Illustrazione digitale di Francesco Vercesi, 2022, diplomato presso il Liceo Artistico Volta di Pavia
Ricordo e conservo ancora gelosamente la fascetta del Libro della polvere, di Philip Pullman, scritta da Michela Murgia: “Ci sono voluti quindici anni di attesa perché Philip Pullman mantenesse la sua promessa.” Ed era vero: quella sottile striscia di carta posta attorno al libro rappresentava in modo credibile e geniale l’attesa dei tanti ed entusiasti lettori del mondo delle oscure materie per il ritorno di un autore e della sua epopea.
Ricercati orpelli o mera strategia commerciale? Alcuni lettori le srotolano subito dopo aver acquistato il libro, altri le utilizzano come sgargianti segnalibri: le fascette non sono delle semplici minuzie editoriali, ma una componente distintiva e originale del paratesto di un libro, risalente sì a logiche di mercato, ma anche espressione di un lavoro editoriale sofisticato e creativo.
A testimoniarlo, anche due titoli pubblicati tra il 2019 e il 2020 e incentrati proprio sugli apparati del libro:
Con il termine paratesto il critico letterario francese Gérard Genette, nella sua opera Seuils (Soglie) del 1987, indicava tutti gli elementi presenti fisicamente nel volume (introduzione, colophon, copertina, fascette) e intendeva l’apparato qualificante e fondamentale dell’oggetto libro, frutto di scelte editoriali consapevoli e inquadrate in un particolare contesto storico e socioculturale.
Tanti tipi di fascette, come tante sono le funzioni che assolvono: indispensabili nel suscitare la curiosità del lettore più ritroso, talvolta portatrici di un valore aggiunto rispetto alla stessa copia senza fascetta ed estremamente preziose per i collezionisti appassionati.
Fascette emozionali ed evocative scritte da grandi autori e critici si affiancano a fascette più algide e impersonali ma connotate da un’eccezionale forza comunicativa su cui campeggiano le esorbitanti cifre delle copie vendute, un importante premio letterario ricevuto o il lancio cinematografico di quel libro, strumento di un iter promozionale efficace e mediatico.
Stravaganti e divertenti, ironiche e ardite, caratterizzate da discorsi elogiativi o claim persuasivi, da frasi a effetto e in alcuni casi ritenute ingannevoli, alcune fascette sono considerate indimenticabili, rarissime e introvabili, basti pensare alla fascetta bizzarra e provocatoria scritta da Alessandro Baricco per il libro di Tito Faraci e Sio, Il pesce di lana e altre storie abbastanza belle (alcune anche molto belle, non tante, solo alcune) di Maryjane J. Jayne (Feltrinelli, 2018).
Alcune fascette sono state il risultato di vere e proprie operazioni social che hanno coinvolto gli stessi scrittori, come per l’iniziativa di Mario Calabresi per il romanzo La mattina dopo (Mondadori, 2019), che ha voluto utilizzare come fascette per il suo libro i giudizi brillanti e personali dei lettori.
Tra le ultime proposte editoriali, abbiamo selezionato le 10 fascette più belle e interessanti che, come vesti colorate e riconoscibili, avvolgono e donano ai libri particolari che attirano e conquistano i lettori e, spesso e volentieri, sono in grado di determinare la fortuna dell’opera stessa.
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