Gioco facile, direte, trovare copertine in cui facciano bella mostra di sé arredi, mobili e oggetti di design.
Certo, rispondiamo, se volessimo pescare nella grande produzione di libri illustrati e d’arte sarebbe un attimo comporre un elenco con 10 magnifiche immagini e avremmo solo l’imbarazzo della scelta.
E per averne conferma troverete un’ampia selezione in questo articolo.
Ma se vogliamo guardare a quei libri di narrativa che fanno dell’arredo e del design uno strumento di metacomunicazione?
Ai romanzi che si presentano con uno spaccato di arredamento in copertina?
Se volete saperlo… non è facile rintracciarli, anche scavando nei cataloghi e non limitandosi alle ultime uscite in libreria.
Forse gli editori pensano che un oggetto di design, qualche mobile o complemento d’arredo non sia sufficientemente evocativo, troppo asettico? Eppure, una lampada, un tavolino, una libreria o l’angolo di una cucina possono raccontare una storia, introdurre un ambiente, svelare l’anima dei personaggi, definire l’epoca dei fatti.
Quando i mobili sono presenti, spesso si limitano alle linee sinuose di un divano, a uno scorcio di salotto… “accomodatevi, siete nostri ospiti, vi raccontiamo una storia”, ma potrebbero dichiarare “il mio romanzo è ambientato nell’Inghilterra edoardiana, nell’America del boom, nell’Ottocento dell’aristocrazia russa”, o ancora “le mie pagine ridondano di particolari e di descrizioni”.
L’ambiente raccolto delinea un testo intimista, oppure inquietante; un letto e un comodino sottintendono già una storia, la lampada accesa in una foto in bianco e nero ricostruisce un’atmosfera.
Ma questo è quanto e poco di più.
La domanda finale è: perché i mobili sono così poco rappresentati nelle copertine della letteratura?
Noi ne abbiamo tirate fuori dal cappello alcune, vi sfidiamo a trovarne altre!!
"La signora Armitage" è la storia di un matrimonio fuori dal comune: quello fra un giovane sceneggiatore cinematografico in ascesa e una donna passionale e vitale (alter ego dell'autrice) che ha avuto uno sciame di figli da quattro uomini diversi, e non sa rassegnarsi a condurre una vita borghese fatta di elegante normalità di facciata e trasgressioni taciute.
Giorgia incontra Filippo a una festa di laurea: lui si innamora della sua fragilità, lei si sente rassicurata dalla normalità di quel ragazzo laureato in Lettere, che ha dovuto rinunciare al giornalismo per dedicarsi al bar dei genitori. Come molti coetanei, la loro vita di coppia si scontra con ambizioni negate e costanti problemi economici
Tutti la chiamano Lilli e il suo sogno segreto, incomprensibile agli occhi del marito e della madre, è fare la casalinga. Ora che la sua colf si è licenziata potrà finalmente dedicarsi a esplorare a fondo i misteri delle faccende domestiche. Perché gli aspirabriciole non aspirano né le briciole né nient'altro?
Inquietanti, sconcertanti, soavemente terrifici: i racconti di Shirley Jackson
Già negli anni Trenta, Christopher Isherwood sosteneva di voler trasformare il suo occhio di romanziere nell'obiettivo di una macchina fotografica. Ma per lungo tempo – attraverso libri molto diversi fra loro – l'intenzione rimase una di quelle fantasticherie stilistiche che spesso gli scrittori inseguono per tutta la vita senza realizzarle mai
All’età di nove anni, Edith Wharton contrasse la febbre tifoidea e rimase confinata nel suo letto per settimane. La sua preghiera era: datemi dei libri da leggere. Fu cosí che la madre le diede una storia di fantasmi. A una bambina poco dotata d’immaginazione una storia del genere poteva fare poca o nessuna impressione, ma sulla piccola Edith ebbe un effetto dirompente
«Vedo ancora quelle minuscole dita di neonato e cerco di capire se siano diventate le dita di un assassino». Il mondo di Lilach Shuster sta crollando. Tutto è cominciato il giorno in cui un uomo afroamericano armato di machete è entrato nella sinagoga riformata di Palo Alto e ha versato il sangue di innocenti
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"Lettere e biglietti" ci offre una nuova voce di Goliarda Sapienza. Scriveva lettere anche lunghissime, magari il giorno stesso di un incontro, col fine di chiarire quanto neppure una conversazione a quattr'occhi potesse farle sperare: credeva nella forza del documento scritto e prima di inviarlo ne faceva sempre una copia
È un tempo lungo quello che Denise Pardo racconta in questo romanzo. Un tempo affascinante, cosmopolita, tollerante, ricco di stimoli. Un tempo di amicizie e di comprensione. Al centro di La casa sul Nilo una famiglia di ebrei sefarditi arrivati al Cairo assieme alle vicissitudini dell’Europa dei primi trent’anni del Novecento
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