La città murata di Kowloon, nell'area urbana di Hong Kong, era negli anni '80 uno dei luoghi più popolosi al mondo
E proprio con il nome della città, Kowloon, si chiama il manga scritto da Jun Mayuzuki, che Valentina ha deciso di recensire per noi.
Oggi, di quel luogo caotico, anarchico, sotto il controllo della mafia cinese è rimasto solo un pallido scheletro. La città di Kowloon, infatti, è diventata ben presto una città fantasma che è stata abbattuta tra il 1993 e il 1994.
Nei bassifondi della città murata di Kowloon, un insediamento sovrappopolato e in gran parte non governato della regione di Hong Kong, la trentenne Kujirai e il suo collega Kudo lavorano eroicamente come agenti immobiliari. Tra le mura del più grande labirinto del ventesimo secolo, in una distopia tanto surreale quanto amichevole, si incrociano le vite, i drammi e gli amori di giovani adulti alla ricerca disperata di una nuova vita.
Diversa è la Kowloon di cui ci parla Jun Mayuzuki nella sua storia che non ha paura di mischiare i generi. Vediamo, infatti, qui una città in pieno fermento, una specie di miniatura di quelle metropoli del sud-est asiatico come Bangkok.
Sullo sfondo di grattacieli alti e stradine piccole e strette, scorre la vita frenetica di Kowloon, una vita intima e nostalgica.
Bambini che corrono per le strade, vecchietti che bisticciano a ogni angolo e il costante profumo del cibo che proviene dalle bancarelle
Kowloon è la storia di Kujurai e Kudo e della agenzia immobiliare dove lavorano. Lei, quasi senza ricordo del proprio passato, ama fumare una sigaretta mentre mangia un'anguria. Lui, testardo e scontroso, è un po' il classico personaggio maschile dei manga della fine degli anni '80.
Quella che si presenta all'inizio come una generic romance nasconde, invece, una serie di grandi interrogativi. Qual è il rapporto tra i due? Chi è lei davvero?
Le ambientazioni sognanti si sposano alla perfezione con il tratto vintage dell'autrice. Troveremo in queste tavole dal gusto passato tutte le risposte alle nostre domande?
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