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Super Team di LeBron James e Andrea Williams

La lettura di questo romanzo agile, allegro, semplice e diretto ma mai scontato non è solo per gli appassionati di basket o di sport, o per i fan del famoso cestista; la copertina subito racconta di una squadra, o meglio, di una squadra speciale, l’Hoop Group, e dei suoi speciali protagonisti.

Giocare a basket in terza media significa assicurarsi un posto in qualche importante scuola superiore, significa poter giocare in una squadra che ti allena e ti dà i mezzi per arrivare in Division 1, e poi al basket professionistico

Super Team
Super Team Di LeBron James;Andrea Williams;

L'Hoop Team è la squadra di basket del doposcuola. Ma per Jayden, Tamika, Chris, Anthony Pierson e Dexter è molto di più: rappresenta una fuga, un sogno, una famiglia. Ecco perché, quando il coach gli comunica che non potranno giocare il campionato loro non ci stanno e decidono di salvare la squadra a ogni costo. Determinati ad avere la loro possibilità, i cinque nuovi amici scartano, bloccano, schiacciano e giocano duro per salvare la stagione… senza mai rinunciare ai propri sogni.

I due autori sono noti, uno in particolare, Lebron James, che firma la bella introduzione e regala la dedica iniziale ad una scuola pubblica ad Akron, in Ohio, sua città natale. È la "I Promise School”, nata nel 2018 dal suo desiderio sincero di fare qualcosa per i ragazzi che sente vicini alla sua vita di un tempo, per dare loro una chance vera “per realizzare i propri sogni”. E per dare un'opportunità di studio completamente gratuita a chi vive in condizioni difficili.

Attraverso gli occhi dei protagonisti entrerete, pagina dopo pagina, giorno dopo giorno, in un mondo fatto di gioco, sport, sfide, delusioni, allenamenti, ma anche di famiglie, rapporti, amicizie e scontri, scuola, presidi illuminate, insomma, nella vita vera di un quartiere nel quale le cose non sono affatto facili, e i ragazzi che ci abitano lo toccano con mano sin da subito, sin dalle medie appunto. E nella scrittura si sente forte il piglio di chi quei momenti li ha vissuti sulla propria pelle.

È un mondo dove lo sport è veramente un riscatto sociale, la vera possibilità, forse l’unica, di non far lavorare la propria mamma fino allo sfinimento, o di trovare i soldi per comprarsi le scarpe o pagare le bollette. Storie diverse si intrecciano e proprio in questo coro di voci e vite sta l’originalità del gruppo, che diventa un’orchestra in cui ognuno suona la sua musica. Tutti - a cominciare da Jayden, forse in assoluto il più autentico e il vero protagonista (a mio parere quasi un alter ego del famoso e più pagato cestista americano) insieme alla sua nonna speciale, che lo capisce e lo aiuta a inseguire i suoi sogni e i suoi allenamenti, la mattina prima della scuola, di nascosto - tutti parlano davvero come i ragazzi, pensano e sentono come solo in adolescenza si riesce a fare, senza veli e ipocrisie mutuate dagli adulti.

"Il basket per me non è un gioco. È la mia vita." Jayden abbassa lo sguardo sul foglio, rilegge quella riga altre due volte. No. Non ci siamo. Cancella e ci riprova. "Quando tutto va male, giocare a basket per me è sempre la cosa giusta". No, no. Niente da fare. Si gratta la testa, passandosi la matita fra indice e medio. E poi ci prova un’altra volta. "In tanti anni, il basket non mi ha mai voltato le spalle. Quindi io non posso voltare le spalle al basket"

C’è Dex, troppo spesso solo perché la madre lavora troppo e studia, pur riempiendolo di affetto vero; il basket per lui è fuga e anche famiglia, una casa diversa da quella dove deve rintanarsi e tenere la tv alta per evitare che qualcuno entri.

C’è poi Tamika, che adora il basket e, in un mondo troppo maschile, gioca benissimo, è la leder indiscussa della squadra, abbastanza determinata da rimetterne insieme i resti al posto del coach Beck, amato da tutti, suo padre, che deve abbandonare il ruolo per gravi motivi di salute. Lei non si arrende, forse anche per mostrare al padre di che stoffa è fatta sua figlia e che la Hoop Group non è solo per maschi e che, soprattutto, non è finita.

Il coro delle loro voci è forte quanto basta per sovrastare il baccano, e anche se Jayden non sa ancora se resterà nell’Hoop Group per sempre, si lascia invadere dalla felicità. Perché ora, in questo momento, è proprio bello non dover pensare a nulla e godersi la compagnia dei suoi nuovi amici, la sua nuova famiglia

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