trilogia della Patria del giornalista e scrittore Enrico Deaglio è una raccolta in presa diretta dei fatti più importanti che hanno segnato la storia del nostro paese dal 1967 al 2020. I volumi:

Patria 1967-1977, Feltrinelli 2018
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Patria 1978-2010, Il Saggiatore 2010
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Patria 2010-2020, Feltrinelli 2020 
Estratto da

Patria 1978-2010 di Enrico Deaglio

pp. 121-122

Patria 1978-2010
Patria 1978-2010 Di Enrico Deaglio;

Ma davvero è successo tutto questo? In un libro di novecento pagine, una cavalcata in quel vero romanzo che è stata l'Italia degli ultimi trent'anni. È come guardare un film sulla nostra vita, in cui gli avvenimenti sono raccontati mentre succedono.

Roma, 10 giugno 1981

Giovedì 11 giugno milioni di italiani si alzano con gli occhi gonfi.
Per la prima volta nella loro vita hanno passato la notte, senza averlo deciso prima, davanti alla televisione. Molti apparecchi televisivi, sottoposti a un surriscaldamento, sono saltati.

È successo che, al telegiornale delle 20 Rai Uno ha dato notizia di una straziante disgrazia: un bambino di sei anni, Alfredo Rampi, verso le 19 è caduto in un pozzo artesiano largo 30 centimetri e profondo 80 metri, nelle campagne del paese di Vermicino, nel territorio di Frascati, in provincia di Roma.
La Rai, che fino a oggi, per pudore, non ha mandato tragedie in diretta, decide per la prima volta di tenere aperti i collegamenti, anzi di trasmetterei tentativi di salvataggio a reti unificate.

La diretta dura 18 ore ed è drammaticissima. Si susseguono soluzioni tecniche (scavare un tunnel parallelo nella convinzione che Alfredino sia incastrato a 36 metri di profondità) e tentativi eroici, fino all'ultimo di Angelo Licheri, di struttura piccolissima, che si fa calare nel pozzo, ci rimane per circa 45 minuti, e forse riesce ad afferrare la mano del bambino, i cui lamenti sono amplificati da un microfono calato nelle viscere della terra.
Il presidente della Repubblica Sandro Pertini è sul posto per tutta la notte, spronando e rimbrottando.
Ma alle 6 del mattino, ci si rende conto che il bambino è ormai morto.

Commozione, frustrazione, ma anche un senso diffuso di «militanza» avvolge i circa venti milioni di italiani che davanti al teleschermo hanno fatto il tifo per la salvezza del bambino imprigionato nel pozzo.
La televisione italiana ha scoperto il tempo, ha scoperto che una commozione può cambiare le abitudini di tutto un paese e lo Stato ha capito che in questi casi bisogna essere presenti sul campo.

La tragedia di Alfredino Rampi provoca numerose conseguenze: la nascita di un nuovo ministero per il Coordinamento della Protezione civile; la «televisione del dolore», che sarà sfruttata intensamente nei futuri decenni; la «diretta televisiva» e, in generale, l'intuizione che il mezzo televisivo può dare, al nostro tempo, un'altra dimensione e farci sentire tutti partecipi.

Non solo nel momento di una tragedia, ma anche del sospetto: la madre di Alfredino ha avuto un ruolo nella sparizione del figlio? Alfredino, come ci è arrivato in quel buco? Perché Angelo Licheri ha detto di aver portato con sé un'imbragatura, quando le immagini tv lo hanno visto scendere nel piccolissimo buco senza niente in mano?

Per saperne di più

Il caso Alfredino Rampi attraverso i media

Di Romina Capone | Edizioni Il Papavero, 2015

Trilogia della Patria

Patria 1967-1977

Di Enrico DeaglioValentina Redaelli | Feltrinelli, 2018

Patria 1978-2010

Di Enrico Deaglio | Il Saggiatore, 2010

Patria 2010-2020

Di Enrico Deaglio | Feltrinelli, 2020

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