La redazione segnala

Nel mondo si muore ancora di transfobia

Illustrazione digitale di Elisa Pak, 2023, studentessa del Triennio in Design all’Accademia di Belle Arti di Milano

Illustrazione digitale di Elisa Pak, 2023, studentessa del Triennio in Design all’Accademia di Belle Arti di Milano

ll 20 novembre la comunità LGBT+ ricorderà le vittime di transfobia con il TDOR (Transgender Day of Remembrance). La giornata è nata negli USA 25 anni fa come piccola iniziativa delle comunità locali per ricordare gli omicidi di tre donne transgender, ma dal 1998 a oggi è cresciuta fino a diventare un momento fondamentale di rivendicazione pubblica per una comunità ancora troppo spesso minacciata.

"Panico da trans" - il caso Chanelle Pickett e le origini del TDOR

È la sera del 19 novembre del 1995. La ventitreenne Chanelle Pickett esce di casa insieme alla sorella gemella Gabrielle per passare la serata al Playland Café, un locale della periferia di Boston che tutti conoscono come luogo di ritrovo della comunità transgender locale. Chanelle e Gabrielle sono entrambe donne trans di colore. Hanno avuto la fortuna di affrontare assieme il loro percorso di affermazione di genere, anche se il resto della loro famiglia le ha ripudiate.

La serata scorre tranquilla, loro al Playland sono di casa. Ma quando è ora di andare via, le due gemelle si separano: Chanelle si allontana con un altro cliente abituale del Playland, un certo William Palmer. Gabrielle, invece, fa ritorno all'appartamento che divide con la sorella. Le due non si vedranno mai più.

La mattina del 20 novembre 1995, la polizia trova il cadavere di Chanelle a casa di Palmer, nel sobborgo di Watertown. L'autopsia accerterà che la donna è morta per strangolamento. Unico indagato, Palmer ammetterà durante il processo il proprio coinvolgimento, giustificando la propria violenza come legittima difesa nei confronti di quella che, al momento di entrare in intimità, si era rivelata essere «un uomo».

Palmer, insomma, secondo la ricostruzione della difesa, avrebbe agito mosso da un autentico "panico da trans". Una strategia difensiva che ha successo: la giuria, infatti, lo condannerà a due anni per le percosse, ma non per l'omicidio della ragazza. La prima veglia funebre in memoria di Chanelle, seguita negli anni immediatamente successivi da nuove veglie per altri omicidi dalla dinamica simile, diventò nel 1998 il primo TDOR.

La transfobia prima del TDOR 

La morte di Chanelle Pickett e le successive vicende processuali, terminate con il proscioglimento di Palmer, destarono una profonda preoccupazione tra le attiviste trans statunitensi. Verso la metà degli anni Novanta, infatti, le persone transgender stavano diventando più visibili e integrate nella società americana.

Storia transgender. Radici di una rivoluzione

Scrivere la storia è un gesto capace di connettere la comprensione del passato con il futuro che si intende costruire. È proprio questa l'impresa tentata da Susan Stryker, che ricostruisce, con rigore e poesia, la storia e le battaglie di soggettività e movimenti transgender, dalle discriminazioni mediche, sociali e politiche, alle lotte per i diritti civili, passando per la Millennial Wave fino agli sviluppi più recenti.

Come racconta Susan Stryker nel suo Storia Transgender, gli anni Novanta negli USA segnarono l’inizio di una fase di attivismo molto creativa.

Nei campus si cominciava a parlare di queer theory e sempre più persone trans sceglievano di vivere liberamente, senza preoccuparsi di dover sembrare a tutti i costi “vere donne” o “veri uomini”.

Le stesse gemelle Pickett erano state ospiti in due diversi show televisivi, dove avevano parlato della propria esperienza. Questa inedita visibilità, tuttavia, non era tutta positiva.

Come ben mostrato nel documentario di Netflix Disclosure, la rappresentazione tipica delle donne trans nei mass-media statunitensi era quella di uomini en travesti. Non solo: erano dipinte come incessantemente alla ricerca di sesso e disposte a commettere qualsiasi efferatezza per ottenerlo.

Anche lo stigma dell'HIV, poi, all'epoca pesava ancora come un macigno su tutte le persone LGBT+ e in modo particolare sugli uomini gay e sulle donne trans).

Già da anni, insomma, si registravano aggressioni e delitti ai danni di persone transgender, perlopiù donne - ma non solo. Forse il più celebre di questa triste serie è il caso di Brandon Teena.

Il giovane, poco più che ventenne, era stato violentato e assassinato da alcuni conoscenti, quando avevano scoperto che era un uomo trans. Su questa vicenda, in tempi più recenti, è stato prodotto anche un film con la star hollywoodiana Hillary Swank: Boys Don't Cry.

Due parole sul "gender"

A questo punto, forse, è opportuno fare chiarezza su un concetto fondamentale. Di che cosa parliamo quando parliamo di persone transgender? In termini molto generali, una persona trans o transgender (parola che si preferisce, oggi, al più antiquato "transessuale") è una persona che ha un'identità di genere diversa da quella che il suo sesso biologico farebbe presagire. L'identità di genere è una cosa che abbiamo tutte e tutti: è la consapevolezza, sviluppata molto precocemente, di appartenere o meno a un determinato genere.

Molte persone che non sono trans non hanno mai avuto la necessità di riflettere su questo concetto, perché la loro intima consapevolezza di sé coincide con la percezione che ne hanno gli altri. Per questo, ritengono di non avere un'identità di genere, o addirittura che l'identità di genere come dimensione dell'identità individuale non esista.

In realtà, oltre settant'anni di studi clinici hanno dimostrato con ragionevole certezza due cose. La prima è che l'identità di genere esiste in tutti gli esseri umani, esattamente come l'orientamento sessuale. La seconda è che l'identità di genere non si può cambiare o rieducare con terapie psicologiche o farmacologiche. (Sì, qualcuno ci ha provato e non è finita bene).

Dopo i primi casi pionieristici di inizio Novecento, dagli anni Settanta è diventata normale prassi clinica guidare le persone trans verso percorsi in grado di armonizzare il loro vissuto individuale con le aspettative sociali.

Questi possono includere trattamenti medici che modificano i caratteri sessuali esterni, e/o l'adeguamento del ruolo sociale in un modo che sia rispettoso del sentire della persona. Dal 1980, infine, la condizione trans è stata riconosciuta a livello mondiale come una patologia psichiatrica.

Questo, in alcuni Paesi, ha semplificato l'accesso ai trattamenti medici e ha creato un quadro entro cui alcuni Stati hanno formulato leggi per riconoscere ai loro cittadini trans la possibilità di rettificare i propri documenti. È il caso dell'Italia, che ha regolamentato la cosiddetta “rettificazione dell’attribuzione di sesso” all'anagrafe con la legge 164 del 14 aprile 1982.

È importante sottolineare che, sebbene legalmente possibile, a oggi ottenere in Italia documenti congruenti con la propria identità di genere richiede un procedimento lungo anni, con costi economici nell'ordine delle migliaia di euro e significativi sacrifici personali.

Nel 2018 l'OMS ha deciso di depennare la disforia di genere (nome clinico della condizione trans) dalla lista delle patologie psichiatriche e di inserirla nella rubrica delle condizioni "correlate alla salute sessuale".

La lista impossibile

Ma torniamo al TDOR. Al centro della manifestazione, ormai diffusa in più di 20 paesi del mondo, c'è sempre la lettura della lista dei nomi delle persone scomparse nell'anno precedente a causa di atti di transfobia. Si tratta di una lista più simbolica che reale. La raccolta dei dati è portata avanti da volontari, che si affidano alla stampa e alle sporadiche segnalazioni dei congiunti. Alcuni progetti internazionali, come il Trans Murder Monitoring promosso dall'associazione europea TGEU o il progetto statunitense TransLivesMatter, tentano di portare avanti una ricerca più sistematica. I loro dati sono i migliori che abbiamo, ma – come ammettono gli stessi promotori - sono molto lontani dall'essere perfetti.

I numeri del TDOR 2023

Nel periodo che va dal primo ottobre 2022 al 30 settembre 2023, sono scomparse per atti violenti almeno 398 persone trans. In Italia i morti rilevati quest'anno sono stati 6, tre dei quali hanno commesso suicidio. Se si prendono in considerazione i 15 anni dall'inizio della rilevazione di TGEU, in Italia è stata uccisa o si è suicidata in media almeno una persona trans ogni 4 mesi.

Attribuire una validità statistica a numeri raccolti con metodi così artigianali, tuttavia, ha poco senso. Ciò che conta sono i nomi e le storie dietro ai numeri. Le più drammatiche, senza dubbio, sono quelle che riguardano i giovani e giovanissimi, che si confermano una fascia di popolazione eccezionalmente fragile e sensibile. Ciò è in parte confermato dai dati disponibili in Italia sulle discriminazioni subite dalle persone LGBT+ nel mondo del lavoro. Secondo il report ISTAT, lo spazio in cui vengono riportati più atti ostili sono le scuole e le università, con prevedibili conseguenze sulla salute mentale dei più giovani.

Altri numeri, tuttavia, lasciano spazio all’ottimismo, e sono quelli che descrivono la partecipazione alle manifestazioni pubbliche in sostegno delle persone trans. A Milano, nel 2022, la prima marcia in ricordo delle vittime di transfobia ha radunato oltre 2000 persone che hanno sfilato per le strade del centro. Ora le associazioni organizzatrici (ACET, CIG Arcigay Milano e Sportello ALA-Onlus) sperano di ottenere una mobilitazione altrettanto partecipata anche per il TDOR 2023.

Alcuni approfondimenti sul tema


Da leggere 


S. Stryker, Storia transgender. Radici di una rivoluzione (Luiss University Press) Una pietra miliare della storiografia del movimento trans, appassionante e ricco di spunti di riflessione per gli storici (e gli attivisti) di domani.

Fumettibrutti, P. la mia adolescenza trans (Feltrinelli) Una testimonianza senza peli sulla lingua di che cosa significhi affrontare un percorso di transizione nell’Italia di oggi.

P. Preciado, Testo tossico (Fandango Libri) Un libro di autofiction, furioso e appassionato. Non fatevi ingannare dalle apparenze: non è un trattato, ma un romanzo d’amore.

L. Ferracchiati, Sarà solo la fine del mondo (Marsilio) Il racconto anarchico di una persona trans al di fuori di ogni schema spazio-temporale. Vi piacerà se vi è piaciuta la Trilogia teatrale dello stesso autore.


Da vedere


S. Feder, Disclosure (2020) Bellissimo documentario di Netflix che ripercorre la storia della rappresentazione delle persone trans nell’industria dell’intrattenimento. Attenzione: alcune scene possono essere difficili da guardare.

K. Peirce, Boys Don't Cry (1999) Il racconto del caso Brandon Teena. Il film non è invecchiato benissimo e indulge un po’ nel voyeurismo, ma è ancora un documento importante del livello di pregiudizio e violenza che le persone trans possono subire in alcuni contesti. 

A., L. Wachowski, The Matrix (1999) Sorpresa: in questo film non ci sono personaggi (apertamente) trans. Ma dopo il loro coming - out, le registe Lana e Lily Wachowski hanno esplicitamente collegato la loro esperienza di donne trans con le epiche avventure di Neo &co. Bello da ri-vedere con questa consapevolezza.


 

Ti potrebbero interessare

La posta della redazione

La posta della redazione

Hai domande, dubbi, proposte? Vuoi uno spiegone?
Scrivi alla redazione!

Chiudi

Per poter aggiungere un prodotto al carrello devi essere loggato con un profilo Feltrinelli.

Chiudi

Per poter aggiungere un prodotto alla lista dei desideri devi essere loggato con un profilo Feltrinelli.

Chiudi

Il Prodotto è stato aggiunto al carrello correttamente

Chiudi

Il Prodotto è stato aggiunto alla WishList correttamente