Antonio Scurati vince il 16° Premio del Libro Europeo!
Con il suo romanzo M, l’uomo della provvidenza edito da Bompiani e valutato da una giuria di corrispondenti di Bruxelles e giornalisti di vari paesi dell'UE, l'autore si è aggiudicato l'European Book Prize, istituito nel 2007 con l’obiettivo di promuovere i valori europei e di contribuire a una migliore comprensione da parte dei cittadini dell’Unione Europea come entità culturale.
Lo scrittore è come il cane da slitta siberiano perché fiuta i crepacci a cento metri di distanza, sosteneva Louis Férdinand Céline, scrittore formidabile, uomo che scivolò in almeno un crepaccio profondissimo.
Antonio Scurati fa propria la metafora – rispettosamente, com’è nella sua natura – e conviene che sì, c’è una risonanza inquietante fra l’evocazione sottesa dal titolo del suo nuovo libro e il sentore apocalittico che le cronache di questi giorni di guerra ci restituiscono dalle colonne dei giornali. Ma "M. Gli ultimi giorni dell'Europa" è un romanzo-romanzo, che come tutte le opere letterarie figlie di un'ossessione autentica e autenticamente coltivata, sa regalare momenti vertiginosi al lettore che non cada nella trappola implicita nella domanda "... ma Scurati storico o romanziere?". Anche al lettore, lo scrittore vero chiede di essere un po' cane da slitta siberiano, in fondo.
Terzo romanzo della serie bestseller di Antonio Scurati dedicata al fascismo e a Benito Mussolini. Dopo M. Il figlio del secolo, vincitore del Premio Strega 2019, e M. L'uomo della provvidenza, il nuovo romanzo di Scurati si concentra sul cruciale triennio tra il 1938 e il 1940.
Scurati è un grande romanziere, e come tale sa che ogni documento, ogni nota a piè di pagina, ogni chiosa o scampolo di corrispondenza privata, nelle mani giuste possono diventare non tanto (e non solo) un sigillo di verità su una narrazione altrimenti a rischio di "disonestà", ma anche - e soprattutto - una chiave per accedere a una possibile, più piena comprensione della figura indagata.
Nel corso della conversazione avuta con Scurati a proposito del suo saggio Guerra, ripubblicato da Bompiani in una nuova edizione, lo scrittore aveva tenuto particolarmente a sottolineare che "[...] pacifismo non significa mancanza di una cultura della guerra, anzi il pacifismo presuppone una cultura della guerra. Ma la cultura della guerra non significa culto della guerra, tutt'altro! Significa un patrimonio di conoscenze, di competenze, di cognizioni su cosa sia la guerra, come si generi, come nasca, come venga combattuta, e soprattutto come la si eviti."
Ecco allora che l'operazione "M" alla quale Scurati lavora da anni si delinea ancora meglio nel suo disegno complessivo: un gigantesco zibaldone che - attraverso le voci, i toni, i documenti e le immagini evocate (straordinaria in questo senso la narrazione di Ranuccio Bianchi Bandinelli, storico dell'arte e archeologo che accompagnò Mussolini e Hitler in un percorso inteso a far risaltare le bellezze dell'arte classica romana, mentre sognava di attentare alla vita del Duce e del Fuhrer) riesca a far capire l'equivoco gigantesco che la guerra rappresentò per l'Italia intera.
Venite ad ascoltare la nostra intervista con Antonio Scurati, e preparatevi a entrare in profondità in una storia che ci riguarda ancora da vicino, più di quanto ci faccia piacere riconoscere.
Il titolo è stata una decisione dell'ultima ora e proviene da un'opera molto suggestiva, le memorie dell'ambasciatore rumeno dei giorni che precedettero lo scoppio della Seconda guerra mondiale.
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