La pianura del Kanto di Kazuo Kamimura: la recensione di La Scimmia Blu

Quando mi chiedono perché disegno gekiga, mi piacerebbe rispondere “perché voglio dipingere paesaggi”. Sono convinto che a esercitare una forte influenza su una persona non siano le esperienze del suo passato quanto i paesaggi in cui ha vissuto

Kazuo Kamimura

Sono le prime parole di Kazuo Kamimura che aprono La pianura del Kanto, una storia semiautobiografica che lo stesso autore definisce «il suo taccuino», alla stregua di un album fotografico dell’anima da sfogliare quando se ne avverte il bisogno.

La pianura del Kanto. Vol. 1
La pianura del Kanto. Vol. 1 Di Kazuo Kamimura;

Kinta ha solo sette anni, ma ne ha già viste di cose. Un aereo caduto dal cielo e il suo pilota che sembra un demone, un uomo e una donna che fanno l'amore, un omicidio. E poi ancora il cinema, il circo, la magia dell'arte, ma anche la disillusione e la sconfitta negli occhi degli adulti, nel Giappone del 1945 uscito a pezzi dalla guerra...

Kinta ha 7 anni ed è rimasto orfano dopo i bombardamenti su Tokyo e vive le ultime fasi della guerra con il nonno, in un paesino del Kanto, regione centro-orientale del Giappone.
Assiste alle vicende che attraversano il Paese, fiaccato dal conflitto, affamato e ferito nel corpo e nell’orgoglio ma che deve fare i conti con la sconfitta militare e l’insediamento delle truppe americane.

Ma tutto ha un sapore diverso, se filtrato dallo sguardo di un bambino, assumendo un fascino particolare, dato dalla curiosità e dal piacere della scoperta.
Così assaggia per la prima volta in vita sua un chewing gum che gli ha regalato un aviatore americano, assiste allo spettacolo di un circo, vede di cosa sono capace gli adulti quando amano e quando vengono traditi.

Su questo sfondo si delinea come una cornice l’infinito orizzonte della Pianura del Kanto, un paesaggio che si piega al primo soffio di vento e che ha il sapore malinconico dei ricordi di gioventù

Questa però è solo la prima parte del viaggio di Kinta, che non passerà il resto della sua vita nella campagna Kanto ma tornerà nelle strade labirintiche di Tokyo. Rimane però, in lui, la nostalgia per i luoghi della sua infanzia.

Kamimura lascia così in secondo piano la grinta e la sensualità dei personaggi femminili che tanto l’hanno reso famoso e per una volta si concentra più su sé stesso, e si mostra come un figlio romantico del secondo dopoguerra e con panorami in cui è la natura a mostrare tutta la propria forza e bellezza.

Se credete che questo manga faccia per voi non posso che augurarvi buona lettura!

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