Quello che i librai non dicono

I Calciatori non leggono, forse…

Illustrazione di Gaetano Di Riso, 2021

Illustrazione di Gaetano Di Riso, 2021

Sono passati molti anni da allora ma il mestiere di libraio ti può permettere di ottenere, o meglio raggiungere, soddisfazioni notevoli, che ripagano delle fatiche e del sudore della fronte accumulati nel tempo.
C'è questo luogo comune che circola da tempo, che i giocatori di calcio non leggono, pensano ai soldi, e hanno intorno donne bellissime e sexy per cui il loro tempo se ne va in queste attività, oltre naturalmente alle partite e agli allenamenti.
Se pensiamo alla laurea in economia di Chiellini e gli studi di greco e latino di Pessina, lo scorso anno Campioni d'Europa, bisogna ricredersi e quello stereotipo è, diciamo, pure superato.

Il Parma di Scala ha avuto anni di grandi risultati, di vittorie importanti, e allora vi dico che il capitano della squadra Lorenzo Minotti e anche Gigi Apolloni, frequentavano la libreria con continuità comprando libri e dimostrandosi persone assolutamente normali e disponibili all'ascolto.
Gianfranco Zola arrivò a Parma nella stagione 93-94, per rimanere fino al '96 quando si trasferì al Chelsea, dove trovò grandi risultati e grandi soddisfazioni. Inutile dire che per me è stato uno dei migliori calciatori che ho visto al Tardini in quegli anni, aveva qualità formidabili e innate, ma era anche un lettore, cominciò a frequentare la libreria da subito e comprava libri sul genere Follett e Forsyth, e tutte le volte scambiavamo sempre qualche impressioni sui libri e, come è ovvio che sia, anche sulle partite del Parma.
Addirittura mi chiese se si poteva fare un intervista in libreria con la Tv svedese, che gli voleva dedicare un servizio e così fu: mentre io gli consigliavo un libro e giravamo in libreria, le telecamere entravano in azione e poi gli fecero delle domande. Fu bellissimo.
Ma il tempo passò, Zola tornò in Italia e nel Cagliari giocò l'ultima stagione della sua fantastica carriera nel 2005. Mi pare fosse maggio quando si disputò Parma-Cagliari; la libreria era frequentata da un gruppetto di sardi, in maggioranza insegnanti che sapevano della passione per i libri di Zola, e mi dissero che alla mattina della domenica sarebbero andati nell'albergo dove il Cagliari alloggiava per salutarlo da parte dei sardi che abitavano a Parma. Mi chiesero di andare con loro ma, dovendo lavorare, non avrei potuto. Allora, mi venne l'idea di preparare un pacchetto con un libro del genere che Zola comprava quando era al Parma, accompagnato da un biglietto di saluti.
La mattina della domenica, che come al solito era un giorno di lavoro e ottime vendite, la cassiera mi disse che mi cercavano al telefono. Io presi la chiamata e dall'altra parte sentii testuali parole “Ciao Roberto sono Gianfranco Zola, volevo ringraziarti del libro che mi hai regalato”. Cosa potevo dire? Rimasi senza fiato e parole ricordando i tempi in cui era al Parma e le sue visite in libreria.

Possiamo dire che esistono molti calciatori-lettori, che ci sono buoni giocatori e buoni lettori, ma che esistono poche grandi persone, al di là della professione che svolgono, una di queste è Gianfranco Zola.

 

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