– io cerco un ventre
orgoglioso e umiliato
per morirci teneramente
come ci sono nato
Dieci anni fa moriva a Roma Alberto Bevilacqua, poeta, romanziere e regista ma, più di tutto, un creativo, come lui stesso amava essere definito.
Considerava la vitalità la sua dote principale, contro la staticità della classe dei letterati italiani. Ostinato nel continuare a scrivere su un’Olivetti Lettera 44, rifiutando l’uso del computer, complici un certo attaccamento all’idea del libro come manufatto e il sentirsi orfano della propria generazione; la sua prima opera, La polvere sull’erba, incontrò l’apprezzamento di Sciascia ma non venne pubblicata fino al 2000, forse a causa delle tematiche ancora scottanti, per esempio le vendette incrociate tra partigiani e fascisti nell’immediato dopoguerra; ebbe una grande passione per astronomia, esoterismo e telepatia, parte del suo grande bagaglio culturale. Soggetto a lunghi periodi di depressione, negli anni novanta fu vittima di una calunnia, quella da parte di da parte di Annamaria Ragni e Gabriella Pasquali Carlizzi, che gli lasciò dentro un grande peso.
Sette "narrazioni" - come ama definirle l'autore - per testimoniare le tappe più significative della narrativa di Bevilacqua. Sullo sfondo: rivolte operaie, la nascita del fascismo, le lotte del Triangolo rosso e, molto spesso, la Parma popolare e anarchica dell'Oltretorrente.
Una vita tormentata, ma costellata di incontri con personalità immense del mondo dell’arte e della letteratura come Antonio Ligabue e Jorge Luis Borges. Il primo, sia in ordine cronologico sia per importanza fu l’incontro a distanza con Louis-Ferdinad Céline. A distanza, sì, perché il giovane Bevilacqua vide solo da lontano l’autore durante la sosta di una gara di biciclette in Francia e rimase influenzato, ancor prima che dalle sue parole, dal magnetismo che quella figura emanava. Tornato a casa, spinto da quell’influenza, lesse Viaggio al termine della notte, titolo che egli parafraserà in Viaggio all’inizio del giorno: la sua autobiografia, pubblicata nel 2010, scritta nel corso di parecchi anni, un viaggio che attraversa la sua vita ma anche la complicata storia dell’Italia dalla seconda metà del secolo scorso fino all’inizio del nuovo millennio.
L’Alberto Bevilacqua giovane non sognava di essere uno scrittore, eppure le sue opere sono state tra le più amate dal pubblico: un aspetto della sua carriera che la critica non gli ha mai perdonato. È un esempio di come il favore del pubblico in Italia sia considerato qualcosa che non possa andare di pari passo col valore letterario. Bevilacqua è stato infatti relegato al rango di scrittore minore, le sue opere non sono state ripubblicate e lo si liquida spesso come autore ormai tramontato di bestseller, anche se il suo è stato uno dei rari casi in cui un autore ha vinto, nel corso della sua carriera, i tre maggiori premi letterari italiani, il Premio Campiello 1966 con Questa specie di amore, il Premio Strega 1968 con L’occhio del Gatto e il Premio Bancarella 1972 con Un viaggio misterioso. Inoltre, ancora vivente, Alberto Bertoni ha curato il Meridiano Mondadori contenente tutte le opere di Bevilacqua, uscito nel 2010.
Di
| Mondadori, 1996Di
| Mondadori, 1997Di
| Mondadori, 2008Di
| Mondadori, 2014Di
| Mondadori, 2010Ti potrebbero interessare
Hai domande, dubbi, proposte? Vuoi uno spiegone? Scrivi alla redazione!
Conosci l'autore
Per poter aggiungere un prodotto al carrello devi essere loggato con un profilo Feltrinelli.
Per poter aggiungere un prodotto alla lista dei desideri devi essere loggato con un profilo Feltrinelli.
Il Prodotto è stato aggiunto al carrello correttamente
Il Prodotto è stato aggiunto alla WishList correttamente